(Teleborsa) – Nei primi nove mesi dell’anno i fondi pensione hanno registrato un numero di ‘posizioni in essere’ pari a 11 milioni, che corrispondono a 10 milioni di iscritti, considerando che alcuni lavoratori aderiscono contemporaneamente a più fondi. Lo ha riferito il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in una audizione parlamentare, facendo riferimento ai dati della Covip.
Nello stesso periodo, i contributi versati da parte degli aderenti sono stati complessivamente pari a 10,5 miliardi di euro (+7,9 per cento sul corrispondente periodo del 2023), mentre le risorse destinate alle prestazioni ammontano a 238 miliardi di euro (+6,1 per cento rispetto ai 224,4 miliardi di fine 2023). Le forme pensionistiche complementari che operano nel nostro sistema sono 302, di cui 33 fondi pensione negoziali, 40 fondi pensione aperti, 68 piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP) cosiddetti “nuovi” e 161 fondi pensione preesistenti. Gli investimenti direttamente riferibili alle forme pensionistiche complementari ammontano, nel complesso, a circa 189 miliardi di euro
Nel corso dell’audizione nella Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali e dei fondi pensione, il Ministro ha spiegato che “negli ultimi anni, l’adesione a forme di previdenza private è risultato in costante aumento. Tuttavia, nonostante un trattamento fiscale favorevole, non è ancora in linea con altri Paesi avanzati”. I rendimenti realizzati da queste gestioni “risentono, naturalmente, delle scelte connesse alle linee di investimento adottate, tra le quali prevale quella che prevede la garanzia sul capitale. Il settore non è caratterizzato da una particolare mobilità delle posizioni”.
In questo contesto “appare necessaria una riflessione approfondita sull’opportunità di innovare un sistema che, esclusi gli interventi connessi al recepimento di talune direttive europee, ricalca sostanzialmente quello delineato in occasione della riforma del 2005“, ha concluso Giorgetti.