16 Ottobre 2024

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    Wall Street contrastata, bene Morgan Stanley dopo i conti

    (Teleborsa) – Seduta contrastata a Wall Street, dopo le vendite di ieri innescate dal comparto Tecnologico, in scia alle deludenti indicazioni rilasciate da ASML sull’esercizio 2025 e alle indiscrezioni riguardo a una possibile limitazione delle esportazioni di semiconduttori sofisticati da parte di gruppi statunitensi. Continua una certa debolezza sul fronte tech, mentre mostrano una migliore prestazione le società più piccole.Il focus rimane sulla stagione delle trimestrali, con Morgan Stanley che prima della campanella ha comunicato risultati superiori alle attese per il terzo trimestre, unendosi ai conti positivi già comunicati dalle rivali Goldman Sachs, Bank of America e JPMorgan Chase nei giorni scorsi.Sempre in campo bancario, U.S. Bancorp prevede di riprendere il buyback nel breve termine dopo un terzo trimestre positivo, mentre allargando lo sguardo ad altri settori Abbott ha migliorato leggermente le previsioni di profitto per l’intero esercizio.Sul fronte macroeconomico, nell’ultima settimana le domande di mutuo negli Stati Uniti sono crollate del 17% con la salita dei tassi sui mutui trentennali, mentre i prezzi import-export sono risultati ancora in calo su base mensile a settembre.Guardando ai principali indici, Wall Street mostra sul Dow Jones un rialzo dello 0,59%, mentre, al contrario, si muove intorno alla parità l’S&P-500, che continua la giornata a 5.825 punti. Sotto la parità il Nasdaq 100, che mostra un calo dello 0,25%; pressoché invariato l’S&P 100 (+0,02%).Risultato positivo nel paniere S&P 500 per i settori utilities (+1,40%), finanziario (+1,08%) e beni industriali (+0,73%). In fondo alla classifica, sensibili ribassi si manifestano nel comparto telecomunicazioni, che riporta una flessione di -0,78%.Tra le migliori Blue Chip del Dow Jones, United Health (+3,10%), Cisco Systems (+2,88%), Goldman Sachs (+2,16%) e Visa (+2,13%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Intel, che prosegue le contrattazioni a -1,65%. Preda dei venditori Apple, con un decremento dell’1,55%. Deludente Merck, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. Fiacca Microsoft, che mostra un piccolo decremento dell’1,10%.Sul podio dei titoli del Nasdaq, Micron Technology (+3,93%), Marvell Technology (+3,49%), Walgreens Boots Alliance (+3,45%) e Warner Bros Discovery (+3,36%).I più forti ribassi, invece, si verificano su ASML Holding, che continua la seduta con -5,63%. Si concentrano le vendite su Synopsys, che soffre un calo del 3,59%. Vendite su Applied Materials, che registra un ribasso del 2,43%. Seduta negativa per Cadence Design Systems, che mostra una perdita del 2,19%. LEGGI TUTTO

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    Thales Alenia Space, contratto ESA da 107 milioni di euro per altri 6 satelliti

    (Teleborsa) – Thales Alenia Space, JV tra Thales 67% e Leonardo 33%, ha firmato con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) un contratto per la fornitura di ulteriori 6 satelliti basati su tecnologia radar della Costellazione italiana di Osservazione della terra IRIDE per un valore di circa 107 milioni di euro.Complessivamente, per la Costellazione italiana di Osservazione della terra IRIDE, Thales Alenia Space realizzerà 13 satelliti: 12 satelliti di piccole dimensioni basati su tecnologia SAR (Synthetic Aperture Radar) e 1 satellite basato su tecnologia ottica.”Grazie alla partecipazione ai maggiori Programmi di Osservazione della Terra siamo pronti a sviluppare le nostre capacità anche nel segmento dei satelliti di piccole dimensioni – ha dichiarato Giampiero Di Paolo, AD di Thales Alenia Space Italia – Basata su una serie di strumenti e tecnologie di rilevamento differenti, la costellazione IRIDE spazierà dall’imaging a microonde con sensori radar a quello ottico a varie risoluzioni spaziali e in diverse gamme di frequenza, divenendo così una infrastruttura spaziale all’avanguardia nell’Osservazione della Terra”. LEGGI TUTTO

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    CAREL Industries, Capital ha una partecipazione del 5%

    (Teleborsa) – Capital Research and Management Company ha una partecipazione pari al 5,007% in CAREL Industries, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e attivo nella produzione di componenti per raggiungere alta efficienza energetica nei mercati del condizionamento dell’aria e della refrigerazione.È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 14 ottobre 2024. La quota è classificata come “gestione discrezionale del risparmio”. LEGGI TUTTO

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    OPAS Unieuro, adesioni oltre il 6,6%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) promossa da Fnac Darty e Ruby Equity Investment su Unieuro, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nella distribuzione di elettronica di consumo ed elettrodomestici in Italia, risulta che oggi 16 ottobre 2024 sono state presentate 47.040 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 1.330.154, pari al 6,6721% dell’offerta e pari al 6,6692% sulle eventuali massime 19.944.793 azioni oggetto di offerta in caso di esercizio di stock options.L’offerta è iniziata il 2 settembre 2024 e terminerà il 25 ottobre 2024. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Unieuro acquistate sul mercato nei giorni 24 e 25 ottobre 2024 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    MPS, Barclays ha quota potenziale del 5,127%

    (Teleborsa) – Barclays ha una quota potenziale pari al 5,127% nel capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 7 ottobre 2024.In particolare, lo 0,881% sono diritti di voto riferibili ad azioni, il 4,062% sono “Right to recall” senza data di scadenza e lo 0,184% sono “Contract for Difference” senza data di scadenza.La partecipazione è detenuta tramite le società controllate Barclays Capital Securities Limited, Barclays Bank PLC e Barclays Capital Inc. LEGGI TUTTO

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    Sesa riduce la perdita dopo rassicurazioni società su estraneità a inchiesta

    (Teleborsa) – Sesa, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nell’innovazione tecnologica e nei servizi informatici e digitali per le imprese, ha chiuso la seduta odierna a Piazza Affari con un calo del 5,37% a quota 85,45 euro per azione, ben lontana dai minimi di seduta toccati verso le 13 a quota 78,5 euro.A far diminuire il rosso odierno è stata anche la precisazione arrivata nel pomeriggio dalla società in merito agli effetti dell’inchiesta che ha travolto Digital Value (che oggi ha perso il 76,5%). La società guidata da Alessandro Fabbroni ha affermato di non essere “in alcun modo coinvolta nell’inchiesta” che coinvolge Digital Value e di avere “un focus strategico come gruppo in aree diverse da quelle svolte da parte di Digital Value”.Sesa detiene, attraverso la holding di controllo di DV – DV Holding -, una minima partecipazione corrispondente ad appena il 3,6% di Digital Value, acquisita per 4 milioni di euro nel corso del 2018. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, reddito medio annuo familiare in 2022 è cresciuto dell’1,4% (rispetto al 2020)

    (Teleborsa) – Nel 2022 il reddito medio annuo delle famiglie in Italia è cresciuto dell’1,4 per cento in termini reali, ma anche così risulta ancora inferiore ai livelli osservati nel 2006, prima della crisi finanziaria globale. Nel frattempo, dopo il brusco calo registrato durante la pandemia, nel 2022 la spesa media familiare è tornata ad aumentare, del 5,7 per cento in termini reali rispetto alla rilevazione precedente, sostenuta soprattutto dalla componente dei beni durevoli. Lo riferisce Banca d’Italia, che ha pubblicato la sua Indagine sui bilanci delle famiglie dalla quale emerge anche l’ampliarsi delle disuguaglianze. I redditi sono saliti di più per le famiglie il cui principale percettore è un autonomo (+2,8 per cento), seguite da quelle in cui il principale percettore è un lavoratore dipendente (+0,8 per cento), mentre per i nuclei che dipendono maggiormente dalle pensioni si è registrato un calo (-2,6 per cento). E se la spesa delle famiglie appartenenti al quinto più alto della distribuzione del reddito è aumentata di circa l’11 per cento nel periodo in esame, secondo Bankitalia in connessione con il forte recupero degli acquisti più voluttuari, all’opposto quella delle famiglie appartenenti al quinto più basso ha continuato a diminuire, con un meno 2 per cento. Nel 2022 più della metà delle famiglie ha avuto un risparmio nullo: questa quota sale al 70 per cento per le famiglie appartenenti al quinto più basso della distribuzione del reddito ma scende al 28 per quelle appartenenti al quinto più alto. La quota di famiglie indebitate è rimasta stabile al 26 per cento. Le famiglie con redditi sopra la mediana detenevano l’85 per cento del totale del debito finanziario. Rispetto al 2020 la quota di debito finanziario detenuta dai nuclei con reddito al di sotto di quello mediano è diminuita di circa 2 punti percentuali, con una riduzione maggiore per il credito al consumo (-6 punti percentuali). Secondo Bankitalia, anche l’incidenza delle famiglie finanziariamente vulnerabili è rimasta stabile rispetto al 2020 (1,5 per cento sul totale delle famiglie). Il peso in rapporto alle sole famiglie indebitate si è tuttavia ridotto di circa un punto percentuale rispetto a due anni prima, al 7 per cento.Quanto alle ricchezza netta delle famiglie italiane, costituita dalla somma delle attività reali e finanziarie al netto delle passività finanziarie, alla fine del 2022 ammontava in media a circa 296.000 euro, in crescita dell’1,8 per cento a prezzi costanti rispetto al 2020.Emerge anche che in Italia oltre una famiglia su quattro è indebitata. E l’indebitamento tende a essere concentrato sui nuclei più ricchi, che hanno maggiore capacità di sopportarne gli oneri. Secondo Bankitalia nel 2022 il 26 per cento delle famiglie italiane era indebitato. A fronte di una sostanziale stabilità della percentuale di famiglie con debiti per finalità di consumo (circa il 10 per cento), è cresciuta quella dei nuclei indebitati per immobili (al 13,9 per cento dal 12,1 del 2020) o per ragioni professionali (al 2,5 per cento dal 2,1). Si è invece ridotta l’incidenza delle famiglie con debiti per scoperto di conto corrente o su carta credito (al 4,6 per cento dal 5,7) e con debiti verso parenti e amici (all’1,4 per cento dal 2,3). Il debito, prosegue l’analisi, è concentrato presso le famiglie che hanno maggiore capacità di sopportarne gli oneri: nel 2022 la metà delle famiglie con redditi più elevati deteneva l’85 per cento dei prestiti complessivi erogati da intermediari finanziari. A differenza dei mutui che presentano il medesimo quadro e sono la parte preponderante dell’indebitamento totale, i prestiti per scopi di consumo sono meno concentrati: le famiglie con reddito familiare superiore a quello mediano ne detenevano il 71 per cento. Rispetto al 2020, peraltro, la quota dell’indebitamento totale detenuta dalla metà dei nuclei a più basso reddito si è ridotta di circa 2 punti percentuali: la riduzione è stata inferiore per i mutui ma sensibilmente maggiore per il credito al consumo (-6 punti percentuali) LEGGI TUTTO

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    BPER Banca, JPMorgan incrementa partecipazione al 5,228%

    (Teleborsa) – La banca statunitense JP Morgan Chase ha incrementato la sua partecipazione in BPER Banca al 5,228%. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 10 ottobre 2024. In precedenza, al 10 luglio 2024, era del 3,612%.La quota è classificata come “indiretta gestione non discrezionale del risparmio”. LEGGI TUTTO