(Teleborsa) – Gli sforzi di espansione di riflettono la sua solida posizione finanziaria, sostenuta da uno dei più grandi buffer di capitale nell’UE, il risultato di una solida generazione di utili e di un’ottimizzazione delle attività ponderate per il rischio. Lo afferma Scope Ratings dopo l’offerta per , sottolineando che anche l’ampia capitalizzazione di mercato del gruppo, rafforzata dal forte aumento del prezzo delle sue azioni dal 2021, è di supporto.
Viene evidenziato che la sua offerta in azioni per Banco BPM consuma solo 70 bp del coefficiente di capitale CET1 di UniCredit. Alla fine di settembre 2024, UniCredit ha mantenuto buffer di capitale leader del settore di 593 bp al di sopra dei requisiti normativi minimi, offrendo ampio spazio per manovre strategiche.
“Consideriamo la mossa di UniCredit ampiamente positiva, ma chiaramente aumenterà la dipendenza del gruppo dall’Italia e indebolirà i suoi recenti sforzi di diversificazione geografica espandendo la sua impronta paneuropea – scrive l’analista Alessandro Boratti – Questa maggiore esposizione italiana potrebbe avere un impatto sui costi di finanziamento se il rischio sovrano italiano dovesse aumentare. Con Banco BPM, l’Italia avrebbe rappresentato il 56% dei ricavi del gruppo nei nove mesi, in aumento rispetto al 46%”.
Boratti sottolinea anche che integrare organizzazioni complesse con culture aziendali diverse (Banco BPM era precedentemente un gruppo cooperativo) comporta un rischio di esecuzione. UniCredit potrebbe anche dover addolcire la sua offerta per conquistare gli azionisti e il management di Banco BPM, il che potrebbe non piacere ai suoi stessi azionisti.
L’accordo proposto con Banco BPM presenta comunque diversi vantaggi per UniCredit. Consoliderebbe la sua posizione di secondo gruppo più grande in Italia, sfidando la leadership di . La quota di mercato nazionale dell’entità combinata in prestiti e depositi aumenterebbe rispettivamente al 15% e al 14% (dal 9% in entrambi i casi), mentre il potere di determinazione dei prezzi aumenterebbe, in particolare nelle ricche regioni del nord Italia come Lombardia, Piemonte e Veneto.
Se l’attuale offerta di Banco BPM per il resto di , il più grande gestore patrimoniale indipendente in Italia, avesse successo e UniCredit andasse ad acquisire con successo BPM, l’attività di gestione patrimoniale di UniCredit sarebbe chiaramente rafforzata “in modo sostanziale”.
Con riferimento all’intero comparto bancario, Scope Ratings afferma che una fusione di successo tra UniCredit e Banco BPM eliminerebbe un attore importante per il consolidamento, lasciando ai restanti gruppi bancari meno opzioni per rafforzare le loro posizioni di mercato. Inoltre, ridurrebbe significativamente la probabilità dell’emergere di un terzo grande gruppo, a lungo promosso dal governo italiano.