(Teleborsa) – ha chiuso il primo trimestre del 2024 con un utile netto pari a 2,6 miliardi di euro (sopra i 2,3 miliardi del consensus fornito dall’azienda), in calo del 9,0% trim/trim interamente per via dei 0,9 mld di DTA da perdite fiscali riportate a nuovo come risultanti da test di sostenibilità nel 4trim23, e in rialzo del 23,9% a/a. La banca ha registrato 6,3 miliardi di ricavi netti (superiori al consensus di 5,94 miliardi), in rialzo del 10,9 per cento rispetto allo scorso trimestre e del 7,5 per cento anno su anno. Questa performance è stata sostenuta da un margine di interesse (NII) per 3,6 miliardi, da commissioni per 2,1 miliardi, e da rettifiche per perdite su crediti (LLP) per 0,1 miliardi.
Il margine di interesse è diminuito dello 0,9 per cento rispetto allo scorso trimestre o aumentato del 5,3 per cento al netto delle rettifiche per perdite su crediti, una performance che la banca descrive “solida nonostante il minor numero di giorni di calendario nel trimestre”. I prestiti commerciali lordi medi in bonis sono diminuiti del 1,3 per cento rispetto al trimestre precedente, con il gruppo che ha mantenuto la sua attenzione verso rendimenti accrescitivi del capitale ed aggiustati per il rischio, limitando i volumi complessivi e focalizzando l’attenzione sulla crescita dell’esposizione verso clienti e segmenti di qualità e redditizi, con aumenti nel segmento delle PMI e del credito al consumo, compensati da una riduzione nei segmenti large corporates e mutui e da volumi di mercato complessivamente inferiori in Italia, Germania e Austria. La gestione complessiva del pass-through sui depositi è rimasta disciplinata, con quest’ultimo che ha chiuso a circa il 30 per cento nel 1trim24. Il margine di interesse è aumentato del 8,5 per cento anno su anno.
Il CET1 ratio di UniCredit è aumentato ulteriormente al 16,23 per cento, in ampio eccesso rispetto al nostro obiettivo manageriale del 12,5-13 per cento e già al netto degli 8,6 miliardi relativi alle distribuzioni del 2023 così come dei 2,6 miliardi di accantonamento della distribuzione per il 2024. L’ammontare degli overlay su esposizioni in bonis si è attestato a 1,8 miliardi.
Il gruppo ha confermato il suo Costo del Rischio (CoR) strutturalmente basso e stabile a 10 pb nel 1trim24, iscrivendo a bilancio 0,1 miliardi di rettifiche per perdite su crediti. Il CoR sottostante, ovvero a livello di gruppo esclusa la Russia e al netto dei cambiamenti relativi agli overlay rilasciati durante il trimestre, si è attestato nel 1trim24 a 19 pb, più alto del CoR contabile principalmente in ragione delle riprese di valore.
La guidance finanziaria per l’utile netto del FY24 è migliorata ad oltre 8,5 miliardi, con invariato RoTE di circa il 16,5 per cento e una generazione organica di capitale superiore ai 300 punti base. Guidance sulla distribuzione a valere sul FY24 aumentata ad in linea con il 2023.
A seguito dell’approvazione degli azionisti e dell’autorità di vigilanza, l’inizio della seconda tranche del programma di riacquisto di azioni proprie a valere sull’utile netto del 2023 per 3,1 miliardi è previsto il prima possibile successivamente ai risultati del 1trim24, soggetto alle condizioni del mercato. La prima tranche del riacquisto di azioni proprie a valere sull’utile netto del 2023 per un ammontare di 2,5 miliardi è stata conclusa in data 7 marzo 2024.
UniCredit intende impiegare o distribuire agli azionisti il suo capitale in eccesso al più tardi entro il 2027. Escludendo opzioni di crescita inorganica, UniCredit prevede che le distribuzioni totali annue medie4 tra il FY25 e il FY26 saranno superiori alle distribuzioni relative al FY24, con una politica sui dividendi pari o superiore al 40% e riacquisti di azioni proprie con limite massimo corrispondente alla generazione organica di capitale in combinazione con l’impiego del capitale in eccesso. Nell’eventualità in cui il capitale in eccesso dovesse essere utilizzato per opportunità di crescita inorganica, che sarebbero intraprese secondo criteri stringenti, il livello delle distribuzioni annuali nel periodo FY25-FY26 dipenderebbe dal rendimento delle acquisizioni, che dovrebbero presentare rendimenti post sinergie vantaggiosi rispetto a quello derivante dal riacquisto di azioni proprie.