(Teleborsa) – Il board della Reserve Bank of Australia (RBA) ha deciso di lasciare invariato il tasso di riferimento al 4,35%, centrando le attese degli analisti. Il tasso è a questo livello da novembre 2023, quando è stato alzato per l’ultima volta.
La banca centrale evidenzia che l’inflazione è diminuita sostanzialmente dal picco del 2022, poiché tassi di interesse più elevati hanno contribuito ad avvicinare domanda e offerta aggregate all’equilibrio. Ma l’inflazione è ancora ben al di sopra del punto medio dell’intervallo target del 2-3%. In termini sottostanti, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 3,9% nel corso dell’anno fino al trimestre di giugno, in linea di massima come previsto nella dichiarazione di politica monetaria di maggio. Ma “gli ultimi numeri dimostrano anche che l’inflazione si sta dimostrando persistente“, viene sottolineato. In termini di fine anno, l’inflazione sottostante è stata ora al di sopra del punto medio del target per 11 trimestri consecutivi. E l’inflazione sottostante trimestrale dell’indice dei prezzi al consumo è scesa molto poco nell’ultimo anno.
Secondo la RBA, “le prospettive economiche sono incerte e i dati recenti hanno dimostrato che il processo di ritorno dell’inflazione al target è stato lento e accidentato“.
Le previsioni indicano che l’inflazione tornerà all’intervallo target del 2-3 percento verso la fine del 2025 e si avvicinerà al punto medio nel 2026. Ciò rappresenta un ritorno all’obiettivo leggermente più lento rispetto alle previsioni di maggio, sulla base di stime secondo cui il divario tra domanda e offerta aggregata nell’economia è maggiore di quanto si pensasse in precedenza.
D’altro canto, “lo slancio dell’attività economica è stato debole, come dimostrato dalla lenta crescita del PIL, dall’aumento del tasso di disoccupazione e dalle segnalazioni che molte aziende sono sotto pressione – si legge nello statement – E c’è il rischio che i consumi delle famiglie riprendano più lentamente del previsto, con conseguente continua crescita debole della produzione e un evidente deterioramento del mercato del lavoro”.
In conclusione, la RBA ha affermato che “i dati hanno rafforzato la necessità di rimanere vigili sui rischi al rialzo per l’inflazione e il Board non sta escludendo nulla. La politica dovrà essere sufficientemente restrittiva finché il Board non sarà sicuro che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso l’intervallo target”.