(Teleborsa) – Crolla la fattura energetica italiana grazie alla forte contrazione del gas. E’ quanto conferma l’Unem, in occasione della relazione annuale. Nel 2023, infatti, la fattura energetica si è ridotta a 66,5 miliardi di euro, quasi 48 miliardi in meno (-43%) rispetto ai 114,4 miliardi del del 2022, che rappresentava un picco storico. Un dato che incorpora la decisa flessione della componente gas, passata da 62 miliardi a 28,3 miliardi di euro.
Più contenuto il calo della fattura petrolifera, che si attesta a 28,1 miliardi di euro, circa 4,5 miliardi in meno rispetto ai 32,5 miliardi del 2022, per effetto del calo delle quotazioni petrolifere più che di una minore domanda.
In tale contesto, il petrolio è tornato ad essere la prima fonte di energia con un peso sul totale di oltre il 37%, scavalcando il gas naturale che ha mostrato un ulteriore calo di oltre il 10%. A sostenere i consumi di petrolio hanno contirebuito la mobilità stradale e quella aerea.
Il 2023 è stato caratterizzato da una ulteriore flessione nella domanda di energia, determinata sia da fattori economici, come il calo della produzione industriale (-2,9%), sia da miglioramenti di efficienza e ragioni climatiche. I consumi energetici sono scesi a 145 Mtep, il 4% in meno rispetto al 2022.
Per il 2024 si stima una fattura energetica si stima attorno ai 56 miliardi, cioè 10 miliardi in meno del 2023 quasi interamente dovuti alla componente gas.
Secondo il Presidente dell’Unem Gianni Murano, si prevede un aumento delle auto elettriche al 2030 fino a 4 milioni di veicoli. “Verrebbe a mancare un milione di tonnellate di carburanti – avverte Murano – e circa 3,8 miliardi in meno di introiti dalle accise. Il governo dovrà far quadrare i conti e la scelta sarà quindi politica”.
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