(Teleborsa) – Il crollo del governo francese del Primo Ministro Michel Barnier dopo soli tre mesi evidenzia la misura in cui il panorama politico altamente frammentato della Francia può paralizzare l’attuazione della politica di bilancio. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo report sul tema, evidenziando che le metriche fiscali del paese, che sono più deboli rispetto ai peer della categoria di rating, e i suoi maggiori rischi di politica fiscale sono stati importanti fattori trainanti della revisione a “Negativo” in ottobre delle prospettive sul rating sovrano “AA-” del paese.
Fitch spiega che il normale processo di approvazione del bilancio sarà probabilmente ritardato fino al 2025, ma la frammentazione dell’Assemblea nazionale rende difficile trovare un compromesso sul consolidamento fiscale. Ciò rende molto improbabile che la Francia raggiunga l’obiettivo di deficit del 5% del PIL inizialmente presentato da Barnier.
Il crollo del governo minaccia anche il piano di consolidamento a medio termine della Francia e la conformità alle norme fiscali dell’UE. La Commissione europea ha recentemente approvato la bozza di bilancio 2025 e il piano strutturale fiscale a medio termine del governo Barnier e ha concesso alla Francia un percorso di consolidamento fiscale esteso di sette anni. La Francia è stata sottoposta alla procedura per deficit eccessivo in estate, che richiede un aggiustamento annuale strutturale minimo dello 0,5%.
Le previsioni di Fitch hanno ipotizzato una performance inferiore all’obiettivo di deficit di Barnier e attualmente prevede che deficit fiscali superiori al 5% porteranno a un forte aumento del debito pubblico verso il 118,5% del PIL entro il 2028. “La mancata attuazione di un credibile piano di consolidamento fiscale a medio termine che porterebbe a una stabilizzazione del debito a medio termine è una delle principali sensibilità al declassamento per i rating della Francia”, viene sottolienato.
Nonostante la crisi politica, “la Francia non deve affrontare serie sfide di rifinanziamento nei mercati obbligazionari internazionali – si legge nel report – Gli spread dei titoli di Stato sui bund tedeschi sono saliti a 70-80 punti base da circa 50 punti base prima dell’annuncio delle elezioni anticipate in estate, ma rimangono significativamente al di sotto di quelli dei paesi periferici durante la crisi del debito dell’eurozona. Tuttavia, costi di indebitamento permanentemente più elevati aggraverebbero ulteriormente le sfide del consolidamento fiscale”.
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