(Teleborsa) – Continua a correre il prezzo del petrolio, che si è riportato vicinissimo agli 80 dollari al barile, scontando gli effetti combinati delle tensioni in Medioriente e dell’arrivo della stagione degli uragani in USA.
Un barile di oggi sulle piazze internazionali viene quotato 79,18 dollari al barile, in rialzo del 3,39% rispetto alla vigilia, mentre il petrolio americano sale del 3,33% a 75,68 dollari al barile.
All’ipotesi di un contrattacco di Israele alle infrastrutture petrolifere iraniane, con la complicità degli Stati Uniti, si è sommato negli ultimi giorni l’effetto prodotto dal passaggio degli uragani sulla costa della Florida. L’ultimo, l’urgano Milton, si è abbattuto questa mattina sulla costa, perdendo potenza e venendo declassato da categoria 4 a categoria 2. Non è il primo uragano a passare per la Florida ed i precedenti hanno già prodotto danni a privati e infrastrutture.
E’ di nuovo rally sui prezzi del petrolio, con il barile di Brent che torna a superare i 79 dollari. Per giorni le quotazioni sono state sferzate dai timori di inasprimento e ricadute per il settore dal conflitto in Medioriente, dopo l’attacco missilistico dell’Iran contro Israele. Ora a spingere i prezzi contribuisce anche l’uragano che sta devastando la costa est degli Stati Uniti. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord guadagna un 3,24 percento a 79,06 dollari. Il West Texas Intermediate sale del 3,26 percento a 75,63 dollari. Voz