(Teleborsa) – “I cripto asset non rappresentano ancora un pericolo di rilevanza sistemica data la loro limitata capitalizzazione di mercato”. Ma “la storia ci insegna a essere vigilanti”.
Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del ramo di vigilanza bancaria della BCE nel suo intervento a una cerimonia organizzata per il suo commiato dall Bundesbank, la banca centrale tedesca sottolineando che “per i regolatori il compito coinvolge una valutazione ampia dei futuri potenziali rischi sistemici, che richiede una regolamentazione preventiva per intervenire su questi rischi prima che si materializzino”.
“Questo implica uno stretto monitoraggio e cooperazione internazionale per chiudere le lacune regolamentari. E uno sforzo concertato per prevenire l’arbitrio delle autorità. In questa ottica la MICA (la regolamentazione sul settore elaborata dall’Unione europea, ndr) è una risposta chiave per i servizi di cripto asset”.
Intanto, secondo un recente studio il 2,5% della popolazione in Italia possiede criptovalute. Sono 1,5 milioni, infatti, gli italiani che operano nel mercato delle monete digitali, per un controvalore di circa 912 milioni di euro.
Ma il mondo cripto coinvolge tutte le fasce di età, e in che misura? YouHodler, piattaforma FinTech web3, ha risposto a questa domanda attraverso, appunto, uno studio sui detentori di criptovalute che prende in considerazione le operazioni avvenute in Italia negli ultimi tre mesi. Dall’analisi effettuata emerge che il 44,5% degli investitori in cripto fa parte dei Millennials (o Generazione Y), i quali effettuano principalmente transazioni su asset come BTC (Bitcoin, 37%), ETH (Ethereum, 16%), SOL (Solana, 8%), XRP (Ripple, 5%) e SUI (Sui, 5%).
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