(Teleborsa) – Via libera del Senato in prima lettura al decreto Ilva con 84 voti favorevoli, 27 contrari e 30 astensioni. Il testo passa ora all’esame della Camera. A favore ha votato la maggioranza insieme ad Azione e Autonomie, contro M5S e AVS mentre hanno annunciato l’astensione Italia Viva e Partito democratico. Il provvedimento varato dal Consiglio dei ministri a metà gennaio prevede l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria su istanza dei soci con almeno il 30% del capitale per le imprese di interesse strategico nazionale con almeno 500 dipendenti e debiti per almeno 300 milioni.
Nel decreto viene prevista poi la possibilità per il Ministero dell’economia di erogare a queste imprese finanziamenti della durata massima di cinque anni, a tassi di mercato, per un massimo di 320 milioni di euro per l’anno 2024. Arrivano anche garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria. In particolare, sono state ampliate le maglie per consentire alle imprese dell’indotto, che hanno difficoltà di accedere al credito per i debiti accumulati, di usufruire del Fondo di garanzia anche in mancanza di valutazioni creditizie particolarmente favorevoli.
Nel corso dell’esame del Senato all’interno del decreto, con un emendamento del governo, è confluito anche il dl relativo all’indotto di Acciaierie d’Italia le cui misure sono state ulteriormente modificate per venire incontro alle esigenze della filiera.
“Ringrazio i senatori per la piena collaborazione manifestata nell’iter del provvedimento che ha consentito di migliorarne il testo, raccogliendo anche ulteriori indicazioni delle forze sociali e produttive. Siamo in una fase decisiva che necessita della massima responsabilità e della più ampia condivisione per salvare gli stabilimenti dell’ex Ilva e rilanciare la siderurgia nazionale, asset fondamentale per riaffermare l’industria italiana. Posso assicurare che questa coesione e responsabilità che oggi emerge dal Senato è quanto ho riscontrato tra i lavoratori di Taranto e anche tra le imprese della filiera e dell’indotto a cui oggi diamo alcune significative risposte”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del voto finale dell’Aula del Senato.
“In sede di conversione sono state approvate una serie di proposte emendative che hanno recepito le richieste che ci sono giunte dall’indotto in queste settimane di confronto e di ascolto delle loro esigenze”, ha aggiunto.