(Teleborsa) – L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha validato le previsioni macroeconomiche del governo contenute nel Documento di Economia e Finanza “in cui il MEF ha tenuto conto dei rilievi dell’Ufficio”. “Le principali variabili del quadro di previsione macroeconomica del DEF sono considerate accettabili, in quanto non eccedono il limite superiore dell’intervallo di valutazione del panel” sottolinea lo stesso UPB. “Va però osservato che le previsioni sul PIL reale e il PIL nominale, direttamente rilevanti per le stime di finanza pubblica, sono al limite superiore su tutto l’orizzonte di previsione, elemento che risulta rilevante considerando i fattori di rischio al ribasso nel medio periodo (tensioni geopolitiche, realizzazione del PNRR) che incombono su queste previsioni” sottolinea l’Ufficio Parlamentare di Bilancio. “Le previsioni macroeconomiche – prosegue – sono infatti esposte a rischi esogeni ed esterni, ma anche interni. I rischi complessivi sono bilanciati nel breve periodo, mentre nel medio termine sono però orientati prevalentemente al ribasso, soprattutto alla fine del quadriennio 2024-27″.
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio “ha rilevato nel DEF una carenza di informazioni in tre ambiti di rilevante importanza per la finanza pubblica e il quadro macroeconomico: le politiche invariate, i bonus edilizi e il PNRR”, ha sottolineato la Presidente Lilia Cavallari nel corso dell’audizione sul DEF alla Commissione Bilancio della Camera. Per le politiche invariate, segnala l’UPB, “è stato nuovamente indicato il solo impatto complessivo sull’indebitamento netto del loro rifinanziamento (19,9 miliardi nel 2025, 23 miliardi nel 2026 e oltre 25 miliardi nel 2027), senza fornire alcuna informazione su quali misure siano incluse in questi importi. Per quanto riguarda Superbonus e Bonus facciate, non è esplicitata l’entità degli importi considerati nei dati di consuntivo nei documenti pubblicati dall’Istat e in quelli del MEF, informazioni importanti anche nel loro stato di stime provvisorie. Sarebbe inoltre importante fornire maggiori informazioni nei documenti programmatici sugli importi previsti per il periodo 2024-27”. Sul PNRR “essendo stata definita la revisione e rimodulazione del Piano, avrebbe dovuto essere reso noto nel DEF il nuovo profilo annuale delle spese distinte per categoria economica, tipologia e tipo di finanziamento”.
Quanto al disavanzo in rapporto al PIL dell’Italia nel 2023 supera la soglia del 3 per cento e, sulla base delle stime del DEF, tale superamento non è temporaneo. È dunque molto probabile che la Commissione europea decida di raccomandare al Consiglio della UE l’avvio di una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia”, ha detto Cavallari. “Il sentiero di correzione – prosegue l’UPB – dovrà tenere conto dell’accordo sulla nuova governance economica europea raggiunto a febbraio che dovrebbe entrare in vigore nella seconda parte dell’anno. Esso prevede una riduzione del saldo complessivo strutturale di almeno 0,5 punti percentuali di PIL annui”