(Teleborsa) – “L’acquisizione di è un game changer per e siamo fiduciosi di chiudere l’offerta entro fine gennaio 2025, mentre siamo in attesa del nulla osta da parte del regolatore”. Lo ha detto l’AD Gian Maria Mossa in conference call con gli analisti, dopo la pubblicazione dei risultati dei primi nove mesi 2024.
Il deal sarà un game changer per tre principali aree di sinergie: Brokerage e market making, Structured products, Investment banking.
Sul primo fronte, Banca Generali intende sfruttare l’esperienza di trading e l’attività di ricerca e consulenza dedicata su azioni, ETF e derivati, internalizzare margini sui flussi di negoziazione di Banca Generali (ad esempio market making su ETF, cash equities e derivati) e fornire soluzioni tailor-made.
Sul secondo fronte, intende sfruttare il desk derivati di Intermonte per internalizzare la componente derivative dei prodotti strutturati, spingere ulteriormente sull’arricchimento dell’offerta con consulenza e intermediazione di prodotti strutturati anche sul mercato secondario, sfruttare la piattaforma digitale di Intermonte (Websim) per attrarre nuovi clienti.
Sul terzo fronte, intende differenziare ulteriormente la proposta di Banca Generali per attrarre profili FA senior, ampliando la proposta per i clienti imprenditori e avvicinarsi a nuovi segmenti di clientela, catturare un segmento di clientela (imprenditori e PMI) esposto al megatrend del trasferimento generazionale di ricchezza e agli eventi di liquidità associati, capitalizzare le attuali tendenze normative e il supporto governativo per migliorare il mercato dei capitali delle PMI.
In sintesi, l’operazione Intermonte “permette l’insourcing di competenze strategiche in trading, derivati e investment banking per migliorare ulteriormente la proposta di valore di Banca Generali, permette la generazione di notevoli sinergie di ricavi distribuite sulle diverse linee di business chiave, e aumenta anche la fedeltà di clienti e banker“.
Banca Generali è quindi “fiduciosa di offrire un ritorno sull’investimento superiore al costo del capitale di Banca Generali, confermando così la capacità di creare valore extra per i propri azionisti, e prevede che la dividend policy rimarrà invariata, dato che gli elevati coefficienti patrimoniali assorbiranno facilmente i requisiti di capitale indotti da Intermonte”.
Agli analisti che chiedevano dettagli sull’impatto del deal sull’EPS, Mossa ha detto che ulteriori dettagli saranno resi noti al Capital Market Day del prossimo anno. “L’operazione comunque sarà accrescitiva – ha spiegato – La sinergie su ricavi sono sostanziose sulle varie linee di business e siamo fiduciosi di espandere i servizi e catturare anche dell’extra business. Sicuramente ci sono delle sinergie di costi, ma questo è un deal trasformativo in termini di sinergie sui ricavi“.
Mossa ha raccontato agli analisti l’operazione Intermonte, annunciata a settembre, mentre l’attenzione degli operatori è su un deal di M&A ancora più grande: l’OPA di su . Il banchiere ha riconosciuto che “il Danish Compromise è un’opportunità, quindi il deal ha molto senso dal punto finanziario e del capitale. In generale, io continuo a pensare che la nostra industria sia il “place to be”, grazie a volumi in continua crescita al di là della singola società. Quindi è ovvio vedere l’interesse da parte di grandi gruppi in un momento in cui anche importanti CEO hanno suggerito un calo dei ricavi da interessi”.