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Superbonus, maggioranza spaccata: polemica Tajani-Giorgetti

(Teleborsa) – Sale la tensione nella maggioranza mentre si attende in Commissione finanze al Senato l’emendamento del governo annunciato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al dl superbonus. La Commissione tornerà a riunirsi martedì alle 9,30 e alle ore 18 di lunedì 13 maggio scade il termine per i subemendamenti. Al centro c’è la rateizzazione dei crediti in 10 anni che riguarderà l’anno finanziario 2024. Nel testo anche l’estensione ad altri territori che hanno subito sismi o alluvioni della possibilità della cessione del credito ma con un tetto, un tetto di spesa sarà previsto anche per gli interventi sugli immobili del terzo settore. Qualche modifica riguarderà la remissione in bonis per pratiche che hanno avuto errori importanti ma di carattere materiale, come errori di trasmissione o di compilazione. Nel decreto sarà introdotta anche una norma, approfondita in Commissione, volta a coinvolgere i Comuni nei controlli sul campo dei cantieri del superbonus con un ristoro per gli enti intorno al 50% di quanto viene recuperato. Un altro emendamento, che porterà la firma del relatore – secondo quanto si apprende – conterrà una norma interpretativa che definisce l’intervento da parte dell’Agenzia delle Entrate in linea con lo Statuto del contribuente.

Ma, dopo l’allarme lanciato da banche e imprese che quantificano in almeno 16 miliardi i lavori interessati, l’obbligo di spalmare i crediti del Superbonus su 10 anni spacca anche la maggioranza. “Ho qualche perplessità sulla retroattività dell’ultima proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – ha commentato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando alla platea del Family Business Forum di Lecco –. Come Forza Italia vogliamo ascoltare le imprese e le banche per capire se ci sono dei danni o se bisogna intervenire in Parlamento per fare delle proposte, fermo restando l’intervento indispensabile per fermare i danni del superbonus”. Tajani si è mostrati dubbioso anche sul passaggio dei rimborsi da quattro-cinque a dieci anni: “forse sono troppi”.

“Aspettate i testi, non le fantasie” è stata la risposta del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, a margine di un incontro organizzato da Confindustria Lombardia e Politics sull’Europa. “Aspettate l’emendamento, stiamo parlando di fantasie che leggo sui giornali, sui siti che io non conosco. Lo dite voi”, ha aggiunto rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento sull’emendamento al Superbonus atteso da parte dell’esecutivo. “Anche io faccio l’interesse degli italiani. È una proposta di Giorgetti, non è una proposta del governo, perché io non sono mai stato consultato. Valuteremo i contenuti – ha replicato Tajani –. Voglio vedere il testo, ma non c’è nessuna polemica. Soltanto uno può avere dei dubbi, perché se è una decisione collegiale, ma una decisione individuale si valuta e si discute”.

La linea del Mef è circoscrivere la norma alle spese sostenute nell’esercizio del 2024: quindi una retroattività “limitata”. Non abbastanza, però, da attenuare le preoccupazioni delle imprese. L’Ance, sulla base delle dichiarazioni di Giorgetti in Parlamento secondo cui l’emendamento è finalizzato a recuperare almeno 2,4 miliardi nel 2025-2026, stima che saranno interessati “almeno 16 miliardi di lavori attualmente in corso”. Per capire che il 110% era “uno sfascio della finanza pubblica” non si doveva aspettare la primavera del 2024, osserva il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, cui non va giù che si debba “pagare delle tasse in termini retroattivi, senza certezza del diritto”. Federcostruzioni prevede “danni pesantissimi” per la filiera. E l’Unione dei piccoli proprietari immobiliari stima che l’80% dei condomini sia a rischio causa.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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