(Teleborsa) – La Cassazione ha dato il via libera al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. L’Ufficio centrale della Suprema Corte, ha quindi ritenuto legittima la richiesta di abrogazione. L’ordinanza della Cassazione arriva dopo il pronunciamento della Consulta che aveva considerato “illegittime” specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. La CorteCostituzionale sarà ora chiamata a giudicare l’ammissibilità del referendum.
Il 3 dicembre scorso la Consulta, chiamata ad esprimersi sulle questioni di costituzionalità e accogliendo parzialmente i ricorsi di quattro Regioni, aveva affermato che “il regionalismo corrisponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione” e “spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale“.
“Prendo atto della sentenza della Corte di Cassazione, perché comunque per me ha un valore assoluto, e dico: premesso che poi sarà la Corte costituzionale a giudicare sull’ammissibilità del referendum, io dico perché no?”, ha commentato il ministro Roberto Calderoli, promotore della riforma, alla festa di Fratelli d’Italia Atreju. “Sono anche soddisfatto della sentenza della Cassazione, perché dichiarando ammissibile il referendum alla luce della sentenza della Corte – che aveva richiesto l’inammissibilità totale della legge, bocciata, e che su 52 motivi di incostituzionalità ne ha accettati 14 con 13 non ammissibili e 25 infondati – di fatto dice che la legge 86 è viva, vegeta e gode anche non di ottima, ma di buona salute. Vuol dire anche che la legge c’è ed è immediatamente applicabile”, ha aggiunto Calderoli.
Soddisfazione per la decisione è arrivata anche dall’opposizione. “È una decisione importante contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale. Settori come sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentati”, ha dichiarato il deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli. “Una nuova sonora bocciatura per il governo e per la maggioranza che sono andati avanti a testa bassa nell’approvazione della legge, nel contrasto al referendum e nella volontà di perseverare anche dopo che la Corte Costituzionale ha svuotato la legge cancellandone i pilastri principali”, hanno commentato in una nota i rappresentanti del M5S nelle Commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza
(Foto: Blackcat CC BY-SA 3.0)