(Teleborsa) – A seguito dell’ultima sentenza della VII sezione del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha inviato una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, chiedendo di sollevare presso la Corte costituzionale il conflitto di attribuzione nei confronti del massimo organo della giustizia amministrativa. “Guardiamo con preoccupazione all’ultima pronuncia del Consiglio di Stato, laddove in più punti essa sembra travalicare i poteri della giustizia amministrativa finendo con l’invadere la sfera legislativa propria del Parlamento”, dichiara Foti in una nota.
“In questa ultima pronuncia – prosegue il capogruppo di FdI – il Consiglio di Stato torna a ribadire la propria competenza non solo in ordine all’obbligo di disapplicare le disposizioni nazionali contrarie ma chiarisce altresì che, secondo l’interpretazione sostenuta, tale disapplicazione debba avvenire senza che ciò possa essere condizionato o impedito da interventi del legislatore. Un assunto che riteniamo infondato e che contraddice lo spirito stesso della legislazione di derivazione comunitaria, che prevede che una Direttiva (in questo caso la Bolkestein) venga recepita con specifiche norme di legge. Riteniamo pertanto ineludibile che sia la Corte costituzionale a pronunciarsi circa il corretto esercizio della potestà giurisdizionale. Lo facciamo – conclude Foti – a difesa di un organo eletto direttamente dal popolo che deve mantenere il diritto di poter esercitare le proprie prerogative, con lo svolgimento delle funzioni ad esso attribuite dalla Costituzione”.
“È ancora più urgente – sottolineano Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba/Confesercenti – un intervento legislativo chiarificatore dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 20 maggio in cui si afferma che l’obbligo di gara sussiste indipendentemente dall’accertamento della ‘scarsità’ della risorsa o dalla rilevanza transfrontaliera della concessione, in quanto il diritto nazionale impone in ogni caso una procedura selettiva comparativa ispirata ai fondamentali principi di imparzialità, trasparenza e concorrenza e preclude l’affidamento o la proroga della concessione in via diretta ai concessionari uscenti”. Capacchione e Rustignoli annunciano che impugneranno la sentenza “insieme alle altre due analoghe, davanti alla Cassazione a Sezioni Unite confidando nel loro annullamento”. “Si tratta – proseguono – di una sentenza che si pone in netto contrasto con quanto chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che impone, invece e al contrario, le gare solo se la ‘risorsa è scarsa’”. Rcordano, inoltre, che “spetta alla Corte di Giustizia dell’Unione europea la funzione esclusiva di fornire l’interpretazione autentica del diritto europeo e che le sue sentenze sono vincolanti per tutti gli Stati, i loro organi giurisdizionali e per la stessa Commissione europea. A ciò – proseguono – si aggiunga che in questa sconcertante sentenza vi è una grave omissione di pronuncia da parte del Consiglio di Stato sull’eccezione della riserva esclusiva di giurisdizione della Corte Costituzionale, qualora, dalla disapplicazione di legge, derivino possibili conseguenze penali”. I presidenti di Sib e Fiba si augurano che “anche il governo e il Parlamento, doverosamente e opportunamente, sollevino, avverso tali ultime sconcertanti sentenze, il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. Ma ci auguriamo, soprattutto, – concludono – che il governo emani senza indugio un provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana e risolva strutturalmente questa annosa vicenda”.
“Accogliamo con favore l’intenzione di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le recenti sentenze del Consiglio di Stato, perché da una parte viene riaffermato il ruolo preponderante del potere legislativo rispetto a quello giudiziario e dall’altra si mira a far chiarezza e a tutelare i diritti non solo dei balneari, ma di tutte le categorie di lavoratori gettati nell’incertezza da questo modo di operare e da queste sentenze – commentano in una nota, i presidenti di Assobalneari Italia Aderenti a Federturismo Confindustria, Fabrizio Licordari e La Base Balneare con Donnedamare, Bettina Bolla –. Vi è una chiara autonomia del Parlamento e del governo nel legiferare, e nel discutere con l’Europa in merito alla mappatura quantitativa proposta, essenziale per definire la corretta applicazione della direttiva Bolkestein. Assurdo che il Consiglio di Stato mini questa autonomia – sottolineano Licordari e Bolla – che oggi riguarda i balenari, ma che può riguardare qualsiasi tema che il paese deve affrontare. È una questione di democrazia e di rispetto delle prerogative costituzionali che vanno difese in maniera coesa a prescindere dal colore politico e dall’opinione che si ha sui balneari”.
“La responsabilità di questo disastro nella gestione delle spiagge è tutta del partito di Giorgia Meloni, che tra le altre cose, ha deciso di non applicare il provvedimento di Draghi. Tale provvedimento offriva una via d’uscita e una soluzione anche agli attuali gestori degli stabilimenti balneari. In questo modo, Giorgia Meloni ha portato la gestione delle spiagge nel totale caos. Il suo partito è assolutamente refrattario al rispetto della legge – sottolinea il deputato di AVS e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli –. Vogliono privatizzare le ultime spiagge libere del nostro Paese e questo è un fatto inaudito. Noi ci battiamo affinché il mare sia libero: è un bene comune. Loro, invece, sono dalla parte degli interessi forti e difendono la ministra Santanchè, che non solo è rinviata a giudizio, ma con il Twiga paga 19mila euro di concessione demaniale insieme a Briatore, a fronte di un fatturato di 8-9 milioni di euro. Sono dalla parte dei potenti ma gli italiani hanno il diritto di godere delle spiagge. Con un ignobile trucchetto, hanno aumentato la lunghezza delle spiagge di 3mila chilometri, portandole da 8mila a 11mila, solo per evitare di mettere in concessione le aree e mandare invece a gara le ultime spiagge libere del nostro Paese. Su questo – conclude – noi ci opponiamo e ci opporremo con forza”.
“Alla vigilia dell’apertura della stagione, gli operatori balneari vivono ancora in una situazione di caos e incertezza. Tanto per cambiare, chi governa questo paese sceglie la via dell’inerzia e delle false promesse – afferma Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e candidata alle elezioni europee nel collegio Nord Ovest –. Oggi tocca al capogruppo di Fdi alla Camera chiedere di sollevare presso la Corte costituzionale il conflitto di attribuzione nei confronti della VII sezione Consiglio di Stato, che aveva invitato ad avviare le gare per l’assegnazione. Insomma, si continua a non legiferare e a non mettere ordine nel settore, illudendo gli operatori che con il muro contro muro si otterrà qualcosa. Anche stavolta il centrodestra in campagna elettorale gioca sulle spalle di chi investe e dei cittadini che chiedono servizi. È una vergogna”.