24 Luglio 2024

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    USA, calano le vendite di case nuove a giugno

    (Teleborsa) – Calano ancora le vendite di case nuove negli Stati Uniti nel mese di giugno. Il dato ha evidenziato un decremento dello 0,6% a 617 mila unità rispetto alle 621 mila unità di maggio (dato rivisto da 619 mila) e contro le 639 mila unità stimate dal consensus. Lo ha comunicato il Census Bureau degli Stati Uniti. Rispetto alle 666 mila unità di giugno 2023 si registra un calo del 7,4%. LEGGI TUTTO

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    USA, frena l’attività manifatturiera a luglio. Bene il settore terziario

    (Teleborsa) – Frena ancora l’attività manifatturiera mentre sale quella dei servizi degli Stati Uniti, nel mese di luglio. La stima flash sull’indice PMI Manifatturiero elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 49,5 punti, in discesa dai 51,6 punti di giugno e sotto i 51,7 punti attesi dagli analisti. L’indicatore si conferma sotto la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In salita, invece, l’indice del settore terziario, sempre nel mese di luglio. La stima flash sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 56 punti, che si confronta con i 55,3 di giugno e con i 54,7 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 55 punti dai 54,7 precedenti. LEGGI TUTTO

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    IA, Rapporto Ital Communications-IISFA: “Italiani ottimisti e fiduciosi, ma impreparati”

    (Teleborsa) – L’Intelligenza Artificiale è ampiamente diffusa in diversi ambiti. Ma quali reazioni suscita negli italiani? Il 37% ha un’impressione positiva, un altro 37% mantiene una visione neutrale, mentre il 21% esprime paura e diffidenza. È quanto emerge dal Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) sull’Intelligenza Artificiale in Italia, presentato al Senato. L’indagine, realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli e Assocomunicatori, ha evidenziato da parte delle persone intervistate ottimismo, preoccupazione e necessità di regolamentazione. Il panorama informativo e le nuove normative giocano un ruolo cruciale, con un’attenzione particolare alla sicurezza e ai diritti individuali.Il 35% degli italiani – secondo quanto emerge dal report – associa l’Intelligenza Artificiale all’area tecnologica, mentre il 26% considera l’IA il futuro e il 15% riconosce nel suo impiego vantaggi concreti come supporto alle attività umane. Tuttavia, il 14% esprime emozioni negative e l’8% riesce a concretizzare le proprie paure. Il 66% degli individui si dichiara molto o abbastanza ottimista sugli sviluppi futuri dell’Intelligenza Artificiale, mentre il 63% è fiducioso nei confronti dei sistemi di IA. Riguardo al proprio livello di conoscenza e competenza in tema di IA, un italiano su due dichiara di saperne qualcosa, solo il 6% di saperne molto. Uno su due ammette di saperne poco, il 6% di non saperne nulla. I giovani ne sanno decisamente più degli adulti (62% chi dichiara avere conoscenze in materia tra i 18-34enni, rispetto al 36% degli over 54). Per loro stessa ammissione, comunque, si tratta ancora di una conoscenza costruita in modo autodidatta.Come si evince dal Rapporto, il 69% utilizza qualche tipo di tecnologia o applicativo che si basa sull’IA. La diffusione è quasi totale presso i giovani (83%), minore presso la maggioranza degli adulti (57% tra gli over 54enni). Nel dettaglio delle tipologie, si tratta soprattutto di assistenti virtuali (53%) e di app di IA Generativa, citate da circa il 30% delle persone.Il 31% degli individui ha poi dichiarato di non avere ancora utilizzato tecnologie basate sull’IA. Sono soprattutto gli over 54enni a essere oggi più distanti (il 43%).L’Intelligenza Artificiale Generativa divide a metà la popolazione. Secondo il Rapporto Ital Communications-IISFA, il 51% degli individui riconosce questa tipologia di IA, con i giovani che dichiarano maggiore dimestichezza (63%). Una persona su due dichiara di avere fiducia nei confronti di questa tecnologia. I giovani, a fronte della maggiore conoscenza dell’argomento, si dichiarano più confidenti (69% tra i 18 e i 34 anni), gli adulti un po’ più prudenti (45% i fiduciosi).Le fake news sono al centro della comunicazione: l’86% sostiene di fare un controllo prima di prendere le notizie per buone, ma si aspetta (l’86%) che la propria iniziativa sia corroborata in modo strutturato da un Ente preposto e da iniziative formative (85%) all’uso dell’IA.Il Parlamento europeo ha approvato la normativa AI Act, pubblicata il 12 luglio 2024. Non tutti gli italiani conoscono questo aspetto normativo, anche se quasi una persona su due dichiara di aver sentito la notizia. Il 78%, però, la considera un’iniziativa importante, se non assolutamente necessaria (29%), nell’auspicio di avere una garanzia in più nella protezione delle libertà individuali e dei diritti delle persone.”Il Governo ha promosso un disegno di legge sul tema dell’IA avviando un ampio dibattito in Senato. Colpisce – afferma Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e alla Transizione Digitale – il dato emerso dal Rapporto Ital Communications – IISFA, ovvero il timore degli over 50 relativo all’impatto dell’IA sull’occupazione. Non condivido, tuttavia, lo scenario distopico che viene spesso rappresentato. È evidente che cambieranno le competenze, pertanto dovremo operare in sinergia con tutti gli stakeholders nell’ottica di cambiare i profili di formazione. Questo Paese deve dotarsi di una politica industriale seria in materia di IA. Inoltre, attraverso lo sviluppo tecnologico potremo far progredire il mondo della scienza con ripercussioni importanti su settori determinanti come quello sanitario”.”Ci troviamo in un momento storico di passaggio in cui dobbiamo e possiamo fare delle scelte, non farlo ci condannerebbe a restare in uno stato di torpore. La mia preoccupazione rispetto all’IA – sottolinea il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni – è che quando ci risveglieremo non riusciremo a capire che questi processi non solo non sono irreversibili ma neanche distruttivi. Siamo di fronte a un fenomeno che sostituisce non tanto l’azione come avvenne durante la rivoluzione industriale, ma il pensiero, ossia la capacità di generare autonomamente. Sotto questo profilo occorre avere maggiore consapevolezza degli strumenti che abbiamo a disposizione per non rimanere degli osservatori, ma essere capaci di governare e dirigere i processi”. “L’IA presenta implicazioni notevoli e straordinariamente importanti per la nostra vita associata, pensiamo al tema della salute e della difesa. In questo senso, come ACN, – afferma il direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Bruno Frattasi – il nostro principale impegno sarà quello di studiare forme di IA attraverso le quali sapremo rispondere meglio alla minaccia che è rappresentata dall’uso di questo strumento come arma di offesa. Siamo appena agli albori di un processo che non sappiamo dove potrà arrivare. Il mio auspicio è che l’IA possa essere indirizzata verso obiettivi di pace e benessere”.”Dal Quarto Rapporto Ital Communications–IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia – dichiara Domenico Colotta, presidente di Assocomunicatori e Founder di Ital Communications – emerge che gli italiani sono cautamente ottimisti e fiduciosi riguardo questa tecnologia, che purtroppo è strettamente collegata ai temi della disinformazione e delle fake news. Oggi è proprio l’Intelligenza Artificiale che rende più semplice la creazione e la diffusione su larga scala di contenuti falsi a un pubblico mirato. Purtuttavia, essa è in grado di offrire anche enormi opportunità in quanto consente di identificare e bloccare in modo efficace l’enorme mole di disinformazione pubblicata online con l’aiuto di algoritmi addestrati. Sullo sfondo, però, rimane la capacità di chi si informa nel saper attingere da una varietà di fonti informative servendosi del pensiero critico, vero e proprio antidoto contro ogni contenuto fuorviante”.”Gli italiani hanno trasmesso, in questo Rapporto, un equilibrio e una conoscenza dell’Intelligenza Artificiale oltre le aspettative. Ottimismo, fiducia e percezione dei rischi – afferma Gerardo Costabile, presidente IISFA – sono ben suddivisi nella popolazione, con un focus sul mondo del lavoro, sanità e servizi bancari. La maggioranza degli italiani ci chiede maggiore formazione e conoscenza, oltre che un impegno a ridurre alcuni rischi che sono chiaramente percepiti, quali ad esempio quelli sul mondo del lavoro e sulle fake news/deepfake sempre più sofisticati. Le persone si fidano molto di più dell’Europa e dell’Italia su questi argomenti, nonostante la consapevolezza sulla minore padronanza tecnologica. Coerentemente con l’auspicio di questa parte degli italiani, mi auguro che l’Europa e l’Italia incentivino sempre di più lo sviluppo di tecnologie locali, con logiche che mettano sempre al centro l’uomo e l’etica”.”Grazie alla regolamentazione del settore – osserva l’europarlamentare Brando Benifei – si possono ridurre i rischi per il mercato europeo. Attraverso standard condivisi andiamo a verificare come evitare invasioni nella privacy del cittadino. È, inoltre, cruciale il tema della trasparenza sulla riconoscibilità dei contenuti generati dall’IA per evitare manipolazione dei dati. In Europa siamo stati i primi e sicuramente non saremo gli ultimi ad aver introdotto una disciplina di tale materia. Oltre alle regole, tuttavia, sono necessari anche investimenti per favorire la competitività”.”L’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione – dichiara il direttore generale 3-i Spa, Stefano Acanfora – è ovunque e ne abbiamo bisogno per migliorare tutti i processi. Occorre chiedersi quale influenza ha l’IA nel rapporto tra PA e cittadino, pensiamo ad esempio all’impatto sulla sanità. La preoccupazione maggiore riguarda l’IA Generativa. Oggi permangono dei limiti infrastrutturali, per cui occorrono investimenti nell’innovazione per ottimizzare tali processi. La differenza la faremo se saremo in grado di comprendere dove saremo fra due anni, in questo senso, dobbiamo avere la capacità di non perdere tale spirito innovativo”.”Si parla tanto di Intelligenza Artificiale. Gli italiani – afferma il presidente dell’Istituto Piepoli, Livio Gigliuto – la conoscono e hanno un atteggiamento positivo e ottimistico, soprattutto se orientato al futuro, nonostante si rilevino anche degli aspetti negativi. Il vero tema è che c’è scarsissima informazione e la maggior parte delle persone si informa da sola attraverso il web. Dal Rapporto Ital Communications-IISFA emerge dunque che la popolazione ha un atteggiamento verso l’IA ottimistico, ma prudente”.”Il binomio IA e cybersicurezza è importante e necessario. L’IA – rileva il consigliere del direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Alfonso Gallo Carrabba – impatta già nelle nostre vite e all’interno della società, per cui siamo abituati a gestirla in una dimensione cibernetica. In questo senso, è fondamentale darci regole condivise, che ci aiutino a superare uno dei principali punti che emerge dal Rapporto, ovvero il problema della controllabilità. Dobbiamo, inoltre, fare uno sforzo per favorire la formazione con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nei cittadini”.”L’IA può essere un grande alleato ma presenta anche numerosi rischi. Da un lato – afferma il vice presidente dell’Associazione Nazionale Editoria di Settore (ANES) Alessio Crisantemi – siamo in grado di intervenire per individuare il fenomeno delle fake news, dall’altro è più alta la possibilità di una loro diffusione. Il ruolo della politica e la consapevolezza del legislatore è fondamentale. Servono punti fermi e tempestività per prevenire conseguenze negative. L’editoria è un settore da tutelare e salvaguardare attraverso interventi seri e una grande responsabilità”.All’evento ha preso parte anche Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital SGR. LEGGI TUTTO

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    Wall Street debole. Soffrono Tesla e Alphabet dopo conti deludenti

    (Teleborsa) – Partenza al ribasso per la borsa di Wall Street alle prese con la stagione delle trimestrali entrata ormai nel vivo. Sono proprio i conti delle big tech, Tesla e Alphabet, considerati deludenti dagli investitori che contribuiscono alla pesante discesa dell’indice Nasdaq.A New York, si muove sotto la parità il Dow Jones, che scende a 40.221 punti, con uno scarto percentuale dello 0,34%; sulla stessa linea, vendite diffuse sull’S&P-500, che continua la giornata a 5.495 punti. Pessimo il Nasdaq 100 (-1,93%); sulla stessa tendenza, variazioni negative per l’S&P 100 (-1,48%).Gli addetti ai lavori guardano anche ai dati macroeconomici previsti nei prossimi giorni, in particolare il PIL del secondo trimestre e l’inflazione PCE di giugno. Quest’ultima servirà alla Federal Reserve per decidere le prossime mosse sui tassi d’interesse; gli investitori, ormai, sono convinti che la Banca centrale americana taglierà i tassi entro settembre. LEGGI TUTTO

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    doValue, controllata doValue Greece raggiunge target di 2,7 miliardi di nuovi contratti di servicing

    (Teleborsa) – doValue Greece, controllata di doValue, ha ottenuto mandati per il servicing di quattro portafogli. I contratti sono stati stipulati con investitori di primario livello e riguardano l’onboarding, la gestione ed il recupero di un portafoglio aggregato composto da circa 174.000 crediti performing e non-performing (NPL) con ammontare totale dovuto pari a circa 5,6 miliardi ed un Gross Book Value (GBV) di circa 2,7 miliardi, coinvolgendo oltre 131.000 debitori (sia retail che corporate).Tutti questi portafogli erano già gestiti da doValue Greece in virtù di distinti Service Level Agreement (SLA) e sono stati trasferiti dai precedenti proprietari a nuovi investitori che manterranno doValue Greece come servicer. Come di consueto nelle operazioni secondarie, doValue contribuirà a garantire l’esecuzione dei Business Plan per i precedenti proprietari e allo stesso tempo maturerà commissioni dalla cessione dei crediti ai nuovi investitori. Inoltre, in base ai nuovi contratti di servicing stipulati, doValue avrà diritto a ricevere dai nuovi investitori le commissioni per il servicing dei crediti residui. Queste transazioni testimoniano la qualità del servizio offerto da doValue Greece ed amplieranno ulteriormente la sua base di clienti.doValue Greece, dopo aver completato con successo tutte le procedure necessarie, ha iniziato attivamente la gestione di questi portafogli, mettendo in atto un’ampia gamma di azioni ed iniziative.Grazie a questi mandati, spiega una nota, doValue ha acquisito o è impegnata nella stipula di nuovi contratti per oltre 5,1 miliardi (GBV) da inizio anno ad oggi. Ciò consente alla Società di avvicinarsi, dopo sette mesi, all’obiettivo annuale di 6 miliardi (GBV) per nuovi mandati, come previsto nel Business Plan 2024-2026. LEGGI TUTTO

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    USA, cala a giugno deficit bilancia commerciale beni

    (Teleborsa) – Negli Stati Uniti è sceso il disavanzo della bilancia commerciale dei beni attestatosi, a giugno, a 96,8 miliardi di dollari rispetto ai 99,4 miliardi di maggio. Le stime degli analisti erano per un calo fino a 96,8 miliardi.Lo comunica il Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, che ha pubblicato oggi il dato preliminare relativo alla sola partita dei beni.(Foto: PublicDomainPictures / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso giugno sotto attese

    (Teleborsa) – Sono aumentate meno delle attese le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di giugno, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento dello 0,2% a 903,3 miliardi di dollari, contro attese per una crescita dello 0,5%. Nel mese precedente si era registrato un +0,6%. Su base annua si registra un aumento dello 0,6%. LEGGI TUTTO

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    Europa, boom delle obbligazioni ESG societarie nel primo semestre

    (Teleborsa) – Le emissioni di obbligazioni societarie ESG europee sono aumentate fino a raggiungere l’equivalente di 93 miliardi di euro nel primo semestre del 2024, tenendo il passo con la forte attività complessiva del mercato e stabilizzandosi a circa il 25% dei volumi obbligazionari totali. Lo afferma Scope Ratings in una ricerca sul tema, affermando di aspettarsi che le emissioni ESG per l’intero anno crescano del 40% su base annua.Le aspettative di emissioni più elevate tengono conto dell’aumento del 30% su base annua nel primo semestre del 2024 e dei volumi più deboli nella seconda metà del 2023. Le proiezioni sono supportate dal livello più elevato di investimenti richiesti nel contesto della transizione energetica e dalla ripresa delle emissioni dal settore immobiliare, si legge in una nota.Nelle discussioni di Scope Ratings con diversi emittenti nel suo universo di copertura, in merito alla loro preferenza per le obbligazioni ESG rispetto alle obbligazioni standard, il messaggio comune è che il fattore chiave è la reputazione, ovvero acquisire credibilità con i propri sforzi ESG piuttosto che perseguire rendimenti migliori (greenium), poiché questi ultimi non sono significativi.Alla domanda sulla loro preferenza per i green bond rispetto ad altri tipi ESG, gli emittenti hanno affermato che ciò è dovuto al fatto che i green bond sono considerati i più credibili dagli investitori. L’utility francese EDF ha affermato che il suo framework sui green bond “è visto come un forte strumento di lavoro che offre trasparenza al mercato”.Iberdrola, l’utility spagnola, ha affermato che l’approccio dell’utilizzo dei proventi funziona molto bene per loro perché hanno attività idonee a essere finanziate direttamente; l’impatto diretto sulla sostenibilità viene misurato, verificato esternamente e rendicontato. I green bond, ha aggiunto la società, forniscono agli investitori un impatto più preciso sul rendimento dei loro investimenti. Ma il meccanismo di incremento in caso di sottoperformance dei KPI legati ai fattori ESG sottostanti i framework dei sustainability-linked bond (SLB) fornisce un incentivo controverso per gli investitori a guadagnare rendimenti aggiuntivi.Scope Ratings scrive che la maggior parte degli emittenti di obbligazioni ESG sono aziende con ampi portafogli di asset materiali. Pertanto, le loro prospettive sui green bond potrebbero non necessariamente applicarsi alle aziende in transizione o che operano in altri settori, che adottano modelli di business asset-light.I green bond delle società europee sono aumentati del 60% nel primo semestre del 2024 su base annua, si legge nell’analisi firmata da Eugenio Piliego e Anne Grammatico. Ciò si spiega con la crescita delle emissioni da parte delle utilities (40 miliardi di euro di obbligazioni ESG, in aumento di 13 miliardi di euro su base annua) e delle società real estate (11 miliardi di euro, in aumento di 7 miliardi di euro su base annua), che costituivano circa il 55% dei attività totale delle obbligazioni societarie ESG nel primo semestre.I green bond sono lo strumento preferito anche in Nord America e in Asia, sebbene – con appena il 5% dell’emissione obbligazionaria totale – entrambe le regioni continuino a restare sostanzialmente indietro rispetto all’Europa. I volumi SLB sono diminuiti del 45% nel primo semestre. Ciò, secondo il report, non era legato al settore ma guidato dal rischio percepito più elevato di greenwashing. LEGGI TUTTO