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INPS: l’esercizio 2023 chiude in attivo

(Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione dell’INPS, presieduto da Gabriele Fava, su proposta del direttore generale Valeria Vittimberga, nella seduta straordinaria del 30 maggio 2024, ha deliberato il progetto di Rendiconto generale dell’anno 2023, che presenta risultati finanziari e di gestione positivi per le principali voci. L’esercizio 2023 – fa sapere l’Istituto in una nota – si conclude con un avanzo finanziario pari a 12.188 milioni, derivante dal risultato di parte corrente (7.668 milioni), e dal risultato in conto capitale (4.520 milioni). Il documento come previsto dalla legge, passa all’esame del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV), che entro 60 giorni si pronuncerà sull’approvazione, e del Collegio dei sindaci.

Le entrate contributive accertate sono pari a 269.152 milioni, con un aumento di 13.014 milioni (+5,1%) rispetto al dato del consuntivo precedente (256.138 milioni). Il maggior incremento in valore assoluto riguarda le contribuzioni dei lavoratori dipendenti del settore privato (+5,7%), ed è pari a 9.348 milioni, per un totale di 173.006 milioni (anno precedente: 163.657 milioni). I contributi dei lavoratori autonomi aumentano del 5,8% (+ 1.270 milioni, per un totale di 23.218 milioni; anno precedente: 21.948 milioni). I contributi dei dipendenti del settore pubblico raggiungono i 62.324 milioni (+ 1.739 milioni, pari ad un incremento del 2,9%); riportano la crescita più consistente, in termini percentuali, i contributi dei lavoratori parasubordinati e liberi professionisti che totalizzano 10.604 milioni (+6,6%). Gli accertamenti derivanti dalle attività di vigilanza ispettiva dell’Istituto sono ricompresi nelle entrate contributive e, al netto delle minori prestazioni erogate, ammontano a 821 milioni (+14,19% rispetto al 2022).

Nel 2023 l’Inps ha erogato prestazioni istituzionali per 398.063 milioni, con un aumento di 17.345 milioni (+4,6%) rispetto al 2022 (380.718 milioni). In quest’ambito, le pensioni ammontano a 304.145 milioni, con un incremento di 20.890 milioni (+7,4%) rispetto ai precedenti 283.254 milioni; in particolare, le pensioni private sono pari a 215.608 milioni con un aumento di 14.843 milioni (+7,4%), e le pensioni pubbliche sono pari a 88.536 milioni, con un incremento di 6.047 milioni (+7,3%).

Le spese per il sostegno del reddito (trattamenti di disoccupazione, integrazioni salariali bonus, trattamenti di malattia ecc.), che nel 2022 erano pari a 26.033 milioni, presentano una flessione del 29,3% e totalizzano 18.408 milioni (-7.625 milioni). La flessione è principalmente attribuibile alla minore spesa per il Bonus 200 euro (Art 32 DL 50/2022) e il Bonus 150 euro (DL 144/2022) che, complessivamente, nel 2022 ammontavano a 8.391 milioni (554 milioni, nel 2023). In evidente calo anche le integrazioni salariali (a carico Stato -361 milioni; a carico Inps -208 milioni) e i trattamenti di malattia, pari a 2.713 milioni, con una diminuzione del 24,7% (-888 milioni). La voce più consistente è rappresentata dai trattamenti di disoccupazione, pari a 13.099 milioni, con aumento del 13,5% (+1.563 milioni) sul 2022. Gli assegni straordinari dei fondi di solidarietà raggiungono 1.042 milioni (+106 milioni; +11,4%).

L’inclusione sociale (assegni e pensioni sociali, prestazioni di invalidità civile, reddito e pensione di cittadinanza e, da settembre, il supporto per la formazione previsto dal DL n. 48/2023) determina una spesa di 34.104 milioni (+0,9% rispetto al 2022), in cui sono in evidenza le prestazioni per l’invalidità civile, pari a 21.619 milioni, (+5,3% rispetto allo scorso esercizio) e il reddito e pensione di cittadinanza, pari a 6.688 milioni, con una minore spesa del 16,8% (-1.350 milioni; nel 2023 la prestazione è stata riconosciuta ai beneficiari nel limite massimo di sette mensilità). La spesa per il supporto per la formazione è pari a 16 milioni; quella per gli assegni e pensioni sociali si è attestata a 5.781 milioni (+10,7%).

Le spese per la famiglia (assegni al nucleo familiare, assegno unico e universale, trattamenti di maternità, assegni di natalità, rette di asili nido e congedi parentali), con 23.847 milioni, registrano una crescita del 12,3% (+2.606 milioni) sul dato 2022; l’andamento è motivato dalla erogazione per l’intero anno dell’assegno unico e universale, che aveva debuttato nel marzo 2022, e dalla rivalutazione degli importi; la spesa ha così raggiunto 18.246 milioni (+42%).

Completano la rassegna della spesa istituzionale, le cosiddette altre prestazioni (Trattamento di fine servizio e di fine rapporto per i dipendenti pubblici, trattamento di fine rapporto e Fondo di garanzia per i dipendenti privati e prestazioni creditizie e sociali per i dipendenti pubblici) che incidono sul bilancio dell’Istituto per 17.559 milioni, con un aumento del 7,1% rispetto ai 16.394 milioni dell’anno precedente.

Anche sul piano economico-patrimoniale, l’anno 2023 si chiude con un risultato di esercizio positivo per 2.063 milioni. Per effetto di tale risultato e della riduzione del debito nei confronti della tesoreria statale, il patrimonio netto dell’INPS passa da 23.221 milioni di inizio esercizio a 29.784 milioni al 31.12.2023.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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