(Teleborsa) – Plenitude oggi è una società nata nel 2021 e fortemente diversificata nel campo dell’energia. Il Ceo di Plenitude Stefano Goberti, intervenendo all’evento Energy Infrastructure Partners a Zurigo, ha ripercorso gli “step” della nascita a partire da Eni Gas e Luce e dall’avvio delle attività nelle rinnovabili all’integrazione dei due business avvenuta nel 2021, senza tralasciare l’acquisizione di Be Power, che ha sancito l’ingresso nel business della ricarica elettrica per veicoli.
“Nel 2021 abbiamo annunciato la nascita della società ed i target per il 2022, fortemente convinti di poter estratte l’extra valore generato dall’integrazione dei due business, dalle sinergie che si sarebbero sviluppate grazie all’integrazione, ha spiegato Goberti, aggiungendo che questi obiettivi sono stati tutti centrati a fine 2022, a dispetto dell’inizio della guerra in Ucraina e della situazione economica difficile (inflazione, crisi, aumenti die tassi, fallimenti bancari ecc.) ed allo stesso modo sono stati centrati anche i target per il 2023.
Plenitude ha 3 GW di capacità rinnovabile in esercizio e 2 GW in costruzione – ha ricordato l’Ad – e gestisce 10 milioni di clienti retail, di cui 8 milioni in Italia ed il resto in Europa, oltre a 20 mila punti di ricarica in Italia e in altri nove Paesi della UE.
“Vogliamo ancora estrarre l’extra valore derivante dall’aggregazione dei nostri business e trarne vantaggio per crescere“, ha affermato il manager, ricordando i target per quest’anno che vedono 1 miliardo di euro di Ebitda, il raggiungimento di 24mila punti di ricarica per fine anno e mantenere una base clienti di circa 10-10,5 milioni.
“La società è costruita per crescere, grazie alle sinergie sviluppate al suo interno. – ha detto Goberti – Circa il 60% della cassa viene generata dal cash flow che abbiamo generato internamente ed il restante 40% lo prendiamo a prestito facilmente sul mercato grazie anche al rating di investment grade assegnato da Standard and Poor’s.
L’Ad di Plenitude ha spiegato che la società è attiva nell’offerta di una serie di servizi ai clienti e sfrutta le efficienze generate dall’integrazione di questi servizi. Il 20% dell’Ebitda deriva da servizi ad alto valore aggiunto. Un’altra leva della gestione sono la gestione dei dati e la digitalizzazione. Per fare un esempio, il manager ha ricordato che Eni vende ai suoi clienti l’energia ad un prezzo fisso per il 50% e questo perché Eni produce energia e può gestire il rischio di volatilità dei prezzi delle commodities.
“Plenitude è in prima linea nell’attuazione della strategia di transizione dell’Eni transizione energetica, viogliamo essere i migliori alleati dei nostri clienti nella transizione perché ci imponiamo target ESG molto stringenti. Plenitude è divenuta una benefit company perchè ha a cuore il benessere di tutta la società e non solo dei suoi stakeholder e quindi non guarda solo al ritorno degli investimenti ma anche alla strategie ESG”, ha concluso Goberti.