(Teleborsa) – Si va verso “un autunno importante per il mondo del lavoro: l’auspicio è che il governo provveda subito a convocare le parti sociali per entrare nel merito delle misure che entreranno nella prossima legge di Stabilità. È centrale è salvaguardare, tutelare e aumentare i salari e pensioni, sostenere le famiglie”, e dunque “prorogare tutte le misure in scadenza al 31 dicembre di quest’anno”. Questo l’appello lanciato
dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, a Rai Radio 1.
In particolare Sbarra ha posto l’accento sulla proroga del taglio del cuneo contributivo. Inoltre – ha sottolineato il leader della Cisl – bisogna “dare un taglio deciso alle tasse per il ceto medio che sta scivolando pericolosamente verso condizioni di povertà” e “rinnovare i contratti”.
In manovra, per Sbarra, dovranno trovare, inoltre, spazio “interventi concreti a favore di sanità, scuola e famiglia”.”L’imperativo – ha spiegato Sbarra – è costruire condizioni finalizzate a tutelare, salvaguardare e aumentare i redditi delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati con una forte accelerazione dei progetti d’attuazione del Pnrr”.
Sul fronte del lavoro segnali positivi ma permangono diverse criticità. “Rimangono ancora aperte 32 crisi aziendali e 23 crisi sulle quali il ministero delle Imprese e del made in Italy sta facendo il monitoraggio. Ci sono segnali positivi sulla crescita dell’occupazione e sulla crescita del Pil, sul rafforzamento del ciclo delle esportazioni”, ma – ha detto il leader della Cisl – “bisogna fare di più sui consumi interni, considerando che le pmi lavorano essenzialmente per il mercato domestico”. In tale scenario – ha detto Sbarra – serve “una politica dei redditi che aiuti a rinnovare i contratti, a tagliare le tasse e a rilanciare la produttività”.
“Il ciclo occupazionale, in questi ultimi mesi, – ha concluso Sbarra – è decisamente migliorato: rispetto agli anni precedenti stiamo toccando il picco massimo di occupazione nel nostro Paese con circa 24 milioni di lavoratori dipendenti. Cresce l’occupazione soprattutto della componente a tempo indeterminato e si muove in modo diverso dal passato anche la dinamica del lavoro del nostro Mezzogiorno”.