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Banche, Panetta: prudenza nella classificazione prestiti, realismo su raccolta

(Teleborsa) – “I principali indicatori di bilancio offrono un’immagine positiva del sistema bancario italiano. Il capitale è salito al 15,8 per cento delle attività a rischio, in linea con le altre banche europee. I prestiti deteriorati in rapporto a quelli complessivi sono scesi all’1,4 per cento, completando il processo di risanamento avviato da quasi un decennio. I coefficienti di liquidità superano ampiamente i requisiti regolamentari”. Lo ha affermato Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, durante il congresso annuale di Assiom Forex, l’associazione degli operatori dei mercati finanziari, in corso a Genova.

“Anche la redditività è migliorata: il rendimento del capitale sfiora il 13 per cento, un valore mai rilevato dopo la crisi finanziaria – ha spiegato – Parte di questo irrobustimento riflette i guadagni di efficienza conseguiti sul fronte dei costi e nella gestione del rischio di credito, oltre che gli effetti positivi delle riforme regolamentari e di un’incisiva azione di vigilanza. Ma riflette anche fattori di natura eccezionale. Le banche hanno infatti beneficiato delle politiche macroeconomiche intraprese per contrastare la crisi e delle inusuali condizioni di mercato dello scorso biennio, caratterizzate da un’ampia offerta di liquidità e tassi di interesse in rapida crescita”.

Panetta si è soffermato sul tema della liquidità e della raccolta: “In una fase in cui l’Eurosistema sta riassorbendo la liquidità in eccesso, i piani di raccolta delle banche vanno definiti con realismo ed eseguiti per tempo. Occorre evitare di incorrere nel problema della fallacia della composizione: difficilmente tutti gli intermediari saranno in grado di rivolgersi al mercato contemporaneamente e a basso costo”.

Inoltre, “la liquidità aggregata si ridurrà gradualmente, ma non si può escludere che la capacità di reperire risorse liquide sul mercato subisca variazioni discontinue a mano a mano che si assottiglieranno le riserve in eccesso detenute dalle banche o in presenza di turbolenze sui mercati”.

Sul fronte del crediti deteriorati, ha evidenziato che “l’esperienza passata indica che un aumento dei tassi di interesse ha effetti positivi sui bilanci bancari nel breve periodo, ma che su orizzonti estesi finisce spesso per ripercuotersi negativamente sulle condizioni finanziarie di famiglie e imprese, con effetti di retroazione sul credito. Secondo nostre stime la qualità dei prestiti peggiorerebbe nel prossimo biennio. L’incidenza dei crediti deteriorati si manterrebbe ben inferiore ai picchi raggiunti dopo la crisi dei debiti sovrani, ma eventi imprevisti potrebbero condurre a scenari più sfavorevoli”.

“Alle banche – ha sostenuto – è richiesta prudenza nella classificazione dei prestiti e una scrupolosa applicazione dei principi contabili internazionali, secondo cui occorre riconoscere le perdite attese ed effettuare le relative rettifiche di valore anche quando le perdite non si sono ancora materializzate. Laddove i modelli non fossero in grado di cogliere appieno gli effetti di nuovi fattori di rischio sulla probabilità di insolvenza, gli intermediari sono chiamati a effettuare specifici aggiustamenti. Questo tipo di interventi è utilizzato da alcune banche, ma in modo eterogeneo. La Banca d’Italia sta conducendo approfondimenti per diffondere le migliori pratiche sotto questo profilo”.

Lo sguardo non è però rivolto sono alle banche, che negli scorsi anni hanno significativamente ripulito i propri bilanci dagli NPL. “La Banca d’Italia sta intensificando i controlli sui soggetti che operano nel recupero dei crediti, i cosiddetti master servicers – ha detto Panetta – Sono emerse carenze organizzative che richiedono di rafforzare i controlli e migliorare la gestione dei rischi e le strategie di recupero, soprattutto laddove queste ultime siano affidate a terzi”.

“La sfida più difficile, e quella che più rileva per i suoi effetti sull’economia reale, rimane la gestione dei finanziamenti a clienti in difficoltà ma con prospettive di ripresa – ha aggiunto – Per poter definire efficaci piani di risanamento dei debitori, gli operatori di questo segmento dovranno rafforzare le proprie capacità gestionali, finanziarie e consulenziali”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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