(Teleborsa) – Evolvere la corporate governance per generare impatto all’interno e all’esterno dell’azienda e promuovere una cultura di integrità, equità e inclusione. È il concetto alla base della Governance Trasformativa, l’approccio che può consentire al settore privato di agire come attore per il cambiamento sociale, economico e ambientale richiesto dall’Agenda 2030 Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. A sottolineare la necessità di questa trasformazione nell’orientamento di business, sono stati i 25 CEO, Presidenti e Top Manager italiani che hanno preso parte al Business & SDGs High Level Meeting promosso da UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia) e ospitato da Pirelli & C.
Come afferma l’Edelman Trust Barometer 2023, in un mondo in cui è diffusa la mancanza di fiducia nelle istituzioni, il settore privato è visto come l’attore sociale più etico e competente. Ai Top Manager è sempre più richiesto un impegno sulle sfide internazionali, per agire sul miglioramento del benessere anche economico dei lavoratori, sul contrasto al cambiamento climatico e sulla riduzione delle disuguaglianze. Il settore privato assume, quindi, un ruolo importante. Da un lato deve promuovere modelli di business più responsabili, inclusivi, prosperi e sostenibili, rafforzando un clima di fiducia con le Istituzioni pubbliche e la società civile; dall’altro è chiamato a rispondere a obblighi di rendicontazione stringenti e trasparenti in merito alle proprie iniziative di sostenibilità. La risposta in questo contesto sfidante è il concetto di Governance Trasformativa che consente anche di rafforzare le dimensioni environment e social attraverso l’impiego di strumenti di gestione aziendale con un raggio di azione sempre più ampio, con l’obiettivo di concretizzare un cambiamento effettivo negli orientamenti del settore privato.
Giunto alla nona edizione, il Business & SDGs High Level Meeting è l’evento annuale di UNGCN Italia dedicato agli Amministratori Delegati e ai Presidenti delle aziende italiane impegnate sull’Agenda 2030. Fin dal 2016, il Meeting si caratterizza come hub per un confronto e dialogo di altissimo livello sui temi dello sviluppo sostenibile.
“Il focus di quest’anno è la Governance Trasformativa, un concetto che deve necessariamente assumere un ruolo sempre più centrale nelle agende di sostenibilità delle imprese e, in particolare, dei leader e manager organizzativi – ha dichiarato Marco Frey, Presidente di UNGCN Italia –. La governance trasformativa modifica la tradizionale concezione di corporate governance, superando la logica di gestione del rischio e proponendo un nuovo approccio più strutturato, articolato e olistico. In questo senso, la governance trasformativa diventa elemento chiave per dare all’impresa una spinta ulteriore verso l’integrazione della sostenibilità al livello di governance, strategie e processi per orientare il purpose aziendale verso la generazione di profitto economico ma anche di valore condiviso, all’interno della propria organizzazione e nell’ecosistema esterno in cui essa opera. I leader aziendali sono chiamati a generare un impegno concreto e quotidiano da parte di tutte le funzioni e tutti i livelli coinvolti nelle attività dell’impresa. In questo modo, l’impresa può giocare un ruolo nuovo in sinergia con tutti gli attori esterni”.
“Con il crescente impegno dei leader aziendali sulle questioni di carattere politico e sociale, – ha detto Michelle Breslauer, Senior Manager, Governance and Peace di UN Global Compact – è fondamentale che le imprese si attivino in questo percorso in modo responsabile e collaborativo. La governance si fa, quindi, più complessa che mai, con crescenti responsabilità di gestione del rischio e di compliance e una sempre maggiore richiesta di trasparenza, etica e responsabilità. In linea con l’SDG16 dell’Agenda 2030, la Governance Trasformativa richiede alle imprese di integrare i principi di sostenibilità internamente e di contribuire a rafforzare le istituzioni pubbliche, le leggi e i sistemi. Mettere in campo azioni concrete nella Governance Trasformativa può mitigare i rischi, supportare i quadri normativi di compliance e far guadagnare la fiducia di stakeholder chiave, come investitori, consumatori e dipendenti”.
“Il concetto di Governance Trasformativa – ha detto Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia – implica un pieno coinvolgimento di tutti gli stakeholder aziendali, sia all’interno che all’esterno del perimetro dell’organizzazione. Internamente, il CdA deve guidare l’impresa e perseguire il successo delle strategie di sostenibilità. Al tempo stesso, per garantirne la piena integrazione e attuazione nei processi decisionali e operativi quotidiani, è importante che le competenze di sostenibilità siano pervasive e presenti a tutti i livelli, dal Top Management ai dipendenti, in modo che il tema diventi parte della cultura interna. Dal punto di vista esterno, le partnership multistakeholder e le azioni collettive sono estremamente rilevanti. Una forte alleanza con le catene di fornitura e associazioni di categoria consente ai Big Player di agire da supporto, accompagnamento e traino delle imprese di piccole dimensioni e attuare, così, percorsi di transizione solidi e coerenti, fondamentali per la competitività dell’impresa stessa e dell’economia in generale”.
“La buona governance è una soluzione efficace alla diversità di interessi – ha spiegato Alessandro Carretta, Professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Roma Tor Vergata –. Guardando alla dimensione interna, il CdA è l’organo interno all’azienda in cui esiste un sistema di relazioni professionali e sociali, e da cui originano dinamiche che possono orientarsi a una logica trasformativa. Il CdA, per emanare una buona Governance, deve possedere diversi elementi, fra cui lungimiranza strategica, senso etico, indipendenza di giudizio dei suoi membri, competenza adeguata e impegno attivo, capacità di lavorare come squadra. Infine, deve includere le diversità, non solo di genere, ed essere eterogeneo. Il buon CdA non deve cedere al conformismo che uccide l’innovazione, ma saper prendere decisioni scomode e coraggiose che portano sempre una migliore competitività dell’azienda”.
“La strategia di sostenibilità di Pirelli, da sempre integrata nel nostro modello di business, ci ha consentito di diventare un punto di riferimento nel comparto automotive grazie ad azioni concrete in tutte le dimensioni ESG. Mitigare gli effetti del climate change, realizzare pneumatici sempre più sostenibili, investire sulle competenze delle nostre persone e dotarsi di una governance allineata ai più elevati standard internazionali, sono, infatti, le direttrici che guidano quotidianamente il nostro impegno”, ha affermato Andrea Casaluci, CEO di Pirelli & C.
In conclusione, Frey ha evidenziato che “il CdA ha un ruolo chiave come propulsore per creare la cultura e trasferire l’impegno e la diffusione del concetto di sostenibilità in azienda, così come nel creare rappresentazioni in cui le persone si riconoscano. La sfida del futuro sarà il coinvolgimento dei talenti all’interno dell’impresa, non solo in un’ottica di futura buona governance, ma anche per accrescere le competenze del gruppo di lavoro. Una volta definito il percorso strategico, è necessario mettere in pratica la trasformazione attraverso l’applicazione di processi (execution), investimenti e innovazione, ma anche grazie alle partnership con clienti, fornitori e istituzioni”.