(Teleborsa) – “Eni prende atto del fatto che Greenpeace e ReCommon, che lo scorso anno avevano avviato nei confronti di Eni un’azione legale totalmente infondata relativa ai temi climatici, hanno chiesto la sospensione del procedimento a seguito della presentazione, da parte degli stessi, di un ricorso per regolamento di giurisdizione. Giurisdizione che peraltro era già stata esclusa nella nota causa ‘Giudizio Universale’, promossa dal mondo dell’associazionismo contro lo Stato italiano sempre in merito ai temi climatici”. È quanto chiarisce Eni in una nota in merito all’azione legale avviata da Greenpeace e ReCommon.
“Eni – prosegue la nota – esprime la propria perplessità su questa iniziativa, evidentemente finalizzata a ottenere la sospensione della causa in realtà avviata dalle organizzazioni stesse, per la quale il Giudice, si ricorda, aveva invece già fissato l’udienza per la decisione al 14 settembre 2024. Vi è il rischio, pertanto, che – proprio su iniziativa di Greenpeace e ReCommon – si apra un lungo periodo di sospensione della decisione prevista invece a breve, ciò che consentirà alle due associazioni di continuare nella propria campagna di disinformazione, perseguendo obiettivi mediatici che consentono maggiori slogan e minore rigore in termini di studio, analisi e valutazione, e la cui verifica da parte del Giudice di ciò investito viene così procrastinata proprio a iniziativa di chi aveva preteso di promuoverla. Si ricorda che Eni non si è peraltro mai sottratta, nonostante la strumentalità dell’azione stessa, a fornire in giudizio, nel merito, tutti gli elementi a supporto della bontà del proprio operato e della propria strategia di trasformazione e decarbonizzazione, pubblicando sul proprio sito tutto il materiale”.