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Real Estate/REbuild: quali sono i valori della sostenibilità e come si misurano?

(Teleborsa) – Investire in sostenibilità e decarbonizzazione non solo aiuta l’ambiente e la società, ma rappresenta una strategia vantaggiosa dal punto di vista economico. Ma quali valori vadano perseguiti (soprattutto a livello sociale) e “come” possano essere misurati per una corretta gestione dei patrimoni è il vero nodo da mettere a fuoco su cui si sta interrogando tutto il comparto del Real Estate. L’attualità è stata al centro di un confronto nel corso della seconda tappa del REbuild tour 2024/2025 organizzata a Roma, martedì 10 dicembre, in collaborazione con RICS, il Royal Institution of Chartered Surveyors. Un evento che ha anticipato la due giorni in programma il 6-7 maggio 2025 a Riva del Garda: REbuild, un laboratorio privilegiato per analizzare, discutere e approfondire i trend emergenti che guidano il futuro del mercato immobiliare.

L’obiettivo di REbuild, giunto alla sua undicesima edizione, è “promuovere un ambiente costruito responsabile, offrendo opportunità concrete di incontro e confronto tra professionisti e stakeholder del settore, per affrontare insieme le sfide della sostenibilità”.

“Doing well by doing good”, fare bene generando del bene, è un obiettivo raggiungibile a patto di trovare un giusto mix – misurabile – di valori alla base di una transizione ecologica efficiente, giusta e orientata al benessere della persona. Come ha spiegato Ezio Micelli, presidente del Comitato Scientifico di REbuild e professore ordinario dell’Università IUAV di Venezia, moderatore dell’incontro, il settore delle costruzioni è uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2. È quindi urgente intervenire per trasformare il nostro modo di vivere, partendo proprio dalle città, con soluzioni concrete e sostenibili. La ricerca di un equilibrio più sostenibile non riguarda solo la riduzione dei consumi e l’efficienza energetica degli edifici, ma è un esercizio che deve includere aspetti gestionali, sociali e ambientali per ottenere una migliore vivibilità e funzionalità degli spazi e dei luoghi e coniugarne al tempo stesso l’accessibilità, anche economica.

La direzione da imboccare è tracciata e i dati già la osservano: pioniere, in questa direzione, è stato il primo studio condotto nel 2018 da REbuild su dati CBRE, che metteva in luce come gli investimenti immobiliari certificati con standard LEED o GBC Italia a Milano mostrassero valori con un differenziale di rendimento interno fino al 3,5% superiori rispetto alle operazioni tradizionali. Investire sulla qualità e sulla sostenibilità dei beni, con una nuova attenzione a materiali, processi, performance dei fabbricati in fase di utilizzo e convertibilità a fine ciclo di vita, è di fatto l’unica vera leva nelle mani non solo dei grandi investitori, ma anche dei piccoli proprietari dei beni, per preservare il valore delle unità immobiliari, a partire dalle aree in cui la domanda è inferiore all’offerta. Qui la differenza fra un fabbricato in classe A o G (rigenerato o non) tocca punte del 40%, così come dimostrato da uno studio del 2023 dell’Osservatorio REbuild e da una analoga e successiva ricerca (condotta su tutto lo stock italiano) dalla Banca d’Italia. Nonostante le ampie resistenze in un settore poco incline al cambiamento, come quello delle costruzioni, la decarbonizzazione viene sempre più riconosciuta per i vantaggi che offre, piuttosto che per gli oneri che comporta.

La seconda tappa del REbuild tour 2024/2025 si è svolta presso la sede romana di EuroHive, una scelta simbolica per un edificio certificato WELL, primo nella Capitale, che rappresenta un esempio concreto di sostenibilità ambientale, gestionale e sociale. Un luogo che riflette i temi centrali dell’incontro: la decarbonizzazione del patrimonio edilizio, la vivibilità degli spazi e il valore generato da strategie sostenibili di lungo termine.

Dopo l’introduzione di Barbara Polito, head of Asset Management di Miria Group, e Massimiliano Pulice, chair dell’Advisory Board di RICS Italia, Micelli ha aperto il dibattito con i relatori delineando lo stato di fatto: la sostenibilità non è più un obiettivo di nicchia ma un parametro imprescindibile, sia per l’efficienza energetica che per il valore economico del patrimonio edilizio. Micelli ha posto l’accento sulla necessità di individuare metriche affidabili per misurare la sostenibilità, identificando quei driver in grado di allineare gli interessi individuali con obiettivi collettivi, trasformando la sostenibilità in un circolo virtuoso tra profitto e responsabilità.

Federica Saccani, chair EU Sustainability WG RICS e Head of Building Consultancy and Net Zero Carbon presso JLL, ha proseguito evidenziando un cambio di prospettiva: se un tempo si parlava di green premium come valore aggiunto degli immobili sostenibili, oggi il rischio è il brown discount, cioè la perdita di valore per edifici che non si adeguano ai nuovi standard di sostenibilità. Ha inoltre sottolineato come la sostenibilità sia diventata un parametro centrale nelle analisi di due diligence sugli investimenti immobiliari. Tuttavia, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di accelerare il ritmo: molti immobili rischiano di restare “spiaggiati”, non commerciabili o obsoleti rispetto agli obiettivi net zero carbon del 2050.

Sergio Catalano, head of Asset & Sustainability Management di Investire SGR, ha affrontato il tema della gestione strategica degli asset immobiliari, sottolineando l’importanza di un approccio integrato che coniughi sostenibilità e asset management. Oltre a migliorare l’efficienza energetica, la gestione sostenibile accompagna l’intero ciclo di vita di un edificio, generando risparmio nei consumi e aumentando la qualità degli ambienti interni, mentre cresce l’interesse dei conduttori, soprattutto nel settore terziario, verso asset capaci di offrire elevata vivibilità e bassi consumi energetici.

Francesco Arnesano, director ESG, Green Building ed Energy Efficiency di RINA Prime Value Services, ha contribuito al dibattito con una visione legata agli strumenti di monitoraggio e innovazione tecnologica. Ha illustrato il concetto emergente del passaporto digitale dell’edificio, che permette di tracciare ogni fase del ciclo di vita dei materiali e delle componenti di un fabbricato. Questa soluzione si inserisce in una visione di economia circolare, consentendo il recupero e riutilizzo delle risorse, riducendo gli sprechi e prolungando la vita utile degli edifici, mentre la de-costruzione, ovvero lo smontaggio e recupero dei materiali a fine vita, rappresenta una frontiera innovativa che unisce sostenibilità, digitalizzazione ed economia circolare.

La seconda tappa del REbuild Tour ha sottolineato l’urgenza di agire per affrontare le sfide della decarbonizzazione e della sostenibilità, fornendo strumenti concreti per misurarne il valore. L’approccio integrato, evidenziato dai relatori, dimostra che la sostenibilità non è solo un obiettivo etico ma una strategia capace di generare valore economico, sociale e ambientale, aprendo la strada a un futuro in cui l’architettura contemporanea diventa sinonimo di qualità e bellezza duratura.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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