Dicembre 2024

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    Banca del Fucino: con CR Orvieto il primo gruppo LSI a capitale privato nel Centro Sud Italia

    (Teleborsa) – La Banca del Fucino ha “appreso con soddisfazione” della decisione del Mediocredito Centrale (MCC) di avviare insieme un periodo di negoziazione in esclusiva sui termini e condizioni della cessione della quota dell’85,3% di Cassa di Risparmio di Orvieto.Il perfezionamento dell’operazione di acquisizione dell’85,3% della Cassa di Orvieto da parte di Banca del Fucino, per prodotto bancario aggregato, già oggi superiori ai 10 miliardi di euro, porterà alla creazione del primo gruppo bancario LSI a capitale privato nel Centro Sud Italia, “con importanti sinergie tra le sue componenti, grazie alla loro contiguità geografica e alla loro forte complementarità in termini di prodotti e clientela di riferimento”, si legge in una nota.”È nostro impegno garantire la massima collaborazione e diligenza nel definire i dettagli dell’accordo con l’obiettivo di rispettare la tempistica fissata dal venditore: sottoscrizione degli accordi entro gennaio 2025 e conclusione dell’operazione, una volta ottenute le previste autorizzazioni, entro la prima metà del 2025 – ha spiegato Francesco Maiolini, AD di Banca del Fucino – Crediamo molto in questa operazione, per la quale il mantenimento dell’autonomia della Cassa di Risparmio di Orvieto e del suo marchio è un presupposto essenziale: riteniamo infatti che la principale leva di sviluppo del Gruppo sia la piena valorizzazione dello specifico rapporto con il territorio di tutte le sue componenti”. LEGGI TUTTO

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    EGM, si soffre aspettando Godot. IPO sempre più piccole ma qualche fondo si riaffaccia

    (Teleborsa) – Il 2024 è stato un altro anno molto difficile per Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita. Doveva essere l’anno degli interventi istituzionali a sostegno della liquidità e dei tagli dei tassi da parte delle banche centrali, due aspetti che gli operatori vedevano – e vedono tuttora – come centrali per la ripartenza delle mid e small cap italiane. In realtà, il cosiddetto fondo di fondi è ancora in rampa di lancio, mentre le aspettative sui tagli rapidi dei tassi sono state velocemente accantonate già nella prima parte dell’anno e ora è chiaro che la discesa dal picco del costo del denaro sarà più lenta dell’impennata attuata per combattere l’inflazione. Gli imprenditori che vogliono quotare imprese di una certa dimensione rimangono quindi nella maggior parte dei casi alla finestra, le valutazioni dei titoli quotati restano deprimenti e i fondamentali delle PMI che affollano l’EGM mostrano qualche segnale di preoccupazione per il calo dei margini e la poca generazione di cassa. Sullo sfondo rimane l’incessante flusso di delisting, con la “disaffezione” verso lo status di società quotata sempre più lampante, anche se non è un fenomeno solo italiano.L’ex AIM Italia si appresta a chiudere l’anno con un calo superiore al 5% per quanto riguarda l’indice FTSE Italia Growth, facendo peggio del segmento STAR (anch’esso in sofferenza con un -3% YTD) e risultando in controtendenza rispetto al rialzo del FTSE MIB, che trainato dalle banche come l’anno scorso sta per terminare il 2024 con un rialzo del 13%. Al 17 dicembre, oltre il 72% dei titoli dell’EGM ha un andamento negativo da inizio anno (in aumento dal 60% dello scorso anno) e il 22% ha perso più del 40%, mentre è pari a circa il 7% la percentuale dei titoli che hanno mostrato un rialzo superiore al 40%.La maggior parte di questa sotto-performance rispetto alle large cap è da attribuire ai motivi ormai noti (contesto macroeconomico e geopolitico, tassi alti e concorrenza dell’obbligazionario, deflussi dai PIR, mancanza di investimenti da investitori istituzionali domestici, etc), ma quest’anno si sono viste anche performance più incerte da parte delle aziende nei rispettivi business. Da un’analisi di ValueTrack sulle semestrali 2024 delle società EGM è emerso che i ricavi su base aggregata sono stati in crescita del 10% (+6% crescita organica) a 5,3 miliardi di euro, ma per il secondo anno consecutivo sono diminuiti gli utili (-12% a 170 milioni di euro) e non viene generata cassa. La situazione non è migliorata nei 9 mesi, guardando gli annunci di chi fornisce alcuni KPI per il terzo trimestre. “I risultati semestrali e dei primi nove mesi del 2024 delle società EGM evidenziano un quadro misto. Se si è registrato in generale una timida crescita della top line, le marginalità operative sono state viste in contrazione – spiega Luca Arena, Head of Italian Equity Research di Alantra – Sul lato solidità finanziaria, il leverage medio è aumentato, segnalando una pressione sulla sostenibilità del debito in alcuni segmenti. A livello settoriale, energia e tecnologia si confermano tra i migliori performer, grazie a una crescita robusta e a una certa resilienza della redditività. Al contrario, i beni di consumo hanno mostrato difficoltà, con compressione dei margini e conseguente assorbimento di cassa. Anche i consumer services e i settori industriali e media hanno subito rallentamenti o registrato solo una crescita moderata”.Intanto, la liquidità rimane un problema critico nell’EGM. Nel terzo trimestre del 2024, secondo una ricerca di Banca Profilo, il 59% delle aziende (vs 55% un anno prima) ha scambiato meno dello 0,1% della propria capitalizzazione di mercato, con un valore medio giornaliero scambiato di appena 36,3 mila euro. Il turnover mensile dell’EGM ha continuato a esse molto basso, con solo tre mesi da inizio anno che hanno superato i 200 milioni di euro (i dati più negativi ad agosto e settembre con, rispettivamente, 120 e 136 milioni di euro), secondo dati Euronext. Confrontando i primi 10 mesi dell’anno con lo stesso periodo del 2023, il calo è del 9%. La mancanza di liquidità è uno dei fattori che comprime le valutazioni del mercato. “Attualmente, le small-cap italiane presentano un significativo sconto rispetto alle controparti europee (-14% sull’EV/EBITDA NTM) e alle large-cap italiane (-21%) – spiega Arena – Questo gap di valutazione è attribuibile a una combinazione di bassa liquidità, premio per il rischio percepito e limitata copertura da parte degli analisti. Nonostante le attuali difficoltà macroeconomiche e l’incertezza della domanda, le prospettive future potrebbero favorire una rotazione verso le small-cap nel 2025”.Small-cap che però sono sempre più piccole. Al 17 dicembre 2024, sono 204 le società quotate su Euronext Growth Milan (stanno aumentando quelle sul Segmento Professionale con quattro matricole quest’anno). La capitalizzazione di mercato totale è di circa 8 miliardi di euro, la capitalizzazione media è di 39,3 milioni di euro (sostanzialmente in linea con il 2023), mentre la capitalizzazione mediana è di 18,6 (in calo di oltre il 20% rispetto allo scorso anno). Tra le più grandi ci sono due società arrivate quest’anno sul listino (NextGeo al primo posto con 370 milioni di euro e ICOP al terzo con 230 milioni di euro). Completano la top five BolognaFiere (sul PRO, con 243 milioni), Italian Wine Brands e ALA con 220 milioni. Si tratta anche delle sole società con market cap superiore a 200 milioni. Nel 2024 c’è stato solo un uplisting (Altea Green Power, contro i cinque dello scorso anno), mentre diverse società risultano sospese per mancanza di flottante, di EGA o perché in difficoltà finanziaria (Bertolotti, Meglioquesto, Eligo, Sipario Movies, Prismi, Enertronica Santerno, Arras Group, Egomnia).Tra le notizie positive, rimane il numero di aziende che sbarcano sull’EGM. Ci sono state 20 quotazioni sul mercato delle PMI, un livello inferiore rispetto alle 34 dello scorso anno, alle 26 del 2022 e le 44 del 2021, ma un assoluto outlier se confrontato con gli altri mercati europei. “L’EGM resta sempre il mercato Growth più dinamico a livello europeo, quindi sicuramente non è stato il mercato frizzante degli ultimi anni, ma comunque è quello che performa meglio – afferma Corinna zur Nedden, amministratrice delegata di Ambromobiliare – La costruzione del mercato ha funzionato molto bene, ora però c’è un tema strutturale di mercato in cui manca la liquidità e in cui il contesto macroeconomico e di grande incertezza geopolitica pesa sulle mid e small cap”.Le IPO su EGM del 2024 SocietàDataRaccolta (mln di euro) Kruso Kapital 24/01/2024 2,7 Palingeo 22/02/2024 8,2 ESPE 16/02/2024 2,1 Egomnia 26/03/2024 0,2 Bertolotti 28/03/2024 0,3 NextGeo 22/05/2024 57,3 Mare Group 28/05/2024 7,2 Soges Group 12/06/2024 2,7 DEA 05/07/2024 8 Litix 08/07/2024 2,4 ICOP 25/07/2024 29,9 Misitano & Stracuzzi 29/07/2024 19 Novamarine 01/08/2024 9 Finance for Food 07/08/2024 2 Adventure 08/08/2024 5,5 GT Talent Group 20/09/2024 1,6 Predict 30/09/2024 1,6 Cogefeed 31/10/2024 0,3 Smart Capital 22/11/2024 8,6 Vivenda Group 02/12/2024 1 Le PMI che arrivano sull’EGM sono però sempre più piccole: la raccolta totale in IPO è stata di 170 milioni di euro, con una raccolta media di 8,5 milioni di euro e una raccolta mediana di 2,7 milioni di euro. Pesano i 57,5 milioni di NetxGeo, i 29,9 milioni di ICOP e i 19 di Misitano & Stracuzzi, mentre altre società come Bertolotti ed Egomnia non hanno raggiunto nemmeno 1 milione di euro (decidendo di non costituire un flottante sufficiente e venendo quindi sospese contestualmente all’ammissione). “È vero che ci sono tante raccolte contenute e aziende piccoline, però per la PMI innovativa la quotazione è spesso il massimo di quello che può succedere – dice zur Nedden – Le banche ora ti concedono poco e con la quotazione questo rapporto può ribaltarsi. Per due aziende di successo che seguiamo come eViso e Officina Stellare la quotazione ha significato un cambiamento di rapporto con tutti gli stakeholder. La valutazione iniziale può anche non essere soddisfacente, ma si guadagna in visibilità, nel rapporto con gli stakeholder e in attrattiva per nuovi dipendenti”.Con una raccolta in IPO più bassa (quella mediana si è quasi dimezzata da anno scorso) e aziende che arrivano in Borsa senza prodotti innovativi o un trend sottostante particolare, non ci si può aspettare che queste storie facciano appassionare gli investitori, e infatti molte delle matricole arrivate negli ultimi anni sono state sostanzialmente abbandonate dal mercato. “Ci sono alcune IPO sul mercato EGM che probabilmente hanno poco senso – afferma David Coppini, Investment Manager di First Capital – Non è solo un tema di qualità delle imprese, ma trovo assurdo che a volte ci siano raccolte inferiori al milione di euro quando hai almeno 500 mila euro di costi che ti vengono rimborsati con il credito di imposta nazionale o con l’iniziativa a supporto delle IPO introdotta ultimamente dalla Regione Lombardia, che sono iniziative lodevoli per l’ecosistema, ma dovrebbero essere parametrate sulla size dell’IPO, perché se la quotazione arriva gratis grazie ai bonus nasce un conflitto di interesse. Ha senso avere questo tipo di aiuti per le imprese che devono magari sostenere costi di IPO davvero sostanziosi e che hanno un progetto industriale di crescita serio”.Gli Euronext Growth Advisor attivi nel 2024 SocietàNumero di mandati Integrae SIM 7 Alantra 4 illimity 2 EnVent 2 MIT SIM 1 Banca Profilo 1 CFO SIM 1 Intermonte 1 Banca Finnat 1 Questo circolo vizioso della liquidità rende difficile non solo portare nuove imprese di qualità sul listino, ma anche fare operazioni sul mercato secondario. “La mancanza di liquidità determina poca attività sul mercato secondario e di conseguenza, i soggetti che sono investiti nelle aziende di qualità, che risultano al momento ampiamente sottovalutate magari con quote rilevanti e con un’ottica di lungo termine, non facilitano e permettono l’ingresso di altri soggetti nel capitale a valutazioni così basse – spiega Coppini – Questo è un peccato, perché tende a ingessare il mercato. First Capital recentemente ha investito in ErreDue, ma solamente perchè abbiamo avuto la fortuna di trovare un investitore che deteneva un importante pacchetto di azioni e voleva uscire. Non saremmo mai stati in grado di costruire una posizione rilevante se avessimo dovuto comprare le azioni sul mercato”.Intanto, prende corpo anche sul mercato EGM il fenomeno dei delisting, che aveva riguardato principalmente il più sviluppato mercato regolamentato. Finora sono state delistate undici società (per una capitalizzazione persa di circa 440 milioni di euro), di cui sei in seguito ad un’OPA (Renergetica, Go Internet, Medica, Defence Tech, Tweppy e Relatech) e cinque per altri motivi (Softec, Jonix e Take Off per decisione della società, IIG per decisione di Borsa Italiana, Fenix Entertainmet per mancanza di EGA). Altre operazioni sono state annunciate di recente, come quelle su Shedir Pharma Group, Intermonte, Friulchem, Comal e NVP. Anche un recente studio della CONSOB ha evidenziato la significativa crescita nel numero delle offerte promosse sull’EGM, in cui fra il 2020 e il 2023 si sono registrate 16 OPA (21,9% delle offerte totali per l’intera Borsa), con un’accelerazione nel 2023 (10 casi), rispetto alle 9 OPA del periodo 2007-2019.I delisting del 2024 SocietàMotivoMarket cap Softec Decisione società 1 Renergetica OPA 82 Jonix Decisione società 3 IIG Decisione Borsa Italiana 2 Go Internet OPA 4 Medica OPA 126 Take Off Decisione società 14 Fenix Entertainment Mancanza EGA 1 Defence Tech OPA 97 Tweppy OPA 3 Relatech OPA 110 Di fronte a tutti questi numeri, gli operatori non perdono però la sfiducia ed evidenziano degli elementi per guardare con un certo ottimismo al 2025, quando “un progressivo allentamento delle condizioni monetarie potrebbe contribuire a migliorare il sentiment degli investitori” verso le mid e small cap, dice Arena. “È stato sicuramente un anno in chiaroscuro, ma qualche segnale incoraggiante c’è stato – evidenzia Coppini – Non solo le IPO di una certa grandezza come NextGeo, ICOP, Sys-Dat e Misitano & Stracuzzi, ma anche il riaffacciarsi di alcuni investitori esteri tra cui americani nel caso di Lindbergh, e francesi, che hanno puntato ad esempio su Fae Technology e Franchetti. Diversi investitori esteri, e soprattutto quelli dalla Francia, avevano investito tanto nel 2021 e nel 2022, ma poi erano usciti in mezzo alla crisi di liquidità, durante il forte rialzo dei tassi ed a causa della presunta instabilità politica che sarebbe dovuta arrivare con il Governo Meloni; nonostante delle performance non brillanti a livello aggregato per le PMI, si stanno facendo rivedere negli ultimi mesi con alcune posizioni rilevanti”.Se alcuni fondi esteri si stanno riaffacciando sul mercato, non è finora andata a buon fine la speranza della community dell’EGM di vedere impieghi maggiori sulle PMI italiane da parte dei grandi investitori istituzionali del paese. Da un’analisi di Ambromobiliare delle due categorie principali di investitori di lungo termine, ovvero fondi pensione e assicurazioni, emerge come gli investimenti nell’economia reale risultano marginali: nel 2023, le assicurazioni italiane hanno investito solo il 4% del patrimonio in azioni e fondi azionari, mentre i fondi pensione dedicano meno del 3% del loro patrimonio alle imprese italiane evidenziando un trend in aumento del peso degli investimenti esteri complessivi del +18,6% rispetto al 2022 contro un +5% per gli investimenti domestici. Sul fondo di fondi – rispetto alla presentazione alla comunità finanziaria, a porte chiuse, a fine settembre – non ci sono novità, ma lo strumento dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del prossimo anno. Anche la riforma del TUF dovrebbe entrare nel vivo nel 2025. Intanto, è arrivata la conferma del Bonus IPO, ovvero il credito d’imposta per la quotazione di piccole e medie imprese in Borsa, fino al 2027 (per la prima volta prorogato oltre l’anno) ed è stata introdotta Quota Lombardia, strumento con il quale l’ente regionale ha stanziato 25 milioni di euro nel triennio 2025-2027 per agevolare le PMI lombarde che puntano alla crescita grazie all’ingresso in Piazza Affari. La comunità dell’EGM pensa di quindi di aver gettato le basi per un rilancio del mercato, sempre in attesa di un’ulteriore discesa dei tassi per sbloccare gli investimenti in mid e small cap, perché a queste condizioni la maggior parte degli imprenditori che guardano alla Borsa preferiscono aspettare. “Abbiamo imprenditori che seguiamo da anni e hanno altre attività che potrebbero e dovrebbero quotare, ma che sono alla finestra a guardare – dice zur Nedden – Se hai un’azienda sana che produce cassa e non hai bisogno magari come Golden Goose di investire per aprire centinaia di negozi, non ti quoti con le valutazioni che ci sono ora in giro. Se ti quoti non lo fai per i soldi ma per altri motivi, sempre validi, come possono essere una successione o una riorganizzazione. Ma in generale sono tutti lì ad aspettare ed è anche giusto che sia così, con la pipeline che riprenderà quando le condizioni miglioreranno”. LEGGI TUTTO

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    EQUITA acquista il 70% di CAP Advisory per crescere nel debt advisory

    (Teleborsa) – EQUITA Group, investment bank indipendente quotata su Euronext STAR Milan, ha firmato un accordo vincolante per entrare in partnership con CAP Advisory, con l’obiettivo di rafforzare significativamente le attività di consulenza del gruppo nel mondo del debito e consolidare il ruolo di EQUITA quale primaria banca d’affari indipendente al fianco di imprenditori, aziende ed istituzioni finanziarie.L’accordo prevede l’ingresso di EQUITA nel capitale di CAP Invest, holding di partecipazioni detentrice del 100% di CAP Advisory, mediante l’acquisto di una quota di maggioranza pari al 70% dai soci fondatori Fabrizio Viola, Fabio Cassi e Matteo Pattavina..Nata nel 2020 come spin-off della Cassi e Associati e con sede in Milano, CAP Advisory si posiziona sul mercato come una primaria boutique finanziaria con consolidata esperienza, in grado di offrire alla propria clientela un ampio spettro di soluzioni di corporate finance, in particolare nelle attività di debt advisory. Il team di CAP Advisory ha costantemente incrementato il proprio track record nel corso degli anni, con più di 45 operazioni chiuse nell’ultimo triennio e più di 3 milioni di euro di ricavi generati nel 2023.Il corrispettivo per l’operazione sarà determinato sulla base di un multiplo Price-to-earnings pari a 9x – applicabile all’Utile Netto Adjusted medio del triennio 2022-2024 di CAP Advisory – e verrà corrisposto al Closing con una combinazione di cash (2/3) e azioni proprie EQUITA (1/3). La restante quota del 30% sarà regolata mediante opzioni put & call esercitabili a partire da giugno 2028.L’operazione permetterà, inoltre, di consolidare la collaborazione con Fabrizio Viola (Presidente CAP Advisory), già senior advisor EQUITA dal 2021 e parte del patto parasociale tra manager EQUITA dal 2022, e garantirà l’ingresso nel Gruppo di Fabio Cassi (Amministratore Delegato CAP Advisory), figura di standing nel campo della consulenza finanziaria e delle operazioni di turnaround, con oltre 25 anni esperienza.”Chiudiamo il 2024 annunciando questa importante partnership con Fabrizio Viola, Fabio Cassi e Matteo Pattavina, che ci permetterà di allargare ulteriormente la nostra offerta di advisory legata al mondo del debito, oltre che rafforzare le attività di corporate finance – ha commentato l’AD Andrea Vismara – Grazie anche agli altri investimenti completati in questi anni, oggi EQUITA vanta team di primario standing nel Debt Capital Markets, Debt Advisory e Debt Restructuring, e si posiziona come uno dei principali advisor in Italia anche su questo fronte”. LEGGI TUTTO

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    Fondirigenti, l’omaggio a Giuseppe Taliercio: “Figura simbolo di integrità morale e leadership etica”

    (Teleborsa) – Ieri, presso l’Auditorium ANICA di Roma, la Fondazione Fondirigenti ha reso omaggio a Giuseppe Taliercio, “figura simbolo di integrità morale e leadership etica”, dirigente Montedison, sequestrato e ucciso nel 1981 durante gli anni di piombo. L’evento ha avuto due momenti principali.La serata è stata aperta dalla proiezione del film “Giuseppe Taliercio – Il Delitto Perduto”, diretto da Mario Chiavalin. Momento centrale dell’evento, l’assegnazione del Premio Taliercio 2024, giunto alla quarta edizione, e dedicato a giovani studenti distintisi nella ricerca accademica sul management. Le tesi vincitrici, insieme a una selezione delle migliori proposte, saranno liberamente accessibili su OIL – Open Innovation Library di Fondirigenti. “Penso che mio padre – ha detto Cesare Taliercio, figlio di Giuseppe – rappresenti un modello di integrità che trascende il suo tempo. La sua storia è un monito, ma soprattutto un’ispirazione concreta, soprattutto oggi, per le giovani generazioni”. “Ricordare Giuseppe Taliercio – ha sottolineato Marco Bodini presidente di Fondirigenti – significa riaffermare l’importanza di valori come trasparenza, responsabilità e coraggio civile. Principi fondamentali, soprattutto per i dirigenti, da trasmettere ai nostri giovani, per costruire insieme una società migliore”.”L’esempio di Giuseppe Taliercio – ha concluso il direttore generale di Fondirigenti, Massimo Sabatini – ci ricorda che il futuro si costruisce con scelte coraggiose, che sappiano fare tesoro del passato e guardare con fiducia e determinazione al domani. Mantenendo viva la memoria, e favorendo la managerializzazione del Paese, la Fondazione Fondirigenti è al fianco di tutti coloro che vogliono impegnarsi nella costruzione di un futuro basato su etica e responsabilità”. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste di mutui settimanali scendono dello 0,7%

    (Teleborsa) – In diminuzione le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 13 dicembre, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un decremento dello 0,7%, dopo il +5,4% della settimana precedente.L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso del 2,6%, mentre quello relativo alle nuove domande è risultato in aumento dell’1,4%.Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA), indicando che i tassi sui mutui trentennali sono aumentati al 6,75% dal 6,67% precedente. LEGGI TUTTO

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    Pro-Gest non rimborsa le obbligazioni e prosegue trattive con creditori

    (Teleborsa) – Pro-Gest, il principale gruppo cartario italiano che si trova in uno stato di tensione finanziaria, ha comunicato che alla data di scadenza (prevista per il 15 dicembre 2024) non sono state oggetto di rimborso le obbligazioni senior di cui al prestito obbligazionario denominato “€250,000,000 3.25% Senior Notes due 2024”, alla luce dei colloqui tra la società e i propri principali creditori finanziari nell’ambito della definizione del piano di rimodulazione della struttura del capitale e al fine di preservarne la liquidità.Per le medesime motivazioni, la società aveva già reso noto il 21 giugno 2024 che non sarebbero stati corrisposti gli interessi maturati sulle medesime alla relativa data di pagamento (prevista per il 15 giugno 2024).Pro-Gest evidenzia che è in corso di finalizzazione il processo di revisione del piano industriale e di predisposizione di una proposta per i principali creditori finanziari, con i quali proseguono le trattative per il riscadenziamento e la risistemazione dell’indebitamento finanziario.La situazione attuale di liquidità “non presenta ad oggi criticità” e i volumi di vendita ad ottobre 2024 registrano una crescita del 17% rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    Alantra nominata Corporate Broker di Distribuzione Elettrica Adriatica

    (Teleborsa) – Alantra, banca d’affari spagnola specializzata nel segmento mid-market, è stata nominata Corporate Broker di Distribuzione Elettrica Adriatica (DEA), operatore quotato su Euronext Growth Milan e attivo nella distribuzione di energia elettrica e gestione della pubblica illuminazione nel Centro e Nord Italia. Fornirà ricerche azionarie e assisterà la società nei rapporti con investitori istituzionali italiani e internazionali.Fondata nel 2015, DEA ha rapidamente ampliato i suoi Points of Delivery (PoD) da 29k nel 2015 a circa 90k oggi, sfruttando una solida strategia di M&A per affermarsi come un hub di aggregazione leader nel mercato regolamentato della distribuzione di energia elettrica in Italia. Dopo la sua IPO di luglio 2024 all’EGM, che ha raccolto 8 milioni di euro, DEA si è concentrata sul consolidamento degli operatori di piccola scala che gestiscono meno di 25.000 PoD, che non sono idonei al rinnovo della concessione. Con un obiettivo strategico di superare i 100.000 PoD entro il 2025, DEA sta consolidando la sua leadership nel consolidamento del settore e rafforzando il suo posizionamento di mercato. LEGGI TUTTO

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    Giappone, crolla il deficit della bilancia commerciale a novembre

    (Teleborsa) – Diminuisce più delle attese il deficit della bilancia commerciale del Giappone nel mese di novembre 2024. Secondo il Ministero delle Finanze del Giappone (MOF), il saldo commerciale destagionalizzato ha registrato un disavanzo di 117,6 miliardi di yen. Il dato si confronta con il disavanzo di 462,1 miliardi di ottobre e di 813,9 miliardi di yen di novembre 2023. Le attese degli analisti indicavano un deficit di 688,9 miliardi. In termini di volumi, l’export segnala un aumento annuale del 3,8% (attese per +2,8%) a 9.152,4 miliardi di yen, mentre le importazioni hanno registrato un calo del 3,8% (attese per +1%) a 9.270 miliardi di yen. LEGGI TUTTO