(Teleborsa) – Come atteso, la riunione del FOMC di ieri si è conclusa con il target sul tasso sui fed funds fermo a 5,25% 5,50%. Il comunicato della Fed riporta una valutazione più positiva sull’attività economica, mentre la novità principale del comunicato è l’eliminazione della frase che faceva riferimento a un” ulteriore irrigidimento” della politica monetaria: il FOMC ritiene ora che i rischi per il raggiungimento dei suoi obiettivi di occupazione e inflazione “si stiano riequilibrando”. In sostanza, è stato eliminato il tightening bias (Powell ha precisato nella sessione di Q&A che “quasi ogni membro” del comitato ritiene appropriato che la prossima mossa sui tassi sia al ribasso). Lo fanno notare gli economisti della Direzione Studi e Ricerche di .
Durante la sessione di Q&A, Powell ha ridimensionato drasticamente le aspettative di un taglio dei tassi nella prossima riunione (in calendario il 19-20 marzo): con toni insolitamente espliciti, ha dichiarato di non ritenere probabile che la “maggiore fiducia” nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2% venga raggiunta già entro la riunione del FOMC di marzo, precisando che un taglio a marzo non è nello scenario di base attuale (anche se non può essere escluso del tutto).
“Manteniamo l’idea che le attese di mercato sui tagli dei tassi Fed restino troppo aggressive, anche se il gap rispetto alle nostre attese si è ridotto: vediamo ora una prima mossa a giugno e tagli cumulati per 75/100pb nel corso del 2024“, scrivono gli economisti Mario Di Marcantonio e Paolo Mameli.