(Teleborsa) – A fine giugno 2024 il controvalore degli strumenti finanziari detenuti presso intermediari italiani a fronte della prestazione di servizi di investimento e di gestione del risparmio si è attestato a 3.770 miliardi di euro, in diminuzione del 3,8% rispetto al dato di fine 2023, in prevalenza per il decremento di strumenti finanziari di tipo obbligazionario. È quanto emerge dall’ultimo Bollettino Statistico della CONSOB sul tema.
I volumi di attività relativi alla prestazione di servizi di investimento sono complessivamente cresciuti nel corso del primo semestre 2024 (collocamento di strumenti finanziari +23,5%, negoziazione in conto proprio +79,7%, esecuzione ordini +12,7%, ricezione e trasmissione di ordini +10,3%). I premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario distribuiti in Italia da intermediari italiani vigilati dalla CONSOB hanno registrato un incremento (+11%), in prevalenza per l’aumento dei premi relativi alla distribuzione di polizze unit linked (+13,5%).
Alla fine del primo semestre 2024, il patrimonio gestito da intermediari italiani si è attestato a 1.489 miliardi di euro, in calo rispetto al dato di fine 2023 (-1,2%) per la riduzione delle gestioni patrimoniali su base individuale (-3%) che rappresentano circa il 66,1% del totale, degli OICR aperti esteri collocati in Italia (-3,5%) e degli OICR chiusi di diritto italiano (-2,5%), non compensata dall’aumento degli OICR aperti di diritto italiano (+6,4%) e dei fondi pensione e altre forme pensionistiche istituiti in Italia da società diverse da imprese di assicurazione (+5,9%).
Nel primo semestre 2024 la raccolta netta degli OICR aperti di diritto italiano è stata positiva per circa 11 miliardi di euro, principalmente per i fondi di tipo obbligazionario (18 miliardi di euro) che hanno più che compensato i rimborsi dei fondi bilanciati (3 miliardi di euro) e flessibili (4 miliardi di euro).
I dati contabili a fine giugno 2024 delle SGR di diritto italiano presentano, in aggregato, un utile netto di 854 milioni di euro, con un incremento di 232 milioni rispetto a fine giugno 2023, dovuta in prevalenza all’aumento delle commissioni nette (283 milioni), degli interessi attivi e proventi assimilati (42 milioni di euro) e dell’utile da partecipazioni (28,5 milioni) che hanno superato l’aumento dei costi operativi (40 milioni di euro) e delle imposte (62 milioni di euro).
Per le SIM italiane si registra un utile netto di 61 milioni di euro, in crescita di 12 milioni di euro rispetto al primo semestre 2023, dovuto in prevalenza all’aumento del risultato netto delle negoziazioni (13 milioni) e degli interessi attivi e proventi assimilati (7 milioni di euro) che hanno più che compensato la riduzione delle commissioni nette (4 milioni di euro) e l’aumento delle imposte (3 milioni di euro).