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Insegnamento, resta prerogativa delle donne ma stipendi scalano classifica Ue

(Teleborsa) – L’insegnamento resta una scelta di vita e di lavoro prevalente per le donne, che rappresentano la maggioranza degli insegnanti in Italia ed in altri paesi europei. Una scelta che non ha a che fare solo con la retribuzione, ma anche con alcuni stereotipi, ad esempio con la convinzione che l’insegnamento sia più compatibile con la cura dei figli e della famiglia.

E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto OCSE Talis (Teacher and Learning International Survey), pubblicato da Invalsi, il quale segnala che, fra i fattori che allontanano i giovani e gli uomini dall’insegnamento, c’è anche la scarsa attrattività del ruolo e lo stress che caratterizza questo lavoro, per effetto degli impegni in aula, delle innumerevoli pratiche burocratiche e della lenta progressione di carriera.

Il corpo insegnante in Italia resta comunque uno dei più vecchi in Europa, con circa cinquant’anni di media, posizionando l’Italia al quarto posto dietro a Estonia, Grecia e Lituania.

Quanto alle retribuzioni, c’è una piccola inversione di tendenza, perché per effetto dell’ultimo contratto patteggiato dal Ministro Valditara e siglato dal governo, le retribuzioni degli insegnanti hanno scalato la classifica europea, soprattutto ad inizio professione. L’indagine condotta dall’OCSE, infatti, colloca l’Italia al quarto posto ad inizio carriera con 28.113 euro di stipendio annuo, dopo Austria, Spagna e Svezia e davanti a Francia, Finlandia e Portogallo. Dopo i primi quindici anni di carriera, lo stipendio sale in media a 37.139 euro annui (+32,1%), posizionando l’Italia al terzo posto dopo Austria e Spagna. La situazione però peggiora a fine carriera, in prossimità del pensionamento, con 43.407 euro di retribuzione lorda annua (+16,9%), al quinto posti dopo Austria, Portogallo, Spagna e Francia.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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