(Teleborsa) – Fino alla fine di dicembre, le condizioni finanziarie hanno continuato ad allentarsi, spinte dagli investitori che anticipavano una politica allentata nel breve termine. Da gennaio, le condizioni finanziarie si sono stabilizzate e inasprite, poiché la comunicazione delle banche centrali ha respinto tali aspettative e i dati pubblicati hanno evidenziato pressioni inflazionistiche più ostinate. Nel complesso, i rendimenti dei titoli sovrani sono diminuiti durante il periodo, mentre le valutazioni degli asset rischiosi sono generalmente aumentate. Sostenute da una propensione al rischio resiliente, le economie dei mercati emergenti (EME) hanno registrato afflussi suibond e (ad eccezione della Cina) i loro mercati azionari hanno ampliato i guadagni. Lo si legge nel report trimestrale della Banca dei Regolamenti Internazionali (Bank for International Settlements, BIS).
Le aspettative sulle traiettorie dei tassi ufficiali hanno segnato l’andamento dei mercati globali del reddito fisso. In un contesto favorevole di inflazione in calo e di un’attività economica sorprendentemente resiliente, le aspettative degli operatori di mercato inizialmente si sono allontanate dalle proiezioni delle banche centrali, così hanno iniziato a scontare tagli anticipati dei tassi. Ma poi i funzionari delle banche centrali sono intervenuti ripetutamente per dissipare l’eccessivo ottimismo, riaffermando che la battaglia per riportare l’inflazione al livello target non poteva ancora essere dichiarata vinta. I loro sforzi per riportare le aspettative del mercato in linea con le loro proiezioni hanno avuto successo e hanno ristretto la distanza tra le aspettative dei mercati e quelle delle banche centrali. Queste rivalutazioni hanno lasciato il segno in un’elevata volatilità obbligazionaria, che ha addirittura superato quella delle azioni. I rendimenti dei titoli di Stato nelle principali economie hanno ampiamente rispecchiato questi sviluppi: dapprima hanno continuato a scendere a dicembre, per poi risalire nuovamente dopo che le comunicazioni delle banche centrali sono state rinviate a gennaio e a febbraio sono emersi dati meno favorevoli sull’inflazione negli Stati Uniti.
Secondo la BRI, l’ottimismo generale ha influito anche sugli asset rischiosi. Gli indici azionari globali hanno registrato un rialzo e gli spread creditizi si sono ridotti. Sebbene ancora relativamente tese, le condizioni finanziarie globali si sono allentate, riflettendo le aspettative di un soft landing. Detto questo, l’emissione di obbligazioni e le condizioni di offerta del credito bancario hanno dipinto un quadro meno roseo. L’emissione è rimasta piuttosto contenuta, poiché le imprese sembravano meno disposte a sfruttare il mercato a tassi più elevati mentre gli standard di prestito delle banche erano ancora rigorosi. Il mercato dei cambi ha inviato segnali contrastanti: il dollaro si è inizialmente deprezzato per poi apprezzarsi notevolmente a partire da gennaio, in risposta a segnali di tagli dei tassi ritardati del previsto. Questo modello riflette che i movimenti dei tassi di cambio sono associati principalmente a revisioni delle prospettive di politica monetaria piuttosto che essere guidati dalla propensione al rischio.
(Foto: Nicholas Cappello on Unsplash)