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Turismo delle radici: attrarre in Italia comunità della diaspora può generare fino a 141 miliardi di euro

(Teleborsa) – Il turismo delle radici rappresenta un’opportunità economica significativa per l’Italia, con un impatto potenziale di 65 miliardi di euro di spesa diretta e fino a 141 miliardi di euro se si considera il moltiplicatore economico del turismo. Brasile, Argentina e Stati Uniti d’America sono le principali fonti potenziali di turisti delle radici, riflettendo i flussi migratori storici. A livello territoriale, Veneto, Campania e Sicilia sono le regioni che possono ottenere i maggiori benefici dal turismo delle radici, grazie al loro passato di emigrazioni all’estero. È quanto emerge dal Position Paper “La disapora come ritorno a casa. Massimizzare l’impatto socio-economico per l’Italia e le sue comunità transfrontaliere dal turismo alla ricerca delle proprie origini” presentato in occasione del primo giorno dei lavori del Forum “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” a Villa d’Este di Cernobbio, durante la sessione in cui è intervenuto Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e moderata da Ferruccio de Bortoli, editorialista del Corriere della Sera.

Il Position Paper analizza l’importanza strategica per l’Italia della rete rappresentata dalle popolazioni di origine italiana nel mondo, con particolare attenzione alle potenzialità del turismo delle radici nei suoi validi e molteplici aspetti socio-economici. Lo studio approfondisce anche le esperienze di successo e le politiche adottate dall’Italia e da altri Paesi, europei ed extraeuropei, che sono intervenuti per rafforzare il legame con le comunità di emigrati all’estero nella direzione di un “ritorno a casa” e di una riconnessione con le aree locali di origine dei propri antenati. Vengono inoltre proposte alcune aree di intervento per l’Italia per valorizzare questa diffusione del “patrimonio” nel mondo, alla luce delle sfide poste dall’evoluzione dello scenario internazionale e dalla trasformazione in atto dell’industria turistica.

La crescita del turismo delle radici spinge l’economia del turismo in Italia

L’Italia è una potenza turistica globale, avendo contato nel 2023 oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di pernottamenti, con i turisti internazionali (52,4% del totale) che hanno superato i visitatori nazionali. La ricca storia di emigrazione dell’Italia – si legge nel report – ha generato una vasta diaspora, con una stima di 80 milioni di discendenti italiani nel mondo, come effetto di due grandi ondate di emigrazione. La diaspora offre un’opportunità significativa per il “turismo delle radici”, un settore in crescita in cui i discendenti visitano la loro patria di origine. Il turismo delle radici rappresenta circa il 15% delle presenze turistiche totali in Italia, con un mercato potenziale proveniente principalmente da Brasile, Argentina e Stati Uniti. Il 97,3% degli intervistati tra gli oriundi italiani ha espresso il forte desiderio di visitare l’Italia per entrare in contatto con il proprio patrimonio di origine: i turisti delle radici tendono a rimanere più a lungo (in media 9,8 giorni rispetto ai 6,8 giorni dei visitatori internazionali che pernottano), contribuendo alle economie locali, soprattutto nelle regioni meno conosciute.

“Il turismo delle radici – ha affermato Tajani – è una grande opportunità per rafforzare i rapporti con le nostre comunità all’estero e per far conoscere i piccoli borghi e le comunità rurali italiane che spesso non vengono valorizzate dal turismo di massa, creando nuovi ponti di dialogo e promuovendo un’immagine dell’Italia all’estero più contemporanea e a tutto tondo. Il turismo di prossimità è tra le priorità del Ministero degli Affari Esteri del Governo italiano, in quanto rappresenta un prezioso volano di crescita e sviluppo per i nostri territori. Continueremo a implementare e ampliare questo progetto di successo”.

“Il turismo della diaspora – ha commentato Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti d’America – è un’esperienza personale e familiare molto più articolata e profonda di quella dei viaggiatori stranieri che non hanno legami con l’Italia. I cittadini italiani all’estero e i migranti di prima generazione, nati in Italia, tornano nel nostro Paese per riconnettere sé stessi e avvicinare i propri figli al proprio territorio, alla propria storia. I migranti di seconda e terza generazione sono motivati dal desiderio di riscoprire, attraverso le radici italiane della propria famiglia, una parte della propria identità, e di appropriarsi di un senso di italianità di cui sono orgogliosi, insieme al sentimento di appartenenza alla comunità del proprio Paese, come vediamo ogni giorno nella straordinaria comunità degli italo-americani”.

L’Italia ha definito obiettivi strategici e lanciato specifiche iniziative per promuovere il turismo delle radici

Nel riconoscimento del crescente interesse per il turismo delle radici e dei suoi potenziali benefici, il Governo italiano ha dichiarato il 2024 “Anno delle radici italiane nel mondo”. Al centro di questa iniziativa c’è il programma “Italea”, un progetto globale con un valore complessivo di 20 milioni di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNR), pensato per valorizzare il turismo delle radici in tutta Italia. “Italea” mira a mettere in contatto i discendenti italiani nel mondo con il loro patrimonio attraverso viaggi, itinerari personalizzati e accesso alle risorse genealogiche. Il programma cerca di facilitare i viaggi verso i villaggi degli antenati, i punti di riferimento locali e gli eventi culturali. L’iniziativa esistente dovrebbe essere potenziata ampliando le opzioni linguistiche disponibili sul sito web, migliorando gli strumenti di ricerca genealogica ed espandendo la rete di partner commerciali. “Chiamando a casa i suoi immigrati e i loro discendenti, il Governo italiano li lega ulteriormente alla loro madrepatria ancestrale e alle numerose piccole città e villaggi del Paese che un tempo erano costretti a fornire un esodo di emigranti – ha affermato Robert E. Carlucci, chairman della National Italian American Foundation—NIAF –. Oggi, quegli stessi emigranti e le loro generazioni successive hanno dato grande lustro all’Italia con la loro fatica e il loro successivo successo in tutto il mondo. Essi sono ora nella posizione di riscoprire le loro origini italiane in un modo che non solo offre loro i benefici del contatto fisico con i parenti e i luoghi importanti per le loro storie familiari, ma offre anche a molti piccoli borghi i benefici economici di un afflusso di turisti che hanno un legame diretto con quei particolari luoghi. Il vantaggio residuo di questo contatto tra la diaspora italiana e le loro città d’origine è un legame molto più stretto che spesso si traduce in investimenti da parte dei discendenti degli italiani. Tali investimenti, a loro volta, costituiscono la base per un legame permanente tra queste città italiane e i loro immigrati, ansiosi di dimostrare il loro continuo affetto alla terra dei loro antenati”.

Numerosi Paesi hanno coinvolto le comunità della diaspora per rafforzare la crescita del turismo e la riconnessione culturale

Le iniziative di successo di vari Paesi dimostrano l’importanza di avviare strategie a 360 gradi che includano lo stanziamento di risorse finanziarie e l’accessibilità dei servizi di ricerca genealogica: l’attuazione di azioni di marketing mirato e di sensibilizzazione personalizzata (come, ad esempio, le iniziative culturali della Francia e le visite in Corea del Sud per i giovani coreani d’oltremare); l’organizzazione di eventi e campagne a tema su larga scala, come nel caso di “The Gathering Ireland” (2013) e dell'”Anno del ritorno a casa” (“Year of Homecoming”) della Scozia (2009 e 2014); lo sviluppo di strumenti e piattaforme digitali per la pianificazione dei viaggi, come nel caso del sito web dedicato ai cittadini tedesco- americani in Germania; la promozione di partnership con organizzazioni locali e internazionali, come l’iniziativa egiziana “Nostos: Reviving Roots” lanciata dall’Egitto insieme a Grecia e Cipro; l’offerta di un sostegno continuo da parte dei governi attraverso agenzie dedicate (come l’Overseas Chinese Affairs Office della Cina) o ministeri della diaspora (come in Armenia, Messico e India).

Lo Studio ha individuato 6 aree prioritarie d’intervento per attrarre le comunità transfrontaliere della diaspora e valorizzare il potenziale del turismo delle radici in Italia. La definizione di una solida struttura di governance multi-ministeriale e di una strategia nazionale è un primo punto d’azione per elevare il turismo delle radici da iniziativa temporanea ad asset strategico permanente per l’Italia. Questo approccio mira a definire una strategia coesa e a lungo termine che sfrutti pienamente il potenziale del turismo delle radici. Dovrebbe essere istituita – evidenzia il report – una Cabina di Regia multi-ministeriale, che coinvolga i ministeri chiave, tra cui gli Affari Esteri, il Turismo e la Cultura, per sviluppare una strategia nazionale per il turismo delle radici. Per ovviare all’attuale mancanza di un rappresentante governativo univoco per le comunità italiane all’estero, si potrebbe nominare un viceministro specifico per gli italiani all’estero.Per offrire esperienze significative ai turisti delle radici, la valorizzazione dell’offerta territoriale e culturale dell’Italia dovrebbe rappresentare una seconda area di intervento per una roadmap del turismo delle radici. Ciò include la creazione di una rete strutturata di “città italiane della migrazione” con infrastrutture e servizi migliori, come strutture residenziali, collegamenti di trasporto e connettività digitale. Inoltre nell’analis isi raccomanda di integrare le iniziative di turismo di prossimità con il programma delle “Capitali italiane della cultura” e con l’imminente Giubileo del 2025, per creare esperienze più immersive e ricche di significato per i discendenti di emigrati italiani.

Il riconoscimento della doppia cittadinanza, si legge nel report, è una pietra miliare per una strategia efficace per entrare in contatto con le comunità della diaspora, ma il sistema attuale dovrebbe essere completamente rivisto, attraverso uno snellimento del processo di richiesta della cittadinanza, l’adozione di un approccio multiforme che preveda la digitalizzazione delle procedure, l’aumento delle risorse per la rete consolare e l’aggiornamento del quadro legislativo. Dovrebbero inoltre essere implementati meccanismi di finanziamento solidi e strutturati per potenziare le comunità della diaspora italiana all’estero e sostenere lo sviluppo dei piccoli comuni. Queste azioni dovrebbero attingere da fonti pubbliche e private, con criteri di assegnazione chiari basati sull’importanza strategica, sul potenziale di collaborazione e sull’allineamento con gli obiettivi di diplomazia culturale ed economica dell’Italia. Ciò potrebbe includere sovvenzioni annuali, finanziamenti basati su progetti e programmi di sostegno finanziario a lungo termine per le comunità e associazioni della diaspora.

La piena visione d’insieme e comprensione circa lo stato dell’arte sui discendenti italiani nel mondo e i loro comportamenti di viaggio – secondo lo studio – è un quinto pilastro per una roadmap dell’Italia incentrata sul turismo delle radici. Si potrebbe sviluppare una categoria statistica specifica per il turismo della “scoperta delle radici”, superando le attuali categorie legate alla “visita ad amici e parenti”. Anche il potenziamento delle capacità di ricerca genealogica è fondamentale, con proposte per dotare i comuni di personale qualificato, archivi digitalizzati e risorse finanziarie per assistere la ricerca degli antenati. Per le comunità più piccole, i punti di contatto regionali potrebbero fornire il supporto necessario. Inoltre, la creazione di una banca dati nazionale, simile a quelle implementate in Irlanda e Scozia, faciliterebbe notevolmente il processo di ricostruzione delle origini italiane. Infine, una vasta campagna di comunicazione e sensibilizzazione è essenziale per promuovere e implementare efficacemente il turismo delle radici (con azioni tra cui: ridefinirne la terminologia per catturare meglio l’essenza emotiva di questi viaggi, sfruttando gli eventi e le tradizioni locali; incoraggiare la produzione di film e serie televisive su storie di successo della diaspora italiana e promuovere l’apprendimento della lingua italiana in tutto il mondo).

L’impatto potenziale del turismo della ricerca delle proprie origini può agire da catalizzatore per rilanciare il settore

“Il successo delle esperienze internazionali che abbiamo analizzato – ha commentato Lorenzo Tavazzi, senior partner, esponsabile dello Sviluppo Internazionale e Board Member di TEHA Group – mette in luce le numerose leve su cui si può agire a supporto del rafforzamento e della valorizzazione del turismo delle radici. Oltre a determinare un significativo impatto dai Paesi al centro della diaspora italiana nel mondo e benefici per le regioni da cui generazioni di Italiani sono partite, il turismo delle radici può anche svolgere un ruolo cruciale nel ridurre la stagionalità del turismo in Italia. Aggiungendo solo il 2% dei potenziali turisti delle radici durante la bassa stagione (da gennaio a giugno e da settembre a dicembre), si potrebbe ottenere un flusso di visitatori più costante durante tutto l’anno. Questa forma di turismo non solo offre notevoli vantaggi economici, ma contribuisce anche a un settore turistico più sostenibile e stabile, distribuendo i flussi turistici in modo più uniforme durante tutto l’anno”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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