7 Gennaio 2025

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    DRI, Ivan Geliukh è il nuovo Chief Executive Officer

    (Teleborsa) – DRI, la società del gruppo privato ucraino DTEK che opera in Europa nel settore delle rinnovabili, annuncia la nomina di Ivan Geliukh a nuovo Chief Executive Officer dal primo gennaio 2025. Geliukh prende il posto di John Stuart che ha guidato DRI per circa tre anni, facendola crescere con successo fino a farla diventare uno dei principali operatori nel settore delle rinnovabili nei mercati in cui opera: Croazia, Italia, Polonia e Romania.Nel corso del mandato di John Stuart, DRI è cresciuta sviluppando impianti rinnovabili e sistemi di accumulo per 1,4GW con un team internazionale di quasi 100 professionisti presenti in sei uffici.”È stato un piacere far crescere DRI da start-up a PMI consolidata nella produzione di energia con la missione di accelerare la transizione energetica in Europa. I Paesi UE – dichiara Stuart – hanno obiettivi ambiziosi di diffusione delle energie rinnovabili a cui sono sicuro che DRI darà il proprio contributo. Sono sicuro che Ivan guiderà DRI verso una nuova fase di sviluppo, potendo contare sulla provata esperienza maturata in DTEK”.”Sono onorato di ricoprire questo ruolo in DRI, una delle aziende di DTEK che sta crescendo più velocemente, con la missione di sviluppare ulteriormente l’energia verde e i sistemi di accumulo in Europa – afferma Geliukh –. Ringrazio John per il grande impegno in questi anni; sotto la sua guida DRI è diventata una realtà di rilievo nel settore delle rinnovabili con grandi prospettive. Lavorerò per una crescita significativa con l’obiettivo di realizzare impianti di energia da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo entro il 2030 nei mercati in cui operiamo e di esplorarne di nuovi in tutta Europa”.Geliukh arriva a DRI dopo aver ricoperto la carica di CEO di D.Trading, la società di DTEK attiva nel trading in Europa, dove a partire del 2022 ha guidato l’espansione delle attività in 23 Paesi con 22 attività di trading. Entrato nel Gruppo DTEK dal 2005, Geliukh è stato a capo di DTEK Grids e copresidente dell’Energy Community Distribution System Operators in Electricity (ECDSO-E) nell’ambito dell’Energy Community. LEGGI TUTTO

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    Cintas, offerta da 5,3 miliardi di dollari per acquisire UniFirst

    (Teleborsa) – Cintas ha presentato una proposta al board di UniFirst per acquisire tutte le azioni ordinarie e di classe B in circolazione di UniFirst per 275 dollari ad azione in contanti. La proposta implica un valore totale per UniFirst di circa 5,3 miliardi di dollari e offre agli azionisti di UniFirst un premio del 46% sul prezzo di chiusura medio di novanta giorni di UniFirst al 6 gennaio 2025.La proposta è stata inizialmente consegnata al board di UniFirst l’8 novembre 2024. Nonostante i molteplici tentativi di Cintas di impegnarsi in una discussione collaborativa, tra cui la volontà di identificare potenziali fonti di valore aggiuntivo che consentirebbero a Cintas di aumentare il prezzo dell’offerta e l’apertura della società a esplorare forme alternative di considerazione a vantaggio degli azionisti di UniFirst, il board di UniFirst ha rifiutato di riunirsi.”Crediamo fermamente nell’avvincente adattamento strategico tra le nostre due aziende e la nostra offerta offrirebbe un valore immediato e convincente agli azionisti di UniFirst – ha detto Todd Schneider, CEO di Cintas – La combinazione amplificherebbe anche i vantaggi degli investimenti tecnologici in corso di Cintas e UniFirst per guidare la crescita e avvantaggiare i nostri clienti collettivi e i dipendenti-partner”.”Sebbene avremmo preferito discutere con UniFirst in privato, questa è la seconda volta in quasi tre anni che UniFirst ha rifiutato i nostri tentativi costruttivi di impegnarci in un’offerta estremamente convincente – ha aggiunto – La nostra decisione di pubblicizzare la nostra proposta riflette la nostra convinzione nei meriti della combinazione, il valore che attribuiamo a UniFirst e al suo team e la convinzione che gli azionisti di UniFirst debbano conoscere il valore che possono realizzare. Invitiamo il board di UniFirst, i suoi azionisti di controllo e il team dirigenziale a impegnarsi immediatamente con noi per raggiungere un accordo definitivo reciprocamente accettabile che offra il pieno valore di questa combinazione per gli azionisti e le altre parti interessate”.Il 79% delle azioni ordinarie di UniFirst è detenuto da investitori che possiedono anche azioni Cintas.(Foto: Photo by Sean Pollock on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Wall Street in rosso dopo forti dati macro. Soffrono Tesla e Nvidia

    (Teleborsa) – Seduta negativa a Wall Street, dopo che gli ultimi dati macroeconomici hanno alimentato le speculazioni sulla possibilità che la Federal Reserve lasci i tassi invariati questo mese a causa della forza dell’economia statunitense. In particolare, l’ISM non manifatturiero è aumentato più delle attese a dicembre, il numero di offerte di lavoro negli Stati Uniti è aumentato inaspettatamente a novembre, il deficit commerciale statunitense è aumento a novembre a 78,2 miliardi di dollari.Nel Nasdaq, spiccano i ribassi consistenti di due pesi massimi come Nvidia (ha svelato nuovi prodotti e partnership in occasione dell’importante conferenza tecnologica CES a Las Vegas) e Tesla (Bank of America ha declassato il titolo a “Neutral” da “Buy”).Diversi annunci nel campo dell’M&A: Getty Images si fonderà con Shutterstock in un accordo che valuta la società combinata circa 3,7 miliardi di dollari; Paychex ha annunciato di acquisire Paycor HCM per circa 4,1 miliardi di dollari in contanti; Apollo Global Management e BC Partners hanno stretto un accordo per acquisire una quota di controllo nell’unità di servizi ambientali di GFL Environmental, in un accordo che valuta l’attività a 8 miliardi di dollari canadesi.Tra gli altri annunci societari, Meta Platforms, la società fondata da Mark Zuckerberg che gestisce Facebook, Instagram e Threads, sta terminando il suo programma di fact-checking negli Stati Uniti e lo sta sostituendo con un sistema di “Community Notes” simile a quello di X (ex Twitter, ora di proprietà di Elon Musk).Guardando ai principali indici di Wall Street, il Dow Jones che si ferma a 42.667 punti, mentre, al contrario, cede alle vendite l’S&P-500, che retrocede a 5.934 punti. In rosso il Nasdaq 100 (-1,39%); come pure, in discesa l’S&P 100 (-0,93%).Energia (+1,34%), sanitario (+1,03%) e materiali (+0,63%) in buona luce sul listino S&P 500. Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori beni di consumo secondari (-1,92%), informatica (-1,76%) e telecomunicazioni (-0,95%).In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Merck (+2,65%), Amgen (+2,08%), Johnson & Johnson (+1,99%) e Chevron (+1,78%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Intel, che ottiene -1,58%. Preda dei venditori Amazon, con un decremento dell’1,54%. Giornata fiacca per Goldman Sachs, che segna un calo dell’1,46%. Piccola perdita per Wal-Mart, che scambia con un -0,85%.Tra i best performers del Nasdaq 100, Micron Technology (+16,40%), Moderna (+13,56%), CDW (+5,47%) e Walgreens Boots Alliance (+4,01%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Constellation Energy, che prosegue le contrattazioni a -4,05%. Pessima performance per Nvidia, che registra un ribasso del 3,91%. Si concentrano le vendite su Tesla Motors, che soffre un calo del 3,53%. Vendite su Take-Two Interactive Software, che registra un ribasso del 2,95%. LEGGI TUTTO

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    Newlat Food, informativa mensile su acquisto azioni proprie

    (Teleborsa) – Newlat Food, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto e alla disposizione di azioni proprie, ha comunicato che dall’1 al 31 dicembre 2024, ha acquistato 13.500 azioni ordinarie al prezzo medio di 12,01 euro per un controvalore complessivo di 161.930,00 euro.A seguito degli acquisti e disposizioni finora effettuati, l’azienda agroalimentare italiana detiene 137.063 azioni proprie pari allo 0,31% del capitale sociale.Intanto, a Piazza Affari, discreta la performance di Newlat Food, che si attesta a 12,4 euro, in lieve aumento dello 0,49%. LEGGI TUTTO

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    Arera, Besseghini: “Possibili aumenti bollette gas famiglie tra il +9-10%”

    (Teleborsa) – “L’andamento dei prezzi del gas in questo momento, che è in particolare quello più osservato nella situazione e che trascina i prezzi dell’energia elettrica, è relativamente stabile: dopo essere cresciuto abbastanza siamo arrivati intorno ai 50 euro per megawattora. Adesso i prezzi sono un po’ scesi per effetto dell’ultimo annuncio legato alla chiusura delle transazioni del trasporto del gas attraverso l’Ucraina. Quindi ci aspettiamo certamente una situazione delicata ma non delle crescite confrontabili con quelle che sperimentammo nel 2022 con dei prezzi ben oltre i 100 euro al megawattora o anche più”. È quanto ha sottolineato il presidente di Arera, Stefano Besseghini, in una intervista a Rtl 102.5.Anche se fare delle previsioni per il 2025 è “un po’ difficile” Besseghini ha spiegato che potrebbero esserci aumenti tra il 9 e il 10% per le bollette del gas per la famiglia tipo. “Dipende da quanto una persona consuma – ha spiegato il presidente dell’Autorità – e da come va la situazione. Se teniamo conto che la nostra spesa è scorrevole, come la definiamo noi, quella che simula l’andamento della famiglia tipo, in realtà conosce degli andamenti relativamente stabili rispetto allo scorso anno, se la proiettiamo in avanti, ci sarà un incremento probabilmente del 9-10%, ma sono previsioni difficili da fare ex ante”. “Ci sono due temi: uno – ha proseguito Besseghini – è l’approvvigionamento del gas e l’altro è quello degli stoccaggi e siamo messi relativamente bene da tutti e due i punti di vista. Dal punto di vista degli approvvigionamenti, abbiamo storicamente più punti di ingresso, come l’Algeria, la Libia e il Tap (Gasdotto Trans-Adriatico), che porta il gas a zero. Tra i principali che provengono dal nord non vanno trascurati, perché molto gas arrivava anche dalla Norvegia, quindi dal percorso di nord Europa, e poi si sono aggiunti il cosiddetto gas naturale liquido, che viene approvvigionato principalmente dagli Stati Uniti in questo momento e viene rigassificato in impianti che si trovano sulle coste e lì l’attività più importante è stata quella di aggiungerne due nuovi, per circa 10 miliardi cubi complessivi. I due nuovi, quello di Piombino, già in esercizio da quasi un anno, e quello di Ravenna, che entrerà in esercizio ad aprile, sono importanti perché in grosso modo compensano esattamente quello che è venuto a mancare dalla fornitura attraverso l’Ucraina recentemente”.Poi c’è il capitolo stoccaggi. “Gli stoccaggi si usano per compensare le richieste di picco – ha evidenziato il presidente dell’Authority –. Siamo ancora nella traiettoria di svuotamento ordinaria e non ci sono elementi di criticità da questo punto di vista. Anzi, siamo anche pronti nel caso in cui ci siano picchi di freddo o qualche giornata più fredda del solito, per far fronte in maniera normale. Questo è quello che succede tutti gli anni ed eravamo stati abituati troppo bene negli ultimi due anni con inverni particolarmente miti ed eravamo arrivati alla fine dell’invero con stoccaggi più pieni. Vedremo come usciremo con gli stoccaggi, probabilmente meno pieni dello scorso anno ma nella normalità dello svuotamento di qualunque ragione e poi dovremmo cominciare con il riempimento ad aprile o maggio, c’è bisogno di un percorso che dura diversi mesi. Per il momento non abbiamo problemi in Italia, ma abbiamo due aspetti, uno l’attenzione al prezzo, che ribadisco attenzione al consumo e naturalmente lo teniamo monitorato per capire se ci sono situazioni critiche da qualche parte, e l’altro aspetto è naturalmente quello di mantenere un’attenzione ai prezzi, che sono oggettivamente un po’ alti”. LEGGI TUTTO

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    Italia, UIF: riciclaggio e altre condotte finanziarie illecite valgono 1,5-2,0% del PIL

    (Teleborsa) – Il riciclaggio in Italia nel periodo 2018-2022 vale attorno all’1,5-2,0% del PIL, corrispondente a circa 25-35 miliardi di euro, con il fenomeno che ha un andamento pro-ciclico, ossia crescente nelle fasi di espansione e decrescente nella fasi di recessione. È quanto emerge da uno studio della Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) della Banca d’Italia.I ricercatori affermano che stimare il valore del riciclaggio di denaro è un’attività complessa, trattandosi di un fenomeno non direttamente osservabile e caratterizzato dall’uso di tecniche avanzate per mascherare l’origine illecita dei fondi. Le stime esistenti a livello nazionale dei capitali riciclati risultano frequentemente non paragonabili tra loro e spesso forniscono valori contrastanti. Inoltre, le evidenze empiriche disponibili sono spesso limitate a fenomeni correlati, come il traffico di droga o l’economia sommersa, e non sempre sono replicabili. Una delle stime più citate, formulata dal FMI nel 1998 e basata su opinioni di esperti e analisi non pubblicate, ha ipotizzato un valore annuale del riciclaggio a livello mondiale compreso tra il 2% e il 5% del PIL globale.Lo studio della UIF propone una metodologia robusta e innovativa per la stima del valore del riciclaggio e delle altre condotte finanziarie illecite in Italia. In primo luogo, rispetto alle fonti utilizzate, per la prima volta la stima è basata su informazioni provenienti dalle segnalazioni di operazioni sospette (SOS) ricevute dalla UIF, inviate regolarmente da un’ampia platea di soggetti obbligati in ottemperanza alla normativa antiriciclaggio. In secondo luogo, per quanto riguarda le metodologie proposte, viene implementato un rigoroso processo di selezione per identificare le SOS rilevanti, ovvero quelle che a seguito delle analisi finanziarie condotte dagli esperti della UIF presentano un rischio elevato o hanno ricevuto feedback investigativi positivi da parte degli Organi investigativi. Inoltre, si utilizza un algoritmo di machine learning per calcolare il valore delle transazioni finanziarie segnalato alla UIF atteso (in senso statistico) da ogni banca, in ciascuna provincia italiana.”La stima ottenuta fornisce un importante contributo alla conoscenza del fenomeno del riciclaggio . si legge nel rapporto – Il valore aggregato può rappresentare uno strumento di ausilio alla valutazione dell’esposizione complessiva dell’intero sistema paese al rischio di riciclaggio, mentre la sua scomposizione a livello territoriale potrebbe essere utilizzata come potenziale indicatore diretto di rischio locale. Inoltre, se utilizzato in modelli per la valutazione di politiche economiche con riferimento a un periodo sufficientemente lungo, potrebbe in linea di principio consentire la misurazione dell’impatto che modifiche normative o innovazioni nelle attività di prevenzione e contrasto possono produrre sul valore dei flussi finanziari coinvolti nel riciclaggio”. LEGGI TUTTO

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    USA, il presidente dalla CFTC Rostin Behnam annuncia le dimissioni

    (Teleborsa) – Dopo oltre sette anni alla U.S. Commodity Futures Trading Commission, Rostin Behnam ha annunciato che lascerà la carica di presidente il 20 gennaio. L’ultimo giorno alla Commissione sarà venerdì 7 febbraio. Si tratta dell’agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti che regolamenta i mercati dei derivati ??statunitensi.”Negli ultimi anni, una moltitudine di eventi nazionali e globali hanno messo alla prova la resilienza di tutti i mercati finanziari – ha detto Behnam – Sono orgoglioso che la Commissione abbia costantemente preso decisioni deliberate e intenzionali per garantire una forza continua. Abbiamo lavorato per colmare le lacune normative e l’incertezza. Abbiamo anche coinvolto responsabilmente nuovi entranti per supportare l’innovazione”.In qualità di presidente, “ho guidato l’agenzia concentrandomi sull’identificazione, la valutazione e la gestione dei rischi nei nostri mercati regolamentati – ha aggiunto – Inoltre, ho intrapreso azioni ancorate alla creazione di consenso, rigorosamente entro i limiti della legge e volte a stabilire le opportune protezioni per ridurre al minimo le interruzioni, mantenere un campo di gioco equo per tutte le parti interessate e adempiere alla nostra missione e al nostro scopo”.(Foto: Maxim Hopman on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, a novembre aumento inaspettato delle offerte di posti di lavoro

    (Teleborsa) – Il numero di offerte di lavoro negli Stati Uniti è aumentato a 8,098 milioni nell’ultimo giorno lavorativo di novembre 2024, in crescita dai 7,839 milioni del mese precedente e superiore ai 7,730 milioni attesi dagli analisti. È quanto rilevato dal Report JOLTS dell’U.S. Bureau of Labor Statistics americano, che misura le posizioni di lavoro aperte (Job Openings) e altre metriche del mercato del lavoro.Il numero di posti vacanti è aumentato nei servizi professionali e aziendali (+273.000), finanza e assicurazioni (+105.000) e servizi educativi privati ??(+38.000), ma è diminuito nell’informazione (-89.000).A novembre, il numero di assunzioni è cambiato poco a 5,3 milioni, ma è sceso di 300.000 nel corso dell’anno. Il numero di dimissioni è sceso a 3,1 milioni (-218.000) ed è diminuito di 451.000 nel corso dell’anno. A novembre, il numero di licenziamenti è cambiato poco a 1,8 milioni, ma è aumentato di 219.000 nel corso dell’anno.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO