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BCE, de Guindos: preoccupazioni per alta inflazione si sono spostate sulla crescita

(Teleborsa) – “Le preoccupazioni per l’elevata inflazione si sono spostate sulla crescita economica. Oltre a ciò, i rischi geopolitici stanno aumentando e l’incertezza sulla politica statunitense potrebbe influenzare la politica commerciale e fiscale, con implicazioni più ampie per l’economia dell’area euro”. Lo afferma il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, in un’intervista con il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat.

de Guindos identifica tre aree chiave di preoccupazione per la stabilità finanziaria. In primo luogo, le valutazioni di asset ad alto rischio e la concentrazione del rischio nei mercati finanziari. “Ad esempio, alcune azioni negli Stati Uniti, quelle dei Magnifici Sette, costituiscono una quota molto ampia della capitalizzazione del mercato azionario statunitense – spiega – Allo stesso tempo, una quota ampia e crescente di titoli statunitensi è detenuta da non-banche dell’area euro. In caso di correzione, ciò potrebbe portare a problemi più ampi per l’intero sistema finanziario”.

In secondo luogo, i livelli di debito sovrano “sono elevati in un contesto di crescita molto bassa e alcuni paesi hanno rapporti di debito pubblico superiori al 100%, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale“, dice l’economista spagnolo.

Infine, ci sono “alcune sacche di vulnerabilità nel settore aziendale, dove potremmo assistere a un aumento delle insolvenze – afferma de Guindos – Le famiglie, tuttavia, hanno aumentato i propri risparmi e ridotto il proprio debito, beneficiando al contempo di un mercato del lavoro forte, quindi la loro situazione è positiva finora. Ma questo potrebbe cambiare se la crescita dovesse rivelarsi più debole del previsto”.

A una domanda sui dazi annunciati da Donald Trump, replica: “Non sappiamo ancora esattamente quali politiche saranno implementate, quindi è difficile fare una valutazione definitiva del potenziale impatto sull’Europa. Ma è chiaro che dovremmo valutare non solo l’impatto diretto sui beni europei e non europei, ma anche le più ampie interruzioni dei flussi commerciali che si verificherebbero di conseguenza”.

Oltre alle potenziali tariffe, “dovremo anche vedere come evolve la politica fiscale degli Stati Uniti – aggiunge – Riducendo le tasse ma mantenendo la spesa pubblica, la politica fiscale diventa più espansiva, il che, abbinato a un deficit fiscale e a un rapporto debito pubblico molto elevati, potrebbe causare problemi di sostenibilità fiscale. Gli Stati Uniti e il dollaro USA svolgono un ruolo molto importante nell’economia mondiale, ma questi sviluppi potrebbero sollevare dubbi nei mercati finanziari”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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