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Commercio, Confesercenti: in 10 anni spariti più di 140mila negozi

(Teleborsa) – Tra il 2014 ed il 2024 sono sparite dalle vie e dalle piazze italiane più di 140mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, di cui quasi 46.500 attività di vicinato di base, dai negozi alimentari alle edicole, dai bar ai distributori carburanti. Sono i numeri contenuti nel dossier “Commercio e servizi: le oasi nei centri urbani” realizzato da Confesercenti. Dal rapporto è emerso che oggi oltre 26 milioni di italiani vivono in comuni che hanno visto scomparire definitivamente dal proprio territorio una o più imprese di vicinato essenziali.

Sono stati 5.653 i comuni interessati dal processo di desertificazione, principalmente comuni piccolissimi (meno di 5mila abitanti) e piccoli (tra 5 e 15mila residenti). Tra i comuni colpiti, 2.620 hanno registrato la sparizione di una sola attività di base, 1.784 di due e 1.249 di tre o più. Milioni di residenti si trovano dunque costretti a percorrere chilometri per soddisfare bisogni primari e acquistare beni di uso quotidiano.

Per arginare il fenomeno Confesercenti ha chiesto una flat tax anti-desertificazione: la proposta della confederazione prevede per chi avvia un’impresa in un’area ad alta desertificazione commerciale – e sostiene quindi i costi incomprimibili legati allo start up di un’attività – un regime fiscale e burocratico di vantaggio, una flat tax accompagnata dall’alleggerimento degli oneri amministrativi. Un sostegno mirato, che per Confesercenti permetterebbe alle PMI dei territori più desertificati di superare ostacoli e difficoltà nella loro trasformazione digitale.

Confesercenti ha poi chiesto per i sindaci maggiori poteri e strumenti per promuovere iniziative di contrasto alla desertificazione commerciale nei loro comuni, favorendo lo sviluppo economico locale, incentivando la nascita e il mantenimento delle attività commerciali e creando un ambiente favorevole per il commercio di prossimità. Anche attraverso un Fondo per la rigenerazione urbana, alimentato in parte dai contributi che i commercianti già versano per la rottamazione delle licenze, in parte da una nuova addizionale web: un’imposta nazionale da applicare sulle vendite concluse dai grandi operatori internazionali del commercio elettronico.

Secondo le stime di Confesercenti con un’aliquota dell’1% applicata alla parte di fatturato realizzato dalle grandi imprese straniere si potrebbero ottenere circa 400 milioni di euro.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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