(Teleborsa) – La Banca d’Italia continuerà, per tutto il 2024, a prestare denaro alle banche accettando come garanzia anche i finanziamenti concessi alle famiglie sotto forma di crediti al consumo e mutui o quelli alle piccole e medie imprese. È quanto fa sapere l’istituto centrale in una nota. Sebbene lo scorso 30 novembre 2023 il Consiglio direttivo della Banca centrale europea abbia deciso di revocare alcune misure in vigore negli schemi relativi ai prestiti bancari aggiuntivi (Additional Credit Claims, Acc) adottate nel tempo da diverse Banche centrali nazionali dell’Eurosistema, la Banca d’Italia riferisce che questa decisione non modifica lo schema Acc della stessa Bankitalia, che “rimarrà in vigore almeno fino alla fine del 2024”. Eventuali successive modifiche saranno comunque comunicate con congruo anticipo.
L’obiettivo è quello di aumentare la capacità delle banche di sostenere l’economia reale anche accettando a garanzia “crediti che non soddisfano tutti i criteri di idoneità stabiliti nel sistema generale delle garanzie dell’Eurosistema” come spiegava la Bce a suo tempo. La Banca d’Italia ha, inoltre, deciso di reintrodurre la soglia di importo minimo di 25mila euro richiesta al momento del conferimento in garanzia per i prestiti domestici singolarmente conferiti sia sulla base del regime ordinario delle garanzie sia sulla base degli schemi Acc, in linea con la decisione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. Questa soglia, si legge, era stata ridotta a zero nel contesto delle misure sulle garanzie adottate in risposta alla crisi economica e finanziaria causata dalla pandemia di Coronavirus. La data di entrata in vigore della nuova soglia sarà comunicata nel corso del 2024, in occasione della pubblicazione delle modifiche degli atti legali relativi all’attuazione della politica monetaria.
I crediti aggiuntivi possono comprendere anche prestiti alle famiglie e pacchetti di prestiti simili, ad esempio prestiti alle imprese (piccole, medie e grandi), prestiti al consumo o mutui. Per compensare i maggiori rischi che ne derivano le banche centrali nazionali impongono scarti di garanzia più elevati e assegnano così ai crediti aggiuntivi una valutazione inferiore al valore nominale per avere un margine di sicurezza contro possibili variazioni del valore delle garanzie. Nel suo schema la Banca d’Italia accetta in garanzia i prestiti assistiti dalle garanzie introdotte dal decreto per far fronte all’emergenza Covid-19, rilasciate da Sace e dal Fondo di Garanzia per le Pmi, conferiti all’interno dei portafogli di prestiti erogati alle società non finanziarie.