(Teleborsa) – Nonostante una percentuale elevata di banche consideri rilevanti i rischi operativi “tradizionali”, come incendio, furto e insolvenza di un debitore dell’impresa, l’attenzione riservata in Italia ai rischi “emergenti”, come quello climatico e soprattutto i cyber richi, è meno diffusa.
Lo rileva la Banca d’Italia nelle Note di stabilità finanziaria (Rischi operativi delle imprese e coperture assicurative – evidenze dall’indagine Rbls presso le banche).
L’indagine – che analizza la rilevanza dei rischi operativi delle imprese e delle relative coperture assicurative nel processo di concessione del credito da parte delle banche italiane – utilizza i risultati di una sezione monografica dell’indagine regionale sul credito bancario (Regional Bank Lending Survey, Rbls) condotta dalla Banca d’Italia nei primi mesi del 2023.
Molti intermediari, osserva Bankitalia, anche tra quelli che ritengono rilevanti i rischi operativi, non tengono conto, sia per la concessione del credito sia per il pricing, della presenza di eventuali coperture assicurative, soprattutto per le tipologie di rischi cosiddetti “emergenti”.
La principale motivazione addotta dalle banche intervistate – viene sottolineato – è la difficoltà a integrare l’informazione sulla presenza di una copertura assicurativa nei modelli di valutazione del credito. Questi risultati suggeriscono che l’adeguamento dei modelli usati dagli intermediari e la disponibilità di polizze idonee a essere incorporate in tali modelli potrebbero consentire agli operatori di sfruttare maggiormente i potenziali benefici delle coperture assicurative in termini sia di un contenimento del rischio di credito per le banche sia di minori costi di finanziamento per le imprese.