(Teleborsa) – ha chiuso il secondo trimestre 2024 con un utile operativo proforma adjusted di 4.107 milioni di euro, sostanzialmente in linea nonostante lo sfavorevole confronto con il 2023 del settore GGP che allora registrò un significativo risultato dovuto alle condizioni di mercato particolarmente favorevoli e a proventi una tantum da rinegoziazioni contrattuali, nonché l’ulteriore fase di declino del ciclo della chimica in Europa. L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni di 1.519 milioni di euro ha registrato un calo del 21% rispetto al secondo trimestre 2023.
Nel primo semestre 2024 il gruppo ha generato un flusso di cassa da attività operativa adjusted di 7,8 miliardi di euro, coprendo i fabbisogni per investimenti di 4,1 miliardi di euro. Il flusso di cassa organico FCF di 3,7 miliardi di euro ha consentito di coprire la remunerazione degli Azionisti di 2 miliardi di euro e unitamente ai proventi da cessioni relativi principalmente a Plenitude e per circa 1 miliardo di euro hanno ridotto l’indebitamento a 12,1 miliardi di euro , dopo l’elevato livello che si era accumulato nel primo trimestre dell’anno per effetto dell’acquisizione di Neptune (2,3 miliardi di euro).
“Nel II trimestre 2024 abbiamo ottenuto risultati superiori alle attese, dimostrando i significativi progressi fatti da Eni in molteplici aspetti della sua strategia e del piano industriale illustrati agli investitori lo scorso marzo – ha commentato l’AD Claudio Descalzi – Rispetto ai chiari obiettivi di sviluppo delle nostre linee di business che presentano vantaggi competitivi: la produzione di idrocarburi, la bioraffinazione e la capacità di generazione rinnovabile, abbiamo conseguito in ciascuno una rilevante crescita. Tali progressi ci hanno consentito di ottenere eccellenti risultati finanziari con 1,5 miliardi di euro di profitti netti adjusted”.
“In parallelo alla crescita industriale, stiamo compiendo progressi superiori alle aspettative nelle attività di gestione del portafoglio in termini sia di tempi di esecuzione sia di valore generato – ha spiegato – Stiamo migliorando la qualità del portafoglio Upstream, con il recente annuncio della dismissione di attività petrolifere non strategiche in Alaska e il completamento in corso della vendita delle attività onshore in Nigeria, mentre abbiamo definito un accordo per l’aggregazione aziendale tra Ithaca Energy e in nostri asset in UK. Enilive ha annunciato un accordo di esclusiva con il fondo KKR per un ingresso di capitale privato che, in modo simile all’operazione finalizzata nel primo trimestre relativa a Plenitude, concorra a finanziare la crescita e confermi il valore che stiamo creando nei nostri business legati alla transizione”.
“Nonostante il contributo del portafoglio sia stato relativamente contenuto nel secondo trimestre, il debito netto è diminuito e, con i disinvestimenti che stanno progredendo, prevediamo un leverage significativamente inferiore a 0,2 a fine anno, meglio delle nostre aspettative iniziali – ha aggiunto – Questo a sua volta ci consentirà di accelerare il piano di riacquisto di azioni proprie da 1,6 miliardi di euro a conferma della nostra capacità di realizzare sia gli obiettivi di crescita del business, sia quelli di remunerazione degli azionisti”.
A seguito dell’autorizzazione dell’ultima assemblea degli azionisti per un nuovo piano di acquisti di azioni proprie fino a 3,5 miliardi di euro, il piano del management 2024 per un buy-back da 1,6 miliardi di euro è confermato, ma si prevede un piano di riacquisto più rapido rispetto alle assunzioni iniziali.
Inoltre, in linea con la politica di distribuzione, considerato il minore livello atteso di debito netto alla luce dei progressi nel piano di dismissioni, nel terzo trimestre Eni sarà in grado di valutare l’ulteriore incremento fino al limite massimo del 35% dell’intervallo di distribuzione del flusso di cassa operativo adjusted di budget, che corrisponde a un potenziale incremento del valore del buyback di 500 milioni di euro.
La previsione di EBIT proforma adjusted è rivista al rialzo a circa 15 miliardi di euro; il flusso di cassa adjusted prima della variazione del circolante è atteso a oltre 14 miliardi di euro.