(Teleborsa) – Porte Italiane può valere 4,4 miliardi per il MEF. Lo ha spiegato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione dinanzi alle commissioni Bilancio e Trasporti della Camera, facendo il punto sulle privatizzazioni.
Le risorse che il Ministero conta di ottenere dalla cessione dipendono dalla quota che deciderà di collocare sul mercato e dalle considerazioni in merito alla necessità di mantenere la maggioranza del capitale. Nel caso di collocamento di tutta la quota del 29% direttamente detenuta dal MEF – ha sottolineato Giorgetti – si potrebbero incassare circa 4,4 miliardi di euro a valori di mercato.
“L’operazione di dismissione rappresentata nel Dpcm attualmente all’esame del Parlamento – ha spiegato Giorgetti – deve essere considerata una cornice che individua un valore minimo della partecipazione dello Stato, che potrà essere raggiunto progressivamente e in più fasi, in modo da salvaguardare il controllo strategico pubblico su questo asset”. “Questo significa che nelle prime fasi il governo potrebbe anche fermarsi al 51% – ha sottolineato il Ministro – perché riteniamo che questa sia un’asticella soddisfacente in questo momento rispetto al percorso”.
La valutazione dell’asset – ha precisato il Ministro – “non può prescindere dalla tempistica di realizzazione dell’operazione, che va inquadrata nell’orizzonte triennale 2024-2026 cui ho accennato in precedenza”. Giorgetti ha affermato che “è scorretto parlare di svendita” ed ha confermato che l’operazione verrà effettuata “nel momento più adeguato alla massimizzazione dell’introito realizzabile, cercando di conciliare le condizioni del mercato con le esigenze di finanza pubblica”.
La cessione della quota in Poste Italiane “consentirà di ridurre il debito pubblico con conseguente risparmio in termini di spesa per interessi valutabile in circa 200 milioni di euro l’anno”, ha indicato Giorgetti, segnalando che l’operazione “porterà ad un risparmio della spesa in interessi sul debito maggiore rispetto alla perdita dei dividendi delle azioni”.
Fra gli effetti positivi della cessione, il Ministro ha fatto cenno anche gli “effetti positivi sulle performance aziendali” es alla possibilità per Poste Italiane di “accrescere ulteriormente il flottante, ampliando la compagine azionaria anche a nuovi investitori qualificati”.
Prima di Giorgetti anche l’Ad di Poste Matteo Del Fante aveva fatto cenno alla cessione della quota del MEF, affermando che con la vendita di altre azioni sul mercato non cambia nulla. L’attuazione del Piano industriale – ha sottolineato – “dipende solo ed esclusivamente dal management dell’azienda e dalle indicazioni che al management arrivano dall’azionista”.
Parlando dell’azienda, l’Ad ne ha quantificato l’impatto sull’economia, tramite fornitori e i salari corrisposti, indicando che vale circa 65 miliardi fra il 2018 ed io 2023“.