(Teleborsa) – , dopo la presentazione del nuovo piano industriale 2024-2026 “Free to Run”, il tonfo in Borsa e i dubbi degli analisti sul percorso del debito, ha fornito alcune precisazioni. In particolare, ha detto che il debito netto pro-forma al netto del deleverage stimato per l’operazione Netco, pari a circa 6,1 miliardi di euro al 31 dicembre 2023, è atteso alla fine del 2024 pari a circa 7,5 miliardi di euro.
Tale variazione è riconducibile a sia alla gestione ordinaria – ovvero l’EBITDA AL al netto degli investimenti, gli oneri finanziari, l’andamento del Net Working Capital (NWC), le minorities di TIM Brasil e la componente tasse e altri oneri – e la gestione straordinaria – ovvero impatti connessi all’operazione Netco quali i costi da separazione, gli eventuali impatti da price adjustment e ulteriori partite relative al Net working Capital (si veda pag. 64 della presentazione del CMD 2024).
Quanto ai flussi di cassa 2025-2026, TIM precisa che nel 2025 il Net cash flow è atteso intorno allo zero e nel 2026 intorno a 0,5 miliardi di euro.
Questi livelli di Net cash flow, se normalizzati, portano a un valore intorno agli 0,4 miliardi di euro nel 2025 e agli 0,8 miliardi di euro nel 2026. I fattori di normalizzazione dei flussi di cassa sono connessi a uscite di cassa straordinarie a livello di working capital principalmente correlate all’effettiva liquidazione del personale oggetto di iniziative di incentivo all’esodo già attivate e alla normalizzazione dei costi del debito dovuta all’impatto del miglioramento atteso del merito di credito (il rating) che consentirà alla società di implementare, a tendere, una più efficiente gestione del margine di liquidità e alla diminuzione degli oneri correlati alle partite straordinarie.
TIM conferma, quindi, la guidance 2024-2026 illustrate al mercato. Precisa, inoltre, che eventuali upside alla guidance potrebbero derivare dagli earn-out connessi all’operazione Netco e dalla possibile cessione di Sparkle, il cui processo è tutt’ora in corso.