Gennaio 2025

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    Mondadori, acquistate azioni proprie per 105 mila di euro

    (Teleborsa) – Arnoldo Mondadori Editore, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, tra il 20 e il 24 gennaio 2025, complessivamente 49.640 azioni ordinarie (pari allo 0,0189% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di 2,116313658 euro per un controvalore pari a 105.053,81 euro.A seguito delle operazioni finora effettuate, il gruppo editoriale detiene 970.924 azioni proprie pari allo 0,371% del capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, sostanzialmente invariata la seduta per Mondadori, che chiude le contrattazioni sui valori della vigilia. LEGGI TUTTO

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    PMI italiane, aumentano operazioni di M&A all’estero. Spagna e Regno Unito principali target

    (Teleborsa) – Il 2024 si è chiuso con 48 operazioni di M&A effettuate dalle PMI italiane verso l’estero, segnando una forte crescita (+40%) rispetto al 2023, facendo emergere che le PMI italiane continuano a puntare sulle operazioni M&A come leva strategica per l’espansione internazionale. Lo sostiene una ricerca condotta da Grant Thornton insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore.Dallo studio – che si propone di analizzare il ruolo dell’M&A nel supportare i processi di internazionalizzazione delle PMI italiane (con esclusione specifica delle grandi imprese) attraverso le operazioni verso l’estero – emerge un chiaro orientamento nei confronti dei mercati europei che va di pari passo ad un interesse crescente verso i Paesi emergenti.Spagna e Regno Unito si confermano i paesi target principali, contando ciascuno 8 operazioni totali. In particolare, il Regno Unito risulta anche quest’anno il paese di destinazione favorito dall’Italia (ora insieme alla Spagna), grazie soprattutto al fenomeno della Brexit che ha generato impatti positivi sulle dinamiche economiche e commerciali con il nostro paese, da cui deriva un aumento delle operazioni M&A nei confronti delle aziende britanniche. La novità di quest’anno è la Spagna che, a pari livello con il Regno Unito, è la seconda destinazione di preferenza dell’Italia, grazie a diversi fattori che la rendono particolarmente “attrattiva” per le nostre PMI: in primis la vicinanza culturale, ma anche la presenza di settori industriali strategici, il contesto normativo-fiscale favorevole e il dinamismo economico post pandemia. Non da ultimo, la posizione privilegiata che la caratterizza rendendola un “ponte” con l’America Latina e il Nord Africa.Gli altri Paesi europei con il maggior numero di operazioni di M&A sono Francia (7 operazioni) e Germania (6 operazioni), dati riconducibili alla tendenza di espandersi in mercati geograficamente e culturalmente vicini, e che quindi prevedono un percorso più facile di integrazione. Gli Stati Uniti (5 operazioni) si confermano il primo Paese extra UE in cui le PMI italiane hanno effettuato operazioni di M&A. Le destinazioni coinvolte in misura minore, come Paesi Bassi, Bulgaria, Cile, Marocco e Singapore, caratterizzate da un numero limitato di operazioni, sono tuttavia “indicative nel mostrare una crescente attenzione delle aziende italiane verso mercati emergenti o di nicchia”, viene evidenziato nel rapporto.Per quanto riguarda i settori, da sottolineare un “forte ritorno ai mercati tradizionali”. Anche in questa edizione dell’analisi risulta che i settori di appartenenza delle imprese target equivalgono a quelli delle imprese acquirenti, suggerendo che le PMI proseguono il loro processo di consolidamento e aumento delle quote di mercato. Il comparto dei macchinari (macchine e utensili, meccanica di precisione) è caratterizzato dal maggior numero di operazioni, nel 2024 pari a 11 totali, che conferma la tradizione italiana di eccellenza in questo ambito e il consolidamento della leadership tecnologica e produttiva. Seguono, con 7 operazioni, i servizi alle imprese, che riflettono un crescente interesse verso le attività non industriali e la volontà di supportare le attività B2B attraverso soluzioni innovative e scalabili. “Prevediamo che il fenomeno di crescita delle operazioni M&A verso l’estero a cui abbiamo assistito nel 2024 sarà mantenuto nel 2025 – commenta Sante Maiolica, CEO di Grant Thornton Financial Advisory Services – grazie ad un processo di internazionalizzazione che ricopre un ruolo sempre più centrale anche per le PMI italiane. Ci aspettiamo che questo trend proseguirà nei prossimi anni, spinto dalla crescente esplorazione dei mercati emergenti che riflette la maggiore apertura verso nuove opportunità di crescita”. LEGGI TUTTO

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    Borse europee deboli reagiscono a DeepSeek. Crollano ASML e Siemens Energy

    (Teleborsa) – Seduta debole per le Borse europee, dove spiccano i consistenti ribassi del comparto Tecnologico e dei semiconduttori. A sorprendere il settore è il nuovo protagonista cinese DeepSeek, che ha messo a punto un modello di intelligenza artificiale generativa a basso costo (in particolare, ha lanciato un assistente gratuito che utilizza chip meno cari), che potrebbe mettere a rischio concorrenza e investimenti sia in Europa che negli Stati Uniti.Tra i titoli che mostrano i maggiori ribassi ci sono ASML Holding (-7%), che produce macchine che progettano chip, Siemens Energy (-20%), che fornisce energia ai data center che addestrano i modelli, e Schneider Electric (-8%), che fornisce apparecchiature elettriche e altre infrastrutture dietro i data center, è scesa di circa l’8%Sul fronte macroeconomico, in Germania l’indice di fiducia delle imprese IFO è salito a 85,1 punti a gennaio da 84,7, trainato dal secondo miglioramento consecutivo della valutazione della situazione corrente e a fronte del terzo calo mensile delle aspettative.Sostanzialmente stabile l’Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,05. Vendite diffuse sull’oro, che continua la giornata a 2.739,5 dollari l’oncia. Profondo rosso per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 73,06 dollari per barile, in netto calo del 2,15%.Invariato lo spread, che si posiziona a +112 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si attesta al 3,63%.Tra i listini europei contrazione moderata per Francoforte, che soffre un calo dello 0,53%, poco mosso Londra, che mostra un +0,02%, e sottotono Parigi che mostra una limatura dello 0,27%.Chiusura sulla parità per la Borsa di Milano, con il FTSE MIB che si attesta a 36.191 punti; sulla stessa linea, rimane intorno alla linea di parità il FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 38.401 punti. In frazionale calo il FTSE Italia Mid Cap (-0,21%); con analoga direzione, poco sotto la parità il FTSE Italia Star (-0,54%).Dai dati di chiusura di Borsa Italiana, risulta che il controvalore degli scambi nella seduta del 27/01/2025 è stato pari a 3,39 miliardi di euro, in calo del 14,21%, rispetto ai 3,95 miliardi della vigilia; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,61 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,53 miliardi.Tra i best performers di Milano, in evidenza Hera (+3,79%), Inwit (+1,92%), Generali Assicurazioni (+1,92%) e Stellantis (+1,47%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Prysmian, che ha terminato le contrattazioni a -8,75%. Si concentrano le vendite su Banca MPS, che soffre un calo del 2,00%. Vendite su Buzzi, che registra un ribasso dell’1,61%. Deludente Saipem, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Banco di Desio e della Brianza (+5,15%), Fincantieri (+3,09%), ERG (+2,11%) e Lottomatica (+2,07%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Technoprobe, che ha terminato le contrattazioni a -3,63%. Seduta negativa per LU-VE Group, che mostra una perdita del 2,94%. Sotto pressione Cementir, che accusa un calo del 2,56%. Scivola Maire, con un netto svantaggio del 2,49%. LEGGI TUTTO

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    Novamarine, TP ICAP Midcap alza target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – TP ICAP Midcap ha incrementato a 6 euro per azione (dai precedenti 5,7 euro) il target price sul titolo Novamarine, società attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di imbarcazioni da diporto ad elevate prestazioni nel segmento pleasure e nel segmento professional, confermando il giudizio “Buy” visto l’upside potenziale del 68%.La revisione è arrivata dopo che Novamarine ha pubblicato i suoi ricavi preliminari per il 2024, insieme al suo portafoglio ordini per il 2025. L’azienda dovrebbe concludere il suo primo anno in borsa con una crescita del 11,3% dei ricavi derivanti dalla vendita di imbarcazioni, raggiungendo così i 26,1 milioni di euro.Sulla base di questi risultati, gli analisti hanno modificato leggermente le previsioni di ricavi. Con un portafoglio ordini di 22 milioni di euro all’inizio del 2024, l’azienda dovrebbe nel 2025 registrare un aumento del 18% dei ricavi derivanti dalla vendita di imbarcazioni. Hanno adattato quindi la prospettiva di crescita a medio termine, tenendo conto di questa performance e del rapporto portafoglio ordini/ricavi. Al contempo, hanno aggiornato le ipotesi di mercato nel modello, con una riduzione del tasso privo di rischio, precedentemente fissato al 4%, ora abbassato al 3,7%. LEGGI TUTTO

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    De Nora firma due contratti di collaborazione e ricerca in Arabia Saudita

    (Teleborsa) – Industrie De Nora, società quotata su su Euronext Milan e specializzata nell’elettrochimica e nella filiera dell’idrogeno verde, ha firmato due contratti di collaborazione e ricerca con le aziende saudite ACWA Power e Saudi Water Authority, in occasione degli incontri bilaterali siglati tra l’Italia e il Regno dell’Arabia Saudita.In dettaglio, gli accordi strategici che vedono coinvolta De Nora sono finalizzati a incentivare la circular economy, l’innovazione e la transizione energetica, contribuendo alla Vision e al raggiungimento degli obiettivi 2030 dell’Arabia Saudita. Il primo accordo, un Memorandum of Understanding con ACWA Power, gigante saudita nel settore della desalinizzazione e energia che include l’idrogeno verde, prevede lo studio, lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative per migliorare l’efficienza dei sistemi di trattamento delle acque. Il secondo accordo è con Saudi Water Authority, l’ente governativo che regola e supervisiona il settore idrico in Arabia Saudita. Questo progetto di collaborazione prevede la fornitura di tre impianti pilota: il primo è dedicato ad aumentare l’efficienza del biossido di cloro per la disinfezione dell’acqua, il secondo è per studiare il trattamento dei PFAS (composti chimici perfluorati) ed il terzo pilota è finalizzato allo studio di soluzioni innovative per il recupero di idrogeno emesso dai sistemi di elettroclorazione. LEGGI TUTTO

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    S&P alza stime su prezzi del settore immobiliare europeo. Ripresa sopra le attese per l’Italia

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings ha rivisto al rialzo le previsioni sui prezzi delle case in Europa per il 2025 e, in misura minore, per il 2026. L’agenzia di rating ha attuato questa revisione perché la ripresa dei mercati immobiliari europei nel 2024 è stata più rapida e più pronunciata di quanto atteso, in particolare in Italia, Paesi Bassi, Irlanda e Spagna. Ora S&P si attende che i prezzi delle abitazioni nei Paesi oggetto dell’analisi cresceranno in media di quasi il 3% all’anno nel periodo 2025-2027. Un’offerta limitata, investimenti immobiliari più deboli e una domanda in ripresa hanno contribuito alla rapida ripresa dei prezzi delle case in tutta Europa, si legge in un rapporto. La capacità di offerta rimane limitata dalla carenza di manodopera, sebbene le aziende segnalino alcuni miglioramenti. La domanda trae vantaggio dalla ripresa dei redditi delle famiglie, dalla crescita della popolazione nella maggior parte dei paesi, in particolare nelle aree urbane, dai livelli di occupazione record nella maggior parte delle economie europee e dal minor debito delle famiglie.”La ripresa dei mercati immobiliari europei nel 2024 è stata più rapida e più pronunciata di quanto ci aspettassimo – ha affermato Sylvain Broyer, capo economista EMEA di S&P Global Ratings – A causa di fattori idiosincratici, i prezzi delle case in Europa hanno registrato la ripresa più rapida in Italia, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna e Irlanda nel 2024.”Scendendo nei dettagli riguardanti l’Italia, S&P afferma che gli effetti del regime di credito d’imposta Superbonus si stanno attenuando, portando a una normalizzazione della domanda. Ciò è dimostrato dal rimbalzo del prezzo delle case esistenti. Dato il calo della popolazione in età lavorativa, la carenza di manodopera si è attenuata in misura minore rispetto ad altri paesi. L’occupazione non è mai stata così alta e il debito delle famiglie, in relazione al reddito, ha raggiunto il livello più basso in un decennio.Allagando lo sguardo, viene fatto notare che, dal 2019, i prezzi delle case in Europa sono aumentati in media del 25%, nonostante la recente correzione nel 2022-2023 innescata dagli aumenti dei tassi delle banche centrali. Ciò significa che l’aumento dei prezzi delle case ha superato l’aumento dei prezzi al consumo del 20% nel periodo 2019-2024, ma è stato in linea con l’aumento medio dei redditi delle famiglie del 24% nello stesso periodo.S&P che l’allentamento delle politiche monetarie mitigherà il rischio di aumento dei tassi dei mutui, nonostante i recenti aumenti dei rendimenti a lungo termine in tutta Europa. La correlazione tra tassi dei mutui e tassi di riferimento rimane forte. LEGGI TUTTO

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    Unidata, Marcello Vispi acquista 20.000 azioni da Giampaolo Rossini

    (Teleborsa) – Unidata, operatore di telecomunicazioni, Cloud e servizi IoT quotato su Euronext STAR Milan, ha comunicato che Marcello Vispi, Co-Fondatore e Vice Presidente di Unidata, ha acquistato 20.000 azioni (pari allo 0,06% del capitale sociale) dall’azionista Giampaolo Rossini.Marcello Vispi, con questa operazione, rafforza il suo impegno al fianco della società durante l’intero percorso di crescita dalla fondazione ad oggi, nonché il suo supporto nella futura espansione del gruppo, si legge in una nota. Giampaolo Rossini, nonostante la vendita delle azioni – per motivazioni personali – continua a confermare il suo commitment nel ruolo cruciale di CTO di Unidata e consigliere della stessa. LEGGI TUTTO

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    Italia, IEEFA: incentivi per investimenti nel gas devono confrontarsi con calo della domanda

    (Teleborsa) – Il programma di incentivi italiano per gli operatori del gas e del GNL non è al passo con la realtà del mercato e convoglia gli investimenti in progetti infrastrutturali che saranno sottoutilizzati. Lo sostiene l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), un think tank che si occupa di energia, sollecitando un migliore allineamento dei sostegni governativi e normativi alle esigenze del mercato.Secondo la ricerca, l’attuale programma normativo potrebbe incoraggiare un’eccessiva spesa in conto capitale per infrastrutture ridondanti dedicate al gas e al GNL, nonostante il recente calo della domanda italiana di entrambi i combustibili.Viene fatto notare che la domanda di gas in Italia è scesa del 19% dal 2021 al 2024, mentre le importazioni di GNL sono diminuite del 12% nel 2024 (dopo essere cresciute però del 71% dal 2021 al 2023). Nonostante questa contrazione, i piani per le infrastrutture destinate al gas naturale liquefatto potrebbero triplicare la capacità di rigassificazione dell’Italia, portandola da 16,1 miliardi di metri cubi nel 2022 a 47,5 miliardi di metri cubi nel 2026.Nel primo trimestre 2025 l’Italia accrescerà infatti la capacità di importazione di GNL del 22%, con l’apertura da parte di Snam del nuovo rigassificatore galleggiante (FSRU) di Ravenna con capacità per 5 miliardi di metri cubi. Da febbraio 2022 la capacità nazionale per la rigassificazione è cresciuta di 7,5 miliardi di metri cubi, anche grazie all’ampliamento della FSRU Toscana e dei terminali Adriatic LNG e all’installazione di un nuovo impianto FSRU a Piombino. Oltre all’imminente lancio della FSRU Ravenna, nel 2026 sarà operativo anche un nuovo terminale a Porto Empedocle.Secondo il report dell’IEEFA, i tassi medi di utilizzo dei terminali italiani per GNL tra gennaio e settembre 2024 suggeriscono che i volumi di rigassificazione non stanno tenendo il passo con l’ampliamento della capacità per questo combustibile. In tale periodo sono stati registrati tassi di utilizzo elevati per Adriatic LNG (90%) e Piombino (67%), ma molto più contenuti per la FSRU Panigaglia (28%) e per il terminale FSRU Toscana (13%), fuori servizio da fine febbraio 2024.”Gli incentivi agli investimenti in infrastrutture devono essere guidati dalla domanda. Nel caso dell’Italia, attualmente è il contrario: i ricavi regolamentati spingono la costruzione di infrastrutture anche se la domanda non è sufficiente a giustificarle”, ha dichiarato Ana Maria Jaller-Makarewicz, Lead Energy Analyst per l’Europa di IEEFA.”È ora che l’Italia prenda atto del declino della sua domanda di gas e di quella dei suoi vicini europei – ha aggiunto – L’ambizione del Paese di diventare un hub del gas rischia di mettere a repentaglio la competitività del suo settore energetico, destinando erroneamente il sostegno governativo a progetti dedicati gas che non offrono soluzioni di sicurezza energetica a lungo termine”.Il report si sofferma sul fatto che Snam è il principale beneficiario del programma di incentivi. I ricavi regolamentati dell’azienda sono aumentati di 272 milioni di euro (20,1% su base annua) nella prima metà del 2024. Di questi, la maggior parte (160 milioni di euro) deriva da un costo ponderato del capitale più elevato e dalla crescita degli asset di trasporto e stoccaggio del gas di Snam. Nel 2023, i ricavi regolatori di Snam sono aumentati di 385 milioni di euro. Viene evidenziato che Snam possiede il 61% dei terminal GNL operativi in Italia e il 100% di due nuovi terminal in progetto. L’azienda fornisce il 95% del mercato italiano del gas e detiene la più grande proprietà di gasdotti dell’Unione Europea, per una lunghezza complessiva di quasi 38.000 chilometri.”Se i consumi italiani di gas continueranno a diminuire, nel 2030 la domanda nazionale per il GNL sarà pari a meno di un terzo della capacità di rigassificazione del Paese”, è una delle conclusioni del rapporto.Mercoledì scorso, presentando il nuovo piano al 2029, l’AD di Snam Stefano Venier ha sostenuto che la nave rigassificatrice di Piombino “ha dimostrato la sua strategicità”, come del resto dimostra il fatto che “ha venduto tutta la sua capacità per i prossimi 20 anni”. Venier ha anche evidenziato che, con l’entrata in funzione della BW Singapore a Ravenna, la capacità complessiva di rigassificazione italiana salirà a 28 miliardi di metri cubi, equivalente ai volumi di gas importati dalla Russia nel 2021. LEGGI TUTTO