(Teleborsa) – Con l’approvazione, ieri in Cdm, del decreto legislativo che riordina il sistema di riscossione dei tributi (dlgs Riscossione) – il decimo decreto attuativo delle delega approvato e operativo – il Governo ha completato la riforma del Fisco. Oltre ai 10 decreti fiscali approvati in via definitiva, il governo ha approvato in via preliminare altri 4 provvedimenti su dogane, imposizione indiretta, imposizione diretta e un primo correttivo su concordato, adempimento collaborativo, calendario fiscale. “Con questo avremo un quadro completo della materia. Ulteriori interventi richiederanno ulteriori risorse” ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.L’obiettivo del decimo decreto della delega fiscale targata Meloni-Leo è rendere la riscossione più veloce ed efficiente, snellendo l’enorme magazzino di debiti fiscali, arrivato alla cifra di 1.200 miliardi. Dopo i pareri parlamentari, il provvedimento sulla riscossione è tornato in cdm arricchito dei suggerimenti delle commissioni Finanze.
Tra le principali misure contenute nel provvedimento figura l’allungamento dei tempi per saldare i debiti con il fisco, con il passaggio graduale dalle attuali 72 ad un massimo di 120 rate mensili su un orizzonte di 10 anni e il discarico automatico delle cartelle non riscosse entro 5 anni.
Il Governo punta a concentrare l’attività di riscossione sui crediti con maggiori possibilità di recupero attraverso un piano annuale delle attività di recupero svolte da Agenzia delle Entrate-Riscossione, da inserire nell’ambito della convenzione stipulata tra il Mef e l’Agenzia delle entrate.
Dal primo gennaio 2025 entrerà in vigore il discarico automatico delle cartelle a 5 anni: dopo cinque anni di tentativi di riscossione andati a vuoto, l’agente restituirà la cartella all’ente che l’ha emessa. Per i carichi che saranno affidati nel 2025, il discarico automatico opererà al 31 dicembre 2030, per quelli che saranno affidati nel 2026 opererà al 31 dicembre 2031, e così via. A quel punto l’ente creditore potrà cercare di incassarli per conto suo, magari affidandosi a enti privati di riscossione e cartolarizzando – qui la novità introdotta dopo l’esame parlamentare – il credito.
Sull’arretrato viene invece attuata “un’operazione verità”, ha spiegato Leo, con l’istituzione di una commissione ad hoc che “procede all’analisi del magazzino” e successivamente relaziona al ministro dell’Economia, proponendogli le possibili soluzioni con precise scadenze.
Per i contribuenti che devono sanare i propri debiti fiscali viene introdotta la semplificazione e l’allungamento della rateizzazione. Il prossimo anno e anche nel 2026, per i debiti fino a 120mila euro, si potrà avere una dilazione in 84 rate mensili contro le 72 attuali. Nel 2027 e 2028 si passerà a 96 rate, mentre dal 2029 la dilazione si allungherà fino a 108 rate. A partire dal 2031 poi, a semplice richiesta, si potrà dilazionare ancora, arrivando a 120 rate mensili. Per ottenere lo stesso numero di rate per i debiti superiori a 120mila euro, invece, così come prevede la legislazione vigente nella cosiddetta rateazione straordinaria, il contribuente dovrà invece provare la propria situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria.
L’operazione non è indolore per i conti pubblici ed anche per questo è stata resa graduale. Nella relazione tecnica viene infatti stimato un costo complessivo dal 2025 al 2037 di circa 2,5 miliardi, coperti con il fondo taglia tasse.