(Teleborsa) – Si muovono al ribasso i future sugli indici petroliferi penalizzati dalle aspettative degli analisti di tassi di interesse statunitensi più alti ancora a lungo, a fronte di una inflazione persistente, che deprimeranno la domanda dei consumatori e dell’industria.
Frattanto il Brent scivola dell’1,42% a 82,51 dollari il barile mentre il West Texas intermediate (WTI) cala dell’1,59% a 78,03 dollari.
Funzionari della Federal Reserve statunitense hanno detto che attenderanno ulteriori segnali di rallentamento dell’inflazione prima di prendere in considerazione tagli dei tassi di interesse.
La Fed ritiene “incoraggianti” i dati che indicano un raffreddamento delle pressioni inflazionistiche, ma “è ancora troppo presto per affermare che il processo disinflazionistico è duraturo”: E’ quanto ha affermato il vicepresidente della Fed Philip Jefferson, intervenendo ad un evento a New York, e confermato anche da altri esponenti della banca centrale USA. Questo implica che il primo taglio dei tassi potrebbe slittare a settembre e che quest’anno ve ne saranno al massimo due.
I mercati, ora in attesa delle minutes del FOMC domani, accolgono con un certo malumore le conferme di un possibile slittamento del taglio dei tassi USA a settembre ed anche oltre.
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