Dicembre 2024

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    Gruppo FS, RFI lancia gara da oltre 1,6 miliardi per progettazione esecutiva e realizzazione galleria Santomarco

    (Teleborsa) – Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) ha pubblicato in Gazzetta Europea il bando di gara per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori relativi alla realizzazione della galleria Santomarco. L’intervento, parte integrante del più ampio progetto d’investimento “Nuova linea AV/AC Salerno – Reggio Calabria”, realizzerà una nuova connessione a doppio binario a standard Alta Velocità tra Paola/S. Lucido e Cosenza, sviluppandosi per una estensione di circa 22 km, di cui 17 km in sotterraneo (nuova galleria Santomarco) e i restanti 5 km all’aperto.L’opera interessa i Comuni di Paola, San Lucido, Rende, Montalto Uffugo, San Vincenzo la Costa e San Fili, nella Provincia di Cosenza. In prossimità dell’imbocco della galleria lato Cosenza, nel Comune di Montalto Uffugo, è prevista una nuova stazione con relativa viabilità di collegamento, al servizio del territorio e del polo universitario di Rende.La nuova linea AV/AC Salerno – Reggio Calabria – sottolinea RFI in una nota – costituirà un itinerario strategico per la connessione tra il nord e il sud del Paese e contribuirà alla riduzione dei divari territoriali sia in termini di dotazioni infrastrutturali che di sviluppo del contesto di riferimento, accelerando dinamiche di crescita economica e turistica.L’intero itinerario da Salerno a Reggio Calabria è stato suddiviso in lotti funzionali. Oltre quello della Santomarco, questo è lo stato di avanzamento degli altri lotti: Lotto 1a (Battipaglia-Romagnano): in corso di realizzazione (PNRR); Lotto 1b e 1c (Romagnano-Praia): in corso iter autorizzativo; Lotto 2 (Praia-Paola) e altri lotti a completamento: progettazione in corso.Il bando di gara per la Santomarco ha un valore di oltre 1,6 miliardi di euro. LEGGI TUTTO

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    Saldi, Codacons: “Giro d’affari intorno ai 4 miliardi, lontano dai livelli pre-covid”

    (Teleborsa) – I saldi invernali 2025 non vedranno l’attesa impennata delle vendite e si manterranno invece all’insegna dell’incertezza, visto che le tasche degli italiani sono già state svuotate dalle feste natalizie, con le speranze dei commercianti che rischiano di infrangersi di fronte a una realtà ben diversa. Lo afferma il Codacons, che diffonde oggi le stime sull’andamento degli sconti stagionali e i consigli ai consumatori per evitare fregature.”Non ci sarà alcun picco negli acquisti: il periodo dei saldi arriva a ridosso del Natale, con i budget delle famiglie già erosi dai rincari delle scorse settimane, come confermano anche i dati delle partenze” – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. I portafogli degli italiani sono già vuoti dopo le feste di fine anno, e gran parte degli acquisti sono già stati anticipati alla settimana del Black Friday: rimane poco, e spesso niente, da destinare ai saldi. Anche quest’anno si registra da parte dei cittadini una grande prudenza sul fronte della spesa da destinare ai saldi, con una larga fascia di consumatori che deciderà all’ultimo minuto se approfittare o meno degli sconti. In base alle nostre stime, il giro d’affari dei saldi invernali non supererà i 4 miliardi di euro, in netta diminuzione rispetto ai livelli di spesa pre-Covid, quando il giro d’affari dei saldi superava abbondantemente i 5 miliardi di euro”.I consigli del Codacons per fare acquisti in sicurezza durante i saldi:1. Conservate sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad es. perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Avete due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.2. Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. State alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.3. Girate. Nei giorni che precedono i saldi andate nei negozi a cercare quello che vi interessa, segnandovi il prezzo; potrete così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andrete a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Eviterete di mangiarvi le mani. A volte basta qualche giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi.4. Consigli per gli acquisti. Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: sarete meno influenzabili dal negoziante e correrete meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non avevate alcun bisogno e che non userete mai. Valutate la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali, per esempio, costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti.5. Diffidate degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova6. Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.7. Negozi e vetrine. Non acquistate nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile e deve esserci l’indicazione del prezzo praticato negli ultimi 30 giorni prima dell’avvio dei saldi. Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.8. Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.9. Pagamenti. Il commerciante è obbligato ad accettare forme di pagamento elettroniche (carte, bancomat) anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.10. Fregature. Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Palazzo Chigi: “Trasmessa a Commissione Ue richiesta pagamento settima rata di 18,3 miliardi di euro”

    (Teleborsa) – È stata trasmessa oggi, alla Commissione europea, la richiesta di pagamento della settima rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza pari a 18,3 miliardi di euro. La richiesta presentata dall’Italia segue i lavori della Cabina di regia PNRR del 29 novembre scorso, presieduta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la verifica del conseguimento dei 67 obiettivi collegati, distinti in 32 target e 35 milestone. A confermarlo è Palazzo Chigi in una nota. “L’Italia – ha dichiarato Meloni – è la prima Nazione europea a presentare formale richiesta per il pagamento della settima rata del PNRR. È un primato che ci consentirà presto di superare quota 140 miliardi di euro, oltre il 72% della dotazione complessiva del Piano. Il 2025 sarà un anno fondamentale per la fase 2 del PNRR, cioè la messa a terra degli investimenti. È una fase cruciale, che non ammette ritardi e che vede il Governo e tutte le Amministrazioni coinvolte in prima linea per raggiungere l’obiettivo”. Tra gli obiettivi della settima rata figurano – spiega Palazzo Chigi – gli investimenti per l’implementazione delle infrastrutture di trasmissione dell’energia elettrica (SA CO I.3 e Tyrrhenian link), il potenziamento della flotta di autobus e di treni a emissioni zero per il trasporto regionale, dei nodi metropolitani e dei principali collegamenti nazionali, la riqualificazione di molte stazioni ferroviarie, le misure per la cybersicurezza, l’attivazione di 480 Centrali Operative Territoriali (COT) per rafforzare le prestazioni in materia di salute pubblica, gli investimenti per una migliore gestione delle risorse idriche, il conferimento di 55mila borse di studio agli studenti meritevoli meno abbienti per l’accesso all’Università, di 7.200 borse di dottorato nei settori della ricerca, della PA e della cultura e di 6mila borse di dottorato innovative dedicate alle imprese.Agli investimenti si aggiungono diverse riforme strategiche, come la legge sulla concorrenza, il completamento delle misure per velocizzare i pagamenti della Pubblica Amministrazione, la revisione del servizio civile universale per favorire la partecipazione dei giovani e il provvedimento sulle rinnovabili, in linea con gli ambiziosi obiettivi della nuova missione REPowerEU del PNRR dell’Italia.”I 67 obiettivi connessi alla settima richiesta di pagamento sono la riprova del costruttivo impegno portato avanti dal Governo, in sinergica collaborazione con la Commissione europea e con tutti i soggetti preposti all’attuazione del Piano – ha affermato il ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti – si tratta di misure fondamentali per la modernizzazione e la crescita dell’Italia, quali l’avvio degli interventi per il potenziamento delle infrastrutture portuali, ferroviarie, stradali e urbanistiche, che rappresentano un presupposto fondamentale per proseguire nello sviluppo del Mezzogiorno e nella concreta riduzione dei divari territoriali. Il PNRR non ammette soste: a partire dai primi giorni del 2025 lavoreremo alacremente per il conseguimento degli obiettivi inseriti nelle ultime tre rate e per il monitoraggio rafforzato sullo stato di attuazione del Piano, al fine di individuare tutti gli aggiustamenti necessari per portare a compimento le riforme e gli investimenti programmati”.In linea con quanto accaduto con le precedenti richieste di pagamento, il versamento della settima rata avverrà al termine del consueto iter di valutazione previsto dalle procedure europee, finalizzato a verificare il conseguimento delle milestone e dei target previsti. LEGGI TUTTO

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    Ast Terni, Urso: “Al lavoro per accordo di programma a febbraio”

    (Teleborsa) – “Si è concluso, con la piena intesa di tutte le parti su agenda, obiettivi e modalità per la definizione dell’accordo di programma sulle acciaierie di Terni Ast-Arvedi, il tavolo presieduto oggi dal ministro Urso a Palazzo Piacentini. Su proposta del ministro è stato definito un cronoprogramma per sciogliere i nodi sul piano tecnico riguardo all’approvvigionamento energetico, sulla base degli intendimenti della Regione Umbria, e in relazione alle risorse che saranno messe a disposizione da MASE e MIMIT a supporto del Piano industriale dell’azienda, per giungere alla firma dell’accordo di programma entro il mese di febbraio”. È quanto fa sapere il ministero delle Imprese e del Made in Italy in una nota al termine del tavolo sulle acciaierie di Terni Ast-Arvedi che si è svolto oggi a Palazzo Piacentini.”Nel corso del mese di gennaio – prosegue il Mimit – si terrà il tavolo tecnico per definire il quadro delle agevolazioni a sostegno dell’investimento siderurgico nel rispetto delle regole europee. Un secondo ambito di intervento, in formato multilaterale tra Mimit, l’azienda, la Regione Umbria e il Comune di Terni, è collegato all’approvvigionamento energetico, in relazione alla gara per la nuova concessione della centrale idroelettrica di Terni che avverrà nel 2029 e su cui la Regione dovrà fornire i suoi intendimenti. L’obiettivo, sottolineato da Urso, è convocare per febbraio un tavolo conclusivo per la sottoscrizione dell’accordo di programma”.”C’è bisogno di chiarezza, lo faremo nelle prossime settimane a livello tecnico con la regione con il Ministero dell’Ambiente e soprattutto con l’azienda, affinché sia poi possibile convocare per febbraio un tavolo, a questo punto conclusivo, per la sottoscrizione dell’accordo di programma” ha affermato il Urso. Un incontro andato “molto bene” ha detto il ministro. “Abbiamo fatto il punto su una vertenza molto significativa e condiviso un cronoprogramma che – ha spiegato il ministro – ci porterà entro il mese di febbraio a firmare l’accordo di programma con l’azienda e le varie istituzioni per il rilancio di questo importante e significativo sito siderurgico italiano”. “L’incontro di questa mattina al MiMIT sulle acciaierie di Terni AST – Arvedi, al quale hanno preso parte, col ministro Adolfo Urso, i rappresentanti della Regione Umbria, dell’azienda, del Comune e delle organizzazioni sindacali, consente di fare un passo in avanti nella vertenza in corso. Positiva la stesura di un cronoprogramma, che da qui a febbraio porterà alla stesura dell’accordo di programma tra le varie istituzioni e l’azienda, al fine di rilanciare un polo siderurgico molto importante e strategico per l’Umbria come per l’Italia – ha commentato in una nota il sottosegretario al ministero dell’interno, Emanuele Prisco –. Il ministero delle imprese e del made in Italy si sta occupando della vertenza con grande solerzia ed efficacia e di questo ringrazio il ministro Urso. Dirimenti saranno adesso le determinazioni della Regione in merito alla concessione della centrale idroelettrica, determinazioni che dovranno arrivare entro fine gennaio: la riduzione del costo dell’energia è infatti condizione chiave per la realizzazione del piano industriale elaborato dall’azienda”. Durante il tavolo Ast-Arvedi di Terni il ministro Urso ha colto anche l’occasione per illustrare alle organizzazioni sindacali il non paper presentato il 27 alla Commissione europea. Il documento, promosso da Urso, di intesa con il ministro dell’Ambiente e dell’Enegia, Gilberto Pichetto, propone alla Commissione europea di anticipare al 2025 le clausole di revisione già previste, al fine di migliorare il CBAM prima della sua entrata in vigore a regime nel 2026.Ma l’incontro ha deluso le aspettative dei sindacati. “L’incontro di questa mattina al MIMIT è stato semplicemente paradossale con i diversi soggetti istituzionali che hanno fatto dichiarazioni ambigue e senza assunzioni di responsabilità effettive sul tema del costo dell’energia posto da Arvedi. La delusione da parte nostra sull’incontro di oggi è stata pesante rispetto alle nostre aspettative di poter verificare la concretizzazione dell’accordo di programma. Siamo preoccupati sul protrarsi dello stato di incertezza sulla competitività di Ast che potrebbe scaricarsi sui lavoratori che in questi anni hanno già subito la disastrosa precedente gestione dì Thyssenkrupp – hanno dichiarato Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm e responsabile settore siderurgico, e Simone Lucchetti, segretario Uilm Terni –. Un risultato lo abbiamo però ottenuto grazie alle nostre sollecitazioni ed è quello di aver strappato al ministro Urso l’impegno a concludere l’iter dell’Accordo di programma entro il prossimo mese di febbraio. Nel frattempo le istituzioni regionale e nazionale verificheranno la possibilità di trovare, entro il 20gennaio, una soluzione transitoria, almeno biennale, per ridurre l’impatto del costo del costo dell’energia, compatibilmente con le normative per gli aiuti di stato”. “L’accordo di programma dovrebbe portare nel sito di Terni investimenti per circa un miliardo di euro. Riscontriamo che dopo un lungo dibattito fra tutte le parti coinvolte non sono emerse risoluzioni attuative per sciogliere il difficile nodo del caro energia – hanno dichiarato in una nota congiunta il segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, il vice segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Daniele Francescangeli con delega alla siderurgia e il coordinatore Arvedi AST, Antonello Martoni –. Abbiamo rappresentato, come detto più volte, la necessità di ricevere un miliardo di euro di investimento per la transizione ecologica, l’installazione di nuovi impianti lavorativi con un accordo di programma volto al rilancio del sito e al mantenimento dei volumi produttivi”. Infine Spera ha invitato il governo e le istituzioni: “Alla responsabilità per una rapida soluzione delle problematiche, per la salvaguardia dei lavoratori e dell’intero territorio nazionale. Entro la fine del mese di febbraio si terrà un incontro per definire il percorso dell’accordo di programma e un accordo ponte che traghetterà l’azienda verso il 2029”. “Apprezzando la convocazione avvenuta a ridosso della fine dell’anno, ad oggi – hanno sottolineato il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Aló e il segretario generale Fim Cisl Umbria Simone Liti –. Non abbiamo potuto rilevare avanzamenti dal punto di vista energetico a sostegno del progetto di sviluppo del sito siderurgico. Inoltre, abbiamo appreso che anche dal lato del fondo hard to abate siano stati registrati dei rallentamenti a causa di ulteriori aggiornamenti richiesti sul fondo per una sostenibilità di accesso allo stesso. L’azienda, dal canto suo, ha ribadito come il tempo trascorso dal momento dell’acquisto l’abbia vista realizzare investimenti di circa 300 milioni di euro e come altri siano in fase di programmazione. Il ministro Urso ha proposto che il mese di gennaio sia il mese in cui tutta la fase istruttoria sia propedeutica alla preparazione dell’accordo di programma, per poi riconvocare il tavolo entro il mese di febbraio, data ultima che dovrà poi vedere la firma sullo stesso. Tuttavia, il tema dell’energia rimane il tema centrale su cui lavorare e comunque dal punto di vista transitorio di difficile soluzione per non impattare sulle regole della concorrenza e competitività europea. Come Fim Cisl abbiamo ribadito come sia necessario che tra Governo, istituzioni regionali e comunali si debba lavorare in piena sintonia affinché le strade percorribili siano elemento di valore e non di competizione politica. Questo quadro è determinante affinché le soluzioni, comunque complicate, non siano per il presente e il futuro scaricate sui lavoratori, in quanto il 40% dei costi energetici si va a recuperare sul costo del lavoro. Inoltre, oggi rileviamo che il tema dell’energia è fondamentale risolverlo per Ast e tutte le aziende energivore non solo per il proseguimento degli investimenti sul sito Ternano, ma sul suo destino industriale e strategico per il paese, che deve rimanere competitivo e oggi non è così, sia sul fronte europeo che su quello internazionale, dove la concorrenza è sempre più stringente, oltre che per i costi energetici, anche per l’importazione di prodotti siderurgici asiatici a basso costo”. Sul futuro di Acciai Speciali Terni “non si registrano passi avanti” e “tutte le incertezze rimangono irrisolte” dichiarano in una nota Loris Scarpa responsabile siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale e Alessandro Rampiconi segretario generale Fiom-Cgil Terni dopo l’incontro che si è tenuto oggi presso il Mimit, riguardo allo stato di avanzamento dell’accordo di programma. “Come Fiom non registriamo passi in avanti – dicono – anzi una riduzione degli investimenti pubblici e privati dovuta al rinvio della produzione di acciaio magnetico. Inoltre, c’è una stretta sull’arco temporale per la soluzione del costo dell’energia, nella fase transitoria, che sarà possibile eventualmente solo per gli anni 2027-2028. L’azienda ha ribadito, infine, che senza una soluzione sul costo dell’energia, anche nella fase transitoria, sarà costretta ad incrementare l’importazione di semilavorati dall’Asia”. Per la Fiom “coerentemente con quanto detto nei precedenti incontri, l’area a caldo deve rimanere centrale nelle produzioni di Terni e nei piani di sviluppo dell’intero ciclo integrato senza alcun impatto occupazionale, visto che ad oggi gli impianti non sono saturi e comunque non va incrementata l’importazione di bramme oltre l’attuale 10%”. “In merito al fantomatico accordo di programma, che non vede la partecipazione delle organizzazioni sindacali – proseguono – chiediamo che gli impegni istituzionali e aziendali siano garantiti a prescindere. Il Governo ha preso l’impegno di trovare delle soluzioni temporanee, in sinergia con Regione Umbria e azienda, entro il 20 gennaio 2025. Pertanto – annunciano i due esponenti della Fiom – considerata la permanenza di tutte le criticità iniziali, ribadiamo che nello stabilimento ternano continua a rimanere in atto lo stato di agitazione dei lavoratori”. LEGGI TUTTO

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    Mondadori prosegue l’acquisto di azioni proprie

    (Teleborsa) – Arnoldo Mondadori Editore, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, tra il 23 e il 27 dicembre 2024, complessivamente 10.500 azioni ordinarie (pari allo 0,004% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di 2,11976 euro per un controvalore pari a 22.257,48 euro.A seguito delle operazioni finora effettuate, il gruppo editoriale detiene 785.037 azioni proprie pari allo 0,300% del capitale sociale.Intanto, a Piazza Affari, appiattita la performance di Mondadori con i prezzi allineati a 2,11 euro. LEGGI TUTTO

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    Mercato immobiliare USA, cresce la vendita di case in corso. Sopra attese

    (Teleborsa) – Aumentano ancora le compravendite di abitazioni negli Stati Uniti, secondo i numeri che emergono dai compromessi per l’acquisto, un indicatore dell’andamento prospettico del mercato immobiliare e dei mutui.Nel mese di novembre, l’indice pending home sales (vendite case in corso), pubblicato dall’Associazione degli operatori immobiliari (NAR), ha registrato un incremento del 2,2% su base mensile, portandosi a quota 79 punti contro la salita dell’1,8% registrato a ottobre. Il dato si confronta con il +0,9% atteso dagli analisti. LEGGI TUTTO

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    USA, sotto attese l’attività manifatturiera nell’area di Chicago

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di dicembre, l’indice PMI Chicago si è attestato a 36,9 punti contro i 40,2 punti del mese precedente. Il dato risulta anche peggiore delle stime degli analisti, che erano per un aumento a 42,7 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    Mercato immobiliare italiano 2024: prezzi in aumento del 2,2% su base annua

    (Teleborsa) – I prezzi delle abitazioni usate in Italia fanno registrare un incremento del 2,2% nel corso del 2024, per attestarsi a un valore medio di 1.880 euro al metro quadro. È quanto emerge dall’ultimo report di idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia. Rispetto allo scorso trimestre, i prezzi sono aumentati dell’1,5% nell’ultima parte dell’anno. “Il rialzo dei prezzi – spiega Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista – è dovuto alla scarsità di immobili disponibili, che ha compensato l’effetto negativo dei costi del credito elevati. Per il 2025 prevediamo un incremento graduale e costante dei prezzi, accompagnato da una ripresa delle compravendite, favorita dai primi tagli ai tassi ipotecari avviati nella seconda metà dell’anno e dal ritorno della domanda, in particolare nelle grandi città”.CapoluoghiIl panorama dei prezzi immobiliari nelle principali città italiane presenta un andamento positivo diffuso nel corso del 2024, con 87 capoluoghi che registrano aumenti annuali, mentre 21 città su 104 monitorate da idealista evidenziano dei ribassi. I maggiori incrementi annuali spettano a Vicenza (15,6%), Como (13,2%) e Trieste (10,1%), seguite da Brescia e Rovigo cresciute del 10%. Ulteriori aumenti spaziano in un’ampia forbice che va dal 9,5% di Ancona e Gorizia allo 0,3% di Mantova, Catanzaro e Trapani. Nei mercati con maggiori ribassi troviamo Oristano (-8,2%) e Cuneo (-6,6%). Analizzando le principali piazze italiane, incrementi si segnalano a Torino (3,1%), Roma (2,5%), Napoli (2,3%) e Milano (1,6%). Sul versante dei prezzi al metro quadro, Milano si conferma la regina del mattone nel 2024 con 5.067 euro, seguita da Bolzano (4.681 euro/m²) e Venezia (4.572 euro/m2). Firenze (4.216 euro/m2) e Bologna (3.585 euro/m2) completano le prime cinque posizioni. Roma è settima con 3.019 euro/m2, mentre Napoli si posiziona all’undicesimo posto della graduatoria con 2.813 euro al metro quadro. Al contrario, le città più accessibili per l’acquisto di un’abitazione risultano essere Caltanissetta (709 euro/m²), Ragusa (743 euro/m²) e Biella (783 euro/m²).ProvinceA livello provinciale, l’85% delle aree monitorate ha registrato un aumento dei prezzi. Belluno (14,7%), Vicenza (11,9%) e Trento (10,5%) guidano la classifica dei rincari. Significativo anche l’aumento nella provincia di Milano (3,7%), mentre Roma registra un lieve aumento dello 0,8%. I ribassi quest’anno sono limitati a 16 aree guidate dalla provincia di Oristano, con un calo dell’8,2%, davanti a Potenza (-4,4%), Terni (-3,7%), Reggio Calabria (-3,2%), Frosinone (-3,1%) e Caltanissetta (3%). Firenze è l’unica provincia a mantenere invariati i prezzi rispetto a dodici mesi fa. Le province più costose si confermano Bolzano (4.568 euro/m²), Milano (3.519 euro/m²), Lucca (3.165 euro/m²) e Savona (3.114 euro/m²). Le più economiche sono, invece, Biella (633 euro/m²), Caltanissetta (654 euro/m²) e Isernia (693 euro/m²).Regioni La dinamica dei prezzi a livello regionale evidenzia un trend positivo, con 18 delle 20 regioni che registrano un aumento rispetto all’anno precedente. I rialzi più significativi si osservano in Trentino-Alto Adige (8,6%) e Veneto (8,5%). Aumenti superiori al cinque per cento annuo anche per Valle d’Aosta (6,9%) e Emilia-Romagna (5,4%). Le restanti regioni evidenziano incrementi che vanno dal 4,7% della Lombardia allo 0,5% dell’Umbria. Basilicata (-1,3%) e Lazio (-0,5%) sono le uniche regioni ad aver subito alcune variazioni negative nei prezzi negli ultimi 12 mesi. Per quanto riguarda i prezzi, il Trentino-Alto Adige si conferma anche nel 2024 la regione italiana con le abitazioni più care con i suoi 3.285 euro di media, seguita da Valle d’Aosta (2.778 euro/m2) e Liguria (2.513 euro/m2). Valori immobiliari al di sopra la media nazionale anche in Toscana (2.351 euro/m2), Lombardia (2.276 euro/m2), Lazio (2.121 euro/m2), Emilia-Romagna (1.933 euro/m2) e Veneto (1.914 euro/m2). Le altre 14 regioni presentano prezzi inferiori alla media italiana compresi tra i 1.657 euro al metro quadro della Sardegna e i 929 del Molise, la regione più accessibile per gli aspiranti proprietari di casa italiani. LEGGI TUTTO