(Teleborsa) – Il Gruppo Arvedi, colosso italiano della metallurgia, ha chiuso il 2023 con ricavi pari a 6 miliardi di euro (7,7 miliardi nel 2022) e un risultato netto di 234 milioni di euro (640 milioni nel 2022). Il Margine Operativo Lordo (MOL) è stato di 522 milioni di euro (pari all’8,7% dei ricavi), mentre l’Indebitamento Finanziario Netto (IFN) si è attestato a 433 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 513 milioni del 2022.
“Il settore siderurgico, in un quadro di generale diminuzione della domanda, è stato caratterizzato dalla dinamicità della concorrenza dei paesi asiatici a fronte di una perdita di competitività delle aziende siderurgiche italiane a causa dell’elevato costo dell’energia elettrica e del gas”, ha spiegato la società.
“Nonostante le tensioni internazionali, in particolare connesse al perdurare del conflitto in Ucraina e ai gravi sviluppi riguardanti il Medio Oriente, il Gruppo Arvedi si è dimostrato resiliente, grazie alla solida struttura industriale ed alle tecnologie proprietarie – ha aggiunto – Il Gruppo ha raggiunto gli obiettivi e confermato gli investimenti”.
Nel 2023 Acciaieria Arvedi ha conseguito ricavi per 2,8 miliardi, in diminuzione del 21% rispetto all’esercizio precedente a causa della riduzione della componente prezzo. Il Margine Operativo Lordo è stato di 302 milioni, con un’incidenza di poco superiore al 10% sui ricavi.
Nel primo esercizio sociale interamente sotto la gestione del Gruppo Arvedi, Acciai Speciali Terni (AAST), uno dei principali produttori europei di laminati piani di acciaio inossidabile, ha registrato nel 2023 ricavi pari a 2,3 miliardi con una marginalità operativa lorda di 95 milioni. Anche nel caso dell’azienda umbra, hanno pesato sui conti gli elevati costi energetici.