15 Luglio 2024

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    Cassa Depositi e Prestiti, nominato il nuovo CdA. Presenti 5 donne

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), dopo aver approvato alcune modifiche dello Statuto, ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione per tre esercizi, con scadenza alla data di approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2026. La nomina è arrivata dopo quattro rinvii, in quanto le forze di maggioranza non erano riuscite a trovare un’intesa sui nominativi, esprimendo per lo più profili di uomini (non rispettando quindi lo statuto).Sono stati nominati amministratori: Giovanni Gorno Tempini (Presidente), Dario Scannapieco (designato alla carica di Amministratore Delegato), Matilde Bini, Maria Cannata, Stefano Cuzzilla, Luisa D’Arcano, Francesco Di Ciommo, Luigi Guiso, Giorgio Lamanna, Valentina Milani, Flavia Mazzarella.Le modifiche statutarie approvate in sede straordinaria riguardano l’incremento del numero dei membri che compongono il Consiglio di Amministrazione da 9 a 11 e il rinvio al rispetto della normativa in materia di equilibrio tra i generi nella composizione degli organi sociali (sia per il CdA in composizione ordinaria e separata, sia per il Collegio sindacale), nonché la conseguente revisione dei quorum costitutivi e deliberativi rafforzati. LEGGI TUTTO

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    Zignago Vetro, patto parasociale rinnovato per altri tre anni

    (Teleborsa) – Zignago Vetro, produttore di contenitori in vetro cavo quotato su Euronext STAR Milan, ha comunicato che il patto parasociale sottoscritto in data 14 luglio 2021 tra i soci di Zignago Holding si è tacitamente rinnovato per un periodo di ulteriori tre anni e, dunque, fino all’11 luglio 2027.Nel patto sono conferite tutte le 26.937.500 azioni ordinarie rappresentative dell’intero capitale sociale di Zignago Holding, nonché le obbligazioni convertibili Zignago Holding 2017-2026; Zignago Holding, a sua volta, detiene 57.200.000 azioni ordinarie di Zignago Vetro, pari al 64,04% del suo capitale ordinario e al 78,075% ai fini del diritto di voto.Il patto parasociale e contiene previsioni disciplinanti, tra l’altro: la governance di Zignago Vetro; specifiche limitazioni all’eventuale trasferimento di azioni di Zignago Holding; le modalità di cessione delle azioni Zignago Holding da parte dei paciscenti. LEGGI TUTTO

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    Professioni, Cataldi (Ungdcec): “Serve cambiamento reale, nuove normative su governance aziendale impongono cambio di passo”

    (Teleborsa) – “Abbiamo la consapevolezza di dover cambiare. Iniziamo confrontandoci con imprese e istituzioni, per dare un volto sempre più competitivo alla nostra professione. Commercialisti sempre più preparati in grado di vincere le nuove sfide del mercato. Il commercialista è da sempre al fianco delle imprese sui temi della finanza agevolata e dei processi di crescita. Oggi, con le nuove normative sulla governance aziendale, dovremo cambiare le nostre competenze fino a ricoprire il ruolo di temporary manager per affrontare all’interno dei cda delle aziende le diverse fasi di crescita. La politica ha un ruolo determinante per questo cambiamento culturale: chiediamo che lo agevoli con tutti gli strumenti possibili premiando le imprese virtuose”. Sono le parole di Francesco Cataldi, presidente dell’Ungdcec, nel corso del XVIII Forum nazionale “CambiaMenti” promosso dall’Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, in collaborazione con la Fondazione Centro Studi Ungdcec e Iuya e la partecipazione di Giovani Imprenditori Confindustria e Ance Giovani, svoltosi a Roma presso il Carpegna Palace hotel. “Abbiamo voluto mettere insieme – ha detto Roberto Gennari, consigliere dell’Ungdcec – i tre interlocutori fondamentali nel mondo della finanza agevolata: i commercialisti, le istituzioni e il mondo imprenditoriale. Lavorare insieme, sulla programmazione delle misure e delle risorse, sarà essenziale per essere maggiormente efficaci. La Finanza Agevolata è a tutti gli effetti una specializzazione, che richiede studio, esperienza e una conoscenza approfondita delle norme vigenti”.Secondo Carolina Rumboldt, consigliera dell’Ungdcec, “occorre attuare un cambiamento culturale che non si limiti solo alla gestione del rischio e quindi orientata alla struttura interna, ma che abbia il coraggio di andare oltre coinvolgendo tutti. Si deve partire proprio dalla necessità di saper trasformare l’obbligatorietà in opportunità, comprenderne l’importanza e soprattutto non considerarlo solo un costo. Oggi più che mai è importante che noi giovani partecipiamo al dibattito pubblico ed al confronto con le istituzioni”.Parlando di specializzazioni, secondo Roberto Bonomo, consigliere dell’Ungdcec, “quello dei manager a tempo è un modello che risponde a più esigenze: quelle delle aziende che cercano competenze di livello da inserire nei loro team e quelle dei professionisti che, cercano un modo diverso di mettere a disposizione le proprie competenze. Crediamo nell’introduzione di un meccanismo che incentivi il conferimento di incarichi di Temporary Management a soggetti qualificati come i Commercialisti e intendiamo lavorare ad una proposta di legge a tutela delle imprese, degli investitori e dell’intero sistema Paese”.La risposta della politica alla sollecitazione del presidente Cataldi è stata espressa da Antonio Misiani, vicepresidente della commissione Bilancio al Senato. “Stiamo attraversando – ha detto Misiani – una fase di profonde trasformazioni. Pensiamo all’impatto della transizione ecologica e digitale su famiglie e imprese. I commercialisti devono ripensare la loro vocazione con una specializzazione crescente e la capacità di essere ancora più vicini alle imprese. La politica deve fare la sua parte ripensando gli strumenti per favorire gli strumenti per la crescita delle pmi. La finanza agevolata è un nodo cruciale”. L’impegno del governo per imprese e professioni è stato evidenziato da Paola Ambrogio, Commissione Bilancio a Palazzo Madama. “Il ruolo del commercialista – ha affermato Ambrogio – è fondamentale, grazie alla professionalità e alla competenza che gli consente di guidare imprese e famiglie in questa delicata fase. La politica cerca di essere al loro fianco. Abbiamo messo in campo una quantità di incentivi che non si era mai vista prima. Poi dobbiamo ascoltare le richieste della categoria e i suggerimenti. Lo abbiamo fatto in commissione Finanze rispetto ad alcuni temi che poi si sono trasformati in decreti. Bisogna infine procedere con la semplificazione dei processi”. “La politica ha avuto grande attenzione per i commercialisti. La stessa riforma fiscale – ha detto Luigi Marattin, Commissione Bilancio a Montecitorio – è stata realizzata con il supporto dei professionisti. C’è bisogno di un forte cambio di mentalità. Tante aziende nel passaggio generazionale cadono vittime di grandi fondi di private equity che hanno obiettivi diversi da quelli della crescita di lungo periodo. C’è dunque bisogno di consulenti strategici che siano in grado di favorire il rafforzamento delle realtà imprenditoriali, la crescita delle pmi e il radicamento di una cultura imprenditoriale più forte”. La sinergia tra istituzioni e professionisti è prioritaria per Ylenja Lucaselli, Commissione Bilancio della Camera. “C’è bisogno di cambiamento perché i professionisti – ha affermato Lucaselli – sono i primi interpreti delle modifiche normative e di quelli relativi alla società. Le libere professioni sono l’anello di congiunzione tra istituzioni e cittadini e per primi devono interpretare questa voglia di innovazione che è frutto anche dell’evoluzione a livello scientifico-tecnologico. Ecco perché il supporto alle istituzioni da parte dei commercialisti risulta sempre più indispensabile”. LEGGI TUTTO

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    OPA Civitanavi, adesioni oltre l’84,4%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Honeywell su Civitanavi Systems, gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nel campo dei sistemi di navigazione e stabilizzazione inerziali, risulta che oggi 15 luglio 2024 sono state presentate 281.639 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 25.987.510, pari all’84,485% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 27 maggio 2024 e terminerà il 19 luglio 2024. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Civitanavi Systems acquistate sul mercato nei giorni 18 e 19 luglio 2024 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Pirelli, Fitch migliora rating a “BBB” con outlook stabile

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha migliorato il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) di Pirelli, produttore italiano di pneumatici che fa parte del FTSE MIB, a “BBB” da BBB-” L’outlook è stabile.L’upgrade riflette la forte redditività di Pirelli e il robusto free cash flow (FCF) che consente di ridurre la leva finanziaria in linea con i parametri richiesti dalla nuova valutazione. L’agenzia di rtaing si aspetta che le vendite di pneumatici di alto valore rimangano resilienti e sostengano la redditività, aiutate da prezzi delle materie prime più stabili nonostante le fluttuazioni della domanda di veicoli elettrici.Il rating e l’outlook stabile di Pirelli beneficiano della posizione di leader nel settore degli pneumatici premium per auto, della competenza nei prodotti ad alte prestazioni, di un’attività stabile nell’aftermarket e di un marchio forte. Sebbene Pirelli sia più piccola e meno diversificata rispetto ai concorrenti, i suoi vantaggi tecnologici e la focalizzazione su mercati meno ciclici mitigano questi inconvenienti, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    Le Borse europee chiudono in rosso. Male il lusso

    (Teleborsa) – La prima seduta della settimana dei listini azionari europei si è chiusa in ribasso, in un contesto appesantito da alcune indicazioni deboli sui risultati societari (Swatch e Burberry) e dal rallentamento della crescita in Cina, come emerso stamattina dai nuovi dati macroeconomici odierni. Sempre sul fronte macro, Eurostat ha comunicato che la produzione industriale dell’Eurozona a maggio ha segnato una contrazione di -0,6% m/m, migliore dello -0,9% atteso dagli analisti.L’attenzione, durante questa settimana, è rivolta alla riunione della Banca centrale europea (BCE) di giovedì e alle indicazioni che emergeranno dai risultati societari.L’Euro / Dollaro USA continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,09%. L’Oro, in aumento (+0,96%), raggiunge 2.434,7 dollari l’oncia. Seduta sulla parità per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che si attesta a 82,12 dollari per barile.Si riduce di poco lo spread, che si porta a +130 punti base, con un lieve calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,75%.Tra le principali Borse europee seduta negativa per Francoforte, che mostra una perdita dello 0,84%, sotto pressione Londra, che accusa un calo dello 0,85%, e scivola Parigi, con un netto svantaggio dell’1,19%.Chiusura in frazionale ribasso per Piazza Affari, con il FTSE MIB che lascia sul parterre lo 0,59%, troncando così la scia rialzista sostenuta da tre guadagni consecutivi, iniziata mercoledì scorso; sulla stessa linea, si posiziona sotto la linea di parità il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 36.631 punti. Negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,83%); sulla stessa linea, variazioni negative per il FTSE Italia Star (-0,82%).Il controvalore degli scambi nella seduta del 15/07/2024 a Piazza Affari è stato pari a 1,79 miliardi di euro, in calo rispetto ai 1,97 miliardi della vigilia; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,46 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,36 miliardi.In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Saipem (+2,08%), Tenaris (+1,36%), Leonardo (+1,31%) e Fineco (+0,66%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Brunello Cucinelli, che ha terminato le contrattazioni a -4,25%. In rosso Moncler, che evidenzia un deciso ribasso del 2,37%. Spicca la prestazione negativa di DiaSorin, che scende dell’1,87%. Prysmian scende dell’1,85%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Danieli (+2,71%), Philogen (+1,95%), Cementir (+1,39%) e Piovan (+1,23%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Ferragamo, che ha terminato le contrattazioni a -6,78%. Pessima performance per Carel Industries, che registra un ribasso del 4,15%. Calo deciso per Alerion Clean Power, che segna un -2,83%. Sotto pressione Buzzi Unicem, con un forte ribasso del 2,54%. LEGGI TUTTO

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    CONSOB e Università Cattolica, nuovo Osservatorio PMI – Mercato dei capitali

    (Teleborsa) – CONSOB e Università Cattolica del Sacro Cuore hanno lanciato il nuovo Osservatorio PMI, un’iniziativa che si propone di diventare un punto di riferimento su base nazionale per l’analisi delle condizioni di accesso e di permanenza sul mercato dei capitali da parte delle piccole e medie imprese (PMI) italiane.L’Osservatorio si concentrerà tra l’altro – si legge in una nota – sulle dinamiche connesse alla propensione all’innovazione finanziaria, sull’uso di risorse sostenibili e sull’adozione di tecnologie digitali. Studierà, inoltre, i fattori incentivanti che influenzano i percorsi di crescita e sviluppo delle PMI.Il Direttore scientifico del Progetto è Federico Rajola, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale e direttore di Cetif – Centro di Ricerca su Tecnologie, Innovazione e servizi Finanziari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, affiancato per la CONSOB da Paola Deriu, Responsabile della Divisione Studi, e da Daniela Costa, Consigliere dell’Ufficio Studi Economici e per Cetif da Chiara Frigerio, Professore Associato di Organizzazione Aziendale e Segretario Generale di Cetif.Ai fini dell’Osservatorio sono state attivate due borse di dottorato per giovani ricercatori, in Management e Innovazione, finanziate dalla CONSOB, sui temi dei modelli innovativi con riferimento alla finanza ed all’organizzazione aziendale delle PMI.”Questa collaborazione con CONSOB – ha commentato il Professor Rajola – fornisce una prospettiva di analisi del tutto nuova tesa ad approfondire la conoscenza delle dinamiche di sviluppo delle PMI con riferimento al mercato dei capitali e alla diffusione dei processi di innovazione organizzativi e digitali. L’Osservatorio fornirà dati e approfondimenti utili per supportare le PMI nelle decisioni strategiche”. LEGGI TUTTO

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    Commercio estero, Istat: nel 2023 in Italia esportazioni stabili

    (Teleborsa) – Nel 2023 il commercio mondiale di beni, misurato in dollari ed espresso a prezzi correnti, registra una diminuzione del 4,6% rispetto al 2022. Questo risultato è sintesi di una contrazione dei valori medi unitari (-4,0%) – dopo il forte incremento rilevato nel 2022 (+9,7%) – e di una contenuta diminuzione dei volumi scambiati (-0,6%). Il valore nominale dell’interscambio mondiale di servizi registra un aumento del 9,0% mentre si riducono gli investimenti diretti esteri (-1,8%). Nel 2023, il valore in euro delle esportazioni di merci dell’Italia è rimasto invariato, da un lato, sostenuto dalle maggiori vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli, dall’altro frenato dalla contrazione delle esportazioni di beni intermedi ed energia; il valore delle merci importate si è ridotto del 10,4%. Per effetto diqueste dinamiche, il saldo commerciale, negativo per 34 miliardi di euro nel 2022, è tornato positivo nel 2023 per 34,4 miliardi. È quanto emerge dall’Annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese”, frutto della collaborazione fra l’Istat e l’ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).Un contributo importante all’avanzo commerciale – rileva il report – deriva dal minore deficit energetico (-64,3 miliardi di euro, da -110,9 miliardi nel 2022) a seguito della flessione dei prezzi dei prodotti energetici, in particolare del gas naturale. Al netto della componente energetica l’avanzo commerciale è pari a +98,7 miliardi, in deciso aumento rispetto al 2022 (+76,9 miliardi). La stazionarietà delle esportazioni italiane in valore nel 2023 riflette una crescita dei valori medi unitari (+5,3%) e una riduzione, di analoga entità, dei volumi (-5,1%). Per le importazioni la riduzione in valore è spiegata principalmente dalla flessione dei valori medi unitari (-9,0%); in volume le importazioni si riducono dell’1,5%. Nel 2023 la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci (misurata in dollari) registra una lieve crescita (2,85%, da 2,64% nel 2022).La quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è aumentata in tutte le aree geografiche, in particolare in Asia Centrale (da 1,42% a 1,70%), Unione europea (da 4,63% a 4,84%), America Settentrionale (da 1,97% a 2,17%) e Medio Oriente (da 2,75% a 2,92%). Incrementi della quota si rilevano anche per Asia Orientale (da 0,75% a 0,89%) e Altri Paesi Africani (da 1,18% a 1,32%). Nel 2023 i flussi con l’estero di servizi registrano ampi aumenti (+12,4% per le esportazioni, +8,7% per le importazioni). Nel 2023 gli investimenti italiani all’estero si dimezzano rispetto all’anno precedente e scendono a 21,3 miliardi. Anche quelli esteri in Italia calano a 26,2 miliardi, dai 59,1 miliardi del 2022. Malgrado la contrazione della domanda tedesca di merci italiane, nel 2023 la Germania si conferma il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane, con una quota dell’11,9% dell’export nazionale. Stati Uniti e Francia si collocano al secondo e al terzo posto tra i paesi partner, con quote pari, rispettivamente, al 10,7% e al 10,1%; seguono Spagna (5,3%), Svizzera (4,9%) e Regno Unito (4,2%). Tra i principali paesi, i mercati di sbocco più dinamici (incremento della quota sulle esportazioni nazionali superiore a 0,2 punti percentuali rispetto al 2022) sono Cina e Stati Uniti; all’opposto, quelli meno dinamici, per i quali si registrano le più ampie riduzioni della quota sull’export nazionale, sono Belgio e Germania. Per effetto dei divieti di esportazione previsti nei diversi pacchetti sanzione verso la Russia adottati dall’Ue, si riduce ulteriormente la quota delle esportazioni italiane verso la Russia (0,7%), dopo la caduta rilevata nel 2022, quando la quota era scesa allo 0,9% dall’1,6% dell’anno precedente. Con riguardo ai raggruppamenti principali di industrie, nel 2023, oltre alla netta diminuzione del deficit nell’interscambio di prodotti energetici si rileva un deficit minore anche nell’interscambio di beni intermedi (-10,8 miliardi, da -26,4 miliardi nel 2022), mentre per beni di consumo non durevoli, beni strumentali e beni di consumo durevoli si registrano incrementi dei saldi positivi (rispettivamente pari a +3,9 miliardi, +1,5 miliardi e +0,8 miliardi nel 2023). Tra i gruppi di prodotti manifatturieri in cui l’Italia detiene nel 2023 le maggiori quote sulle esportazioni mondiali di merci si segnalano: materiali da costruzione in terracotta (22,40%); cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria, pellicce preparate e tinte (13,46%); pietre tagliate, modellate e finite (13,34%); prodotti da forno e farinacei (12,75%); prodotti vegetali di bosco non legnosi (11,32%); articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (10,32%); tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio, esclusi quelli in acciaio colato (10,02%) e altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (9,88%). Rispetto al 2022 gli incrementi maggiori della quota sulle esportazioni mondiali si registrano per pietre tagliate, modellate e finite (da 12,04% a 13,34%) e macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (da 8,64% a 9,63%); i cali più ampi riguardano tabacco (da 7,27% a 6,40%) e navi e imbarcazioni (da 9,43% a 8,58%).La stazionarietà in valore dell’export nel 2023 è sintesi di andamenti divergenti tra le regioni italiane: gli incrementi più marcati riguardano Campania (+29,2%), Calabria (+22,7%) e Molise (+21,0%); all’opposto, i cali maggiori si segnalano per Sardegna (-24,2%), Valle d’Aosta (-21,5%) e Sicilia (-16,6%). L’aumento delle esportazioni è molto sostenuto per l’Italia meridionale (+16,9%), più contenuto per l’Italia nord-occidentale (+2,4%), mentre si registra una flessione per l’Italia nord-orientale (-0,8%) e l’Italia centrale (-3,1%) e una netta contrazione per l’Italia insulare (-19,2%). La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-nord, da cui proviene l’87,7% dell’export nazionale, mentre il Mezzogiorno ne attiva il 10,9%. Nel 2023 la quota della Lombardia sulle esportazioni nazionali è del 26,1%; seguono Emilia-Romagna (13,6%), Veneto (13,1%), Piemonte (10,2%) e Toscana (9,1%). Rispetto al 2022 l’incidenza sul totale dell’export nazionale aumenta per il Sud (da 6,5% a 7,6%) e il Nord-ovest (da 37,2% a 38,1%), mentre si riduce per le Isole (da 4,1% a 3,3%), il Centro (da 18,4% a 17,9%) e il Nord-est (da 32,0% a 31,7%). LEGGI TUTTO