(Teleborsa) – Nel 2023 solo il 4,4% dei lavoratori e delle lavoratrici italiane hanno potuto svolgere, per almeno la metà del monte ore settimanale, la propria attività lavorativa in modalità di lavoro agile. La media Ue è del 9%. Secondo i dati Eurostat il nostro Paese è tra gli ultimi nella classifica dei Paesi Ue per quanto riguarda l l’utilizzo del lavoro da remoto. Primato che va invece alla Finlandia con un 22,4% di lavoratori e lavoratrici che svolgono più della metà della settimana in smart working
Smart working che, tra l’altro, aiuta l’ambiente: due giorni a settimana di lavoro da remoto evitano, infatti, l’emissione di 480 chilogrammi di Co2 all’anno a persona grazie alla diminuzione degli spostamenti e il minor uso degli uffici.
Non solo vantaggi, ovviamente. Lavorare da casa implica, infatti, un maggiore utilizzo degli elettrodomestici e la necessità di avere ambienti ben riscaldati per tutta la giornata, in inverno con un aggravio piuttosto consistente sulle bollette di luce e gas.