19 Novembre 2024

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    Negozi, allarme Confesercenti su desertificazione: sparite 140mila attività in dieci anni

    (Teleborsa) – Servono investimenti per arginare la desertificazione commerciale. E’ la richiesta della presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, intervenendo all’Assemblea 2024 della Confederazione. “Tra il 2014 e il 2024 sono scomparse dalle vie e dalle piazze italiane oltre 140mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, di cui quasi 46.500 attività di vicinato “di base”, dai negozi alimentari alle edicole, dai bar ai distributori carburanti” ha detto. “Questa perdita di punti di accesso ai servizi essenziali – ha aggiunto – riduce la qualità della vita della popolazione e contribuisce a rafforzare la tendenza al declino demografico di vaste aree territoriali”Secondo De Luise “sono dunque necessari investimenti per arginare la desertificazione commerciale dell’Italia. Dobbiamo avviare iniziative per la resilienza della rete di imprese di vicinato. Per chi apre nelle aree desertificate, un regime agevolato accompagnato da semplificazioni burocratiche è da ritenersi prioritario”. Per finanziare questi interventi Confesercenti propone l’istituzione di un Fondo per la rigenerazione urbana “in cui dovrebbero confluire le risorse della rottamazione delle licenze, ma anche un contributo delle grandi piattaforme internazionali, che detengono il 70% circa del mercato del commercio on-line. Anche per i giganti del web è giusto considerare un meccanismo di redistribuzione delle risorse”.Nel settore turistico va poi affrontato un “aspetto critico per il comparto, rappresentato dalla proliferazione delle case vacanze. Nelle città a più alta densità turistica, tantissimi proprietari di immobili si sono letteralmente tuffati nel mercato dell’affitto breve” che in dieci anni ha registrato “un aumento del 200%, con un effetto in prospettiva devastante”. “I residenti nei centri storici si trasferiscono e i servizi di base chiudono. Un fenomeno a cui occorre porre rimedio” ha aggiuntoQuanto al taglio del cuneo fiscale “rischia di portare a risultati paradossali. Azzerando, in alcuni casi, anche gli aumenti retributivi stabiliti dai contratti nazionali”. La conferma del taglio del cuneo è positiva, anche se non priva di criticità – ha detto – nel 2025, segnala l’ISTAT, interesserà due milioni di persone in più, ma ci saranno altre 500mila circa che perderanno il beneficio”. Inoltre, ha proseguito, “così com’è attualmente, il meccanismo rischia di portare a risultati paradossali. Azzerando, in alcuni casi, anche gli aumenti retributivi stabiliti dai contratti nazionali. Nel commercio, abbiamo firmato con i sindacati per un aumento di 240 euro lordi per il quarto livello. Ma l’aumento, su uno stipendio netto di 1.750 euro al mese, si tradurrebbe in un incremento di appena 39 euro della busta paga, proprio per la perdita del taglio del cuneo”. Per questo, secondo De Luise, “occorre fare di più per sostenere i redditi e stimolare i consumi. La detassazione degli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali è nella top list degli interventi che suggeriamo al Governo di privilegiare”.”Sta crescendo la presenza di aziende guidate da cittadini immigrati. Dal commercio giunge pertanto anche un impulso all’integrazione, potente fattore di sicurezza”. E’ quanto ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Assemblea Nazionale Confesercenti. LEGGI TUTTO

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    Borsa di Milano in rosso. Male anche le altre borse europee

    (Teleborsa) – Piazza Affari sui conferma la peggiore in Europa, appesantita dal settore bancario, che risente di qualche realizzo dopo l’exploit die giorni scorsi. Le Borse europee, intanto, risentono del clima negativo alimentato dalle nuove minacce nucleari di Putin, che stanno colpendo anche i mercati d’Oltreoceano e condizionando l’andamento dei future USA. Lieve calo dell’Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,056. L’Oro continua gli scambi a 2.633,6 dollari l’oncia, con un aumento dello 0,87%. Lieve calo del petrolio (Light Sweet Crude Oil), che scende a 68,73 dollari per barile. LEGGI TUTTO

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    ICOP, Banca Akros alza target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Banca Akros ha incrementato a 10 euro per azione (dai precedenti 9 euro) il target price su ICOP, società di ingegneria del sottosuolo quotata su Euronext Growth Milan e tra i principali operatori europei in ambito microtunneling e fondazioni speciali, confermando la raccomandazione sul titolo a “Buy”.Dopo i risultati del primo semestre, gli analisti hanno ridotto i ricavi nominali FY24 a causa di un ritardo in alcune attività consortili (tuttavia con un margine basso) parzialmente compensato da un volume maggiore di lavori diretti (margine elevato). L’effetto positivo del mix di margine ha portato a confermare l’EBITDA FY24 a 40,5 milioni di euro. Hanno anche leggermente aumentato l’EBITDA FY25/26 (+5/1%) per riflettere una redditività superiore alle aspettative nelle attività core. Infine, hanno leggermente aumentato il capex FY24 e il tasso di imposta ma con un impatto trascurabile sull’utile netto e sul debito netto.Si prevede che i proventi dell’IPO saranno utilizzati principalmente per M&A. ICOP è alla ricerca di un potenziale target attivo nel settore delle fondazioni negli Stati Uniti. Data la sua sana leva finanziaria, gli analisti pensano che ICOP potrebbe anche considerare un target più grande rispetto all’ipotesi originale (ricavi di 20/30 milioni di euro e margine EBITDA del 10/15%). La strategia di ICOP è quella di aumentare la diversificazione geografica del gruppo, di generare sinergie in tecnologia e competenza operativa e di espandere il portafoglio del target. “Poiché la società è ora quotata da 5 mesi, riteniamo ragionevole aspettarci notizie in merito relativamente presto”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    UE vende all’asta 3,3 milioni di quote di emissione a 69,05 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto quasi 3,3 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 69,05 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange.L’European Union Allowance (EUA) è il nome ufficiale delle quote di emissione europee; ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente. LEGGI TUTTO

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    Clessidra Factoring, utile 9 mesi sale a 3 milioni di euro. Turnover +39%

    (Teleborsa) – Clessidra Factoring, primario operatore finanziario focalizzato sul supporto delle PMI anche in fase di risanamento che fa capo al Gruppo Finanziario Clessidra, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un turnover di 646,5 milioni di euro, in aumento del 39% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; un monte crediti di 215,0 milioni di euro (+26%) e un impiego di 190,9 milioni di euro, in crescita del 30%. Tutti i principali KPI sono superiori agli obiettivi del Piano Industriale, si legge in una nota.I clienti operativi sono 249 mentre il numero di debitori con monte crediti in gestione al 30 settembre è pari a 1.597.”In questi quattro anni di attività la società ha conseguito dei risultanti straordinari, grazie ad un team coeso e di primario livello – commenta l’AD Gabriele Piccini – In particolare, nel terzo trimestre di questo esercizio, abbiamo gestito un livello di volumi superiore alle attese, generati da un costante incremento delle opportunità commerciali soprattutto sul segmento delle Special Situations. Il nostro focus rimane incentrato sulla redditività delle operazioni ed il rischio di credito, che permangono a livelli d’eccellenza”.Il margine di intermediazione è stato pari a 12,4 milioni di euro, superiore del 46% rispetto all’anno precedente. Nei nove mesi le rettifiche di valore nette su crediti sono state pari a 698 mila euro, mentre i costi operativi sono stati di 7,0 milioni di euro, +41%, in linea con le previsioni. L’utile netto si è attestato a 3 milioni di euro, in crescita del 52% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fronte di tali dati al 30 settembre 2024 il ROE annualizzato si è attestato al 18,4%. Sofferenze e inadempienze probabili sono oggetto di attenta gestione e complessivamente il loro peso è pari al 2,1% degli impieghi netti e con un aumento delle coperture. Il Total Capital Ratio al 30 settembre 2024 è pari al 11,9%. LEGGI TUTTO

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    EuroGroup Laminations, Kepler Cheuvreux taglia target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Kepler Cheuvreux ha abbassato il target price (a 4,70 euro per azione dai precedenti 5,20 euro) e confermato la raccomandazione (a Buy) su EuroGroup Laminations, società quotata su Euronext Milan e attiva nella progettazione e nella produzione di statori e rotori per motori e generatori elettrici.Gli analisti scrivono che Eurogroup Laminations ha confermato le sue guidance per l’anno fiscale 2024, che implicano un’accelerazione dello slancio dei ricavi nel secondo semestre. Tale accelerazione “non era data per scontata dopo i deboli risultati del primo semestre”, viene sottolineato. I risultati del terzo trimestre hanno poi mostrato tendenze EBIT e ROIC ancora penalizzanti, gravate da maggiori capex e D&A in aumento, con un utile netto in calo del -38% anno su anno nei 9 mesi del 2024, a causa di maggiori oneri finanziari (incluse voci FX volatili) e minorities in aumento, in mezzo a maggiori profitti in Cina, dove la società gestisce una JV (Euro Misi) con Marubeni Itochu.Secondo Kepler Cheuvreux, dopo circa -600 punti base di diluizione del ROIC nel 2022-24 (dal 14% all’8%) sulla scia di una maggiore intensità di capitale (capex ben al di sopra di D&A e NWC più elevato), Eurogroup Laminations deve mostrare: 1) un’inversione positiva del ROIC; 2) una certa generazione di FCF e 3) un ritorno alla crescita dell’EPS, dopo un calo del -21% dell’utile netto nel 2022-24, gravato anche da crescenti oneri per interessi.Gli analisti hanno ridotto le stime sull’EBITDA 2024/26 (-2% in media) e tagliato l’EPS 2024 del -26% e 2025/26E di un -12% inferiore (maggiori D&A, oneri finanziari). LEGGI TUTTO

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    Borse, chip sotto pressione nonostante conferma Buy da Bernstein

    (Teleborsa) – L’Uffici di ricerca do Bernstein ha confermato un giudizio positivo sul settore dei Chip, per il quale conferma il suo Buy. Il target Price di ASML è stato mantenuto a 750 EUR e quello di Infineon a 36 euro. Frattanto, il settore dei semiconduttori non brilla in Borsa. Infineon cede il 2,64%, trascinando anche STM che arretra del 2,49%. Continente il calo ASML che cede lo 0,81% ad Amsterdam.Il settore tecnologico è in ogni caso condizionato dall’attesa per i conti di Nvidia domani. LEGGI TUTTO

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    Mercati dei capitali europei in difficoltà. 1 trilione di euro di market cap finita su listini extra UE

    (Teleborsa) – Senza cambiamenti strutturali, l’Unione europea rischia di rimanere ulteriormente indietro rispetto ai suoi concorrenti globali per quanto riguarda i mercati dei capitali. Dal 2000, la capitalizzazione di mercato delle azioni quotate nell’UE è scesa dal 18% al 14% del totale globale, un calo che supera di gran lunga la riduzione della sua quota del PIL globale. Se questa tendenza continua, la quota di capitalizzazione di mercato dell’UE scenderà presto al di sotto di quella della Cina, che è cresciuta dallo 0,3% nel 2000 al 10% nel 2024. È l’allarme lanciato dall’Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME) nella settima edizione del rapporto “Capital Markets Union – Key Performance Indicators”, che monitora i progressi dei mercati dei capitali europei rispetto a nove indicatori chiave di prestazione.”Siamo in ritardo rispetto ad altre regioni nella maggior parte delle aree chiave, tra cui l’accesso ai finanziamenti per aziende e PMI, ecosistemi FinTech e liquidità di mercato”, ha commentato Adam Farkas, Chief Executive dell’AFME.”Per garantire che l’UE rimanga competitiva a livello globale, abbiamo bisogno di riforme coraggiose per mobilitare meglio il capitale e sbloccare i finanziamenti del settore privato – ha aggiunto – Un mercato dei capitali integrato e più efficiente può finanziare le iniziative fondamentali per la competitività economica dell’Europa”.Secondo il rapporto, ci sono stati miglioramenti nella capacità delle aziende di accedere ai finanziamenti, con il livello di investimenti di venture capital nell’UE e la capacità delle aziende di raccogliere finanziamenti tramite debito (obbligazioni) sui mercati pubblici in miglioramento nel primo semestre del 2024 rispetto al 2019. Ma in entrambi i casi i recenti progressi sembrano essere ciclici, con l’attività in ripresa dai forti cali dell’anno scorso. La transizione verso una finanza sostenibile è avanzata in modo significativo dal 2019, ma nella digitalizzazione e nello sviluppo degli ecosistemi fintech dell’UE i progressi sono stati più discreti. Nella disponibilità di pool di capitale per gli investimenti e nell’efficienza degli ecosistemi e dell’integrazione dei mercati dei capitali, gli indicatori dipingono un quadro misto.Nonostante il progresso ciclico osservato in alcuni indicatori nel 2024, i mercati dei capitali dell’UE sono “costantemente in ritardo rispetto ai loro concorrenti globali in quasi tutti i settori chiave”, viene sottolineato. Ciò include l’accesso ai finanziamenti per le aziende e le piccole e medie imprese (PMI), gli ecosistemi FinTech, la liquidità di mercato, l’interconnessione globale, gli investimenti retail e la cartolarizzazione.Nell’ultimo decennio, l’UE ha registrato un aumento dell’uso del capitale di rischio per le PMI (Venture Capital, Private Equity, Business Angel, Equity Crowdfunding), ma persiste un significativo divario di finanziamento rispetto ad altre economie globali. Il volume annuale del capitale di rischio dell’UE è solo il 15% di quello degli Stati Uniti ed è anche in ritardo rispetto al Regno Unito e alla Cina. Questa carenza, insieme al mercato delle IPO statunitense più sviluppato e liquido, ha spinto più di 100 società dell’UE a quotarsi all’estero, con conseguente accumulo di circa 1 trilione di euro di capitalizzazione di mercato da parte delle società dell’UE sui mercati esteri (equivalente all’8% della capitalizzazione di mercato delle società dell’UE negoziate nelle borse dell’UE). “Un mercato dei capitali UE più profondo avrebbe potuto incoraggiare queste società a quotarsi nell’UE e contribuire a sviluppare ulteriormente la competitività dell’UE”, viene evidenziato.Le società dell’UE quotate all’estero tendono a essere più giovani, in media costituite nel 2014, rispetto al 2005 in media per le società dell’UE quotate nelle borse dell’UE. È preoccupante che oltre la metà delle società dell’UE quotate all’estero rientri nei settori della tecnologia, farmaceutica e biotecnologia, rispetto a circa il 27% delle società dell’UE quotate a livello nazionale appartenenti a questi settori.Inoltre, i delisting su Euronext da soli hanno rappresentato una perdita di 2,3 trilioni di euro in capitalizzazione di mercato dal 2015, ovvero circa il 17% della capitalizzazione di mercato delle azioni nazionali quotate dell’UE. Mentre il periodo immediatamente durante e dopo la pandemia nel 2020-22 ha visto temporaneamente più quotazioni che delisting, la tendenza si è invertita più di recente.Il mercato della cartolarizzazione dell’UE continua a essere in ritardo rispetto a quello di Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Attualmente, solo l’1,9% dei prestiti UE in essere viene trasformato in veicoli cartolarizzati o vendite di prestiti, rispetto al 7% negli Stati Uniti, al 2,8% in Australia e al 2,2% nel Regno Unito. Gli emittenti di soli 9 dei 27 stati membri dell’UE hanno utilizzato la cartolarizzazione come fonte di finanziamento nella prima metà del 2024.Le società FinTech dell’UE ricevono meno investimenti privati ??rispetto alle loro controparti statunitensi e britanniche, limitando il progresso dell’ecosistema digitale dell’UE. L’UE si classifica al terzo posto a livello mondiale tra gli unicorni FinTech, dietro Stati Uniti e Regno Unito. Tuttavia, un’area di potenziale crescita è l’emissione di obbligazioni tokenizzate, che hanno accumulato globalmente 3,5 miliardi di euro di emissioni negli ultimi quattro anni. Gli emittenti UE rappresentano il 20% di questo mercato, posizionando l’UE come leader in questa tendenza emergente.Un’eccezione degna di nota in cui l’UE mantiene un ruolo di leadership globale è nei bond ESG o legati alla sostenibilità. Tuttavia, anche in quest’area, gli indicatori mostrano che la profondità del mercato ha recentemente raggiunto un plateau, il che suggerisce che i progressi potrebbero essere in stallo. I titoli ESG rappresentano il 13% delle emissioni obbligazionarie totali nell’UE, in calo rispetto al picco del 15% nel 2021, ma comunque davanti a Stati Uniti (2%), Regno Unito (6%), Cina (2%), Giappone (2%) e Australia (9%). LEGGI TUTTO