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Mercati growth europei, EnVent: market cap in calo, EGM bene per IPO

(Teleborsa) – Nel 2023, la market cap dei principali mercati Growth europei è diminuita, con Euronext Growth Milan che ha segnato un -23,9%, Euronext Growth Paris un -6,2% e AIM UK un -15%, nonostante l’aumento nel numero di aziende quotate nei primi due mercati (Milano +13 a 203 società, Parigi +4 a 290 società e Londra -63 a 753 società). La market cap complessiva resta in linea con i valori medi dell’ultima decade (8 miliardi di euro a Milano, 21 miliardi di euro a Parigi e 79 miliardi di euro a Londra). Euronext Growth Milan ha raccolto 261 milioni di euro nel 2023 con 34 nuove quotazioni, mentre Parigi 67 milioni di euro con 16 listing e Londra 57 milioni di euro con 15 listing). Lo si legge in una ricerca di EnVent Capital Markets, realizzata dal team ricerca sotto la guida del CEO Franco Gaudenti.

Secondo gli esperti, la sottoperformance dell’EGM rispetto al FTSE Mib e in generale degli indici “Small Cap” è stato causata in buona parte dal rialzo dei tassi in particolare dei titoli di Stato, drenando liquidità verso il tasso fisso e quindi causando una de-correlazione con l’indice azionario e una correlazione con i BTP e in più in generale con il comparto del reddito fisso. Inoltre, il declino significativo della market cap del mercato EGM è in larga misura anche dovuta alla migrazione per effetto di translisting di alcuni emittenti verso segmenti di mercato “senior” dedicati ad aziende mature con dimensioni più rilevanti, oltre che a causa di delisting legate a operazioni promosse dal private equity o dall’azionista / imprenditore stesso.

Tuttavia, EnVent identifica alcuni elementi positivi: cambiamento del “sentiment” di mercato rispetto alle politiche delle banche centrali attese nei prossimi mesi a fronte del rallentamento dell’inflazione; qualità e dimensione delle componenti emittenti del mercato EGM non è peggiorata; analisti e investitori sono al lavoro per individuare le diverse interessanti opportunità rappresentate da aziende che quotano a sconto ma dispongono di solidi fondamentali, modelli di business e piani di crescita credibili, management adeguato.

In conclusione, in tutti i mercati dei capitali internazionali si registra e si analizza da tempo il megatrend della cosiddetta “de-equitization”, associato a una riduzione del numero di società quotate e a un maggiore uso di capitale di debito. Il recente aumento dei tassi di interesse, in risposta alle pressioni inflazionistiche, contribuisce alla minore attrattività dei mercati dei capitali privati rispetto alle tradizionali alternative a basso rischio. Questo fenomeno generale impatta negativamente su valutazioni e capitalizzazioni di mercato e rappresenta al contempo il fattore chiave percontestualizzare le caratteristiche e le criticità comuni che influenzano la dinamica dei mercati dei capitali.

Dal report emerge: una forte concorrenza tra i diversi mercati regolamentati che si innesta nel campo ben più vasto della competizione e capacità di attrazione tra “capitali e mercati privati” e “capitali e mercati pubblici” (ovvero, società quotate); la frammentazione tra mercati regolamentati contribuisce al numero limitato di aziende che si avviano alla quotazione e ai maggiori costi di quotazione; le dimensioni ridotte dei mercati contribuiscono alla scarsa copertura da parte degli analisti delle SMEs con conseguenze in termini di efficienza del mercato,ridotta liquidità e, in ultima analisi, capitalizzazione limitata.

Per affrontare queste criticità risulta indispensabile un’azione di politica industriale che ponga al centro della competitività del Continente gli investimenti di capitale per le SMEs innovative, pensando anche a un’azione combinata di agenzie governative e strumenti di investimento pubblici, per la promozione e operatività di un ampio numero di nuovi fondi e investitori professionali specializzati necessari per il progredire di un efficiente e competitivo mercato dei capitali europeo, oltre ad incentivi da parte dei policy maker a fondi pensione, casse di previdenza e assicurazioni per indirizzare più risorse verso l’economia reale.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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