10 Luglio 2024

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    USA, scorte petrolio settimanali in calo di 3,4 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono scese, contro attese per un aumento, le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 5 luglio 2024, sono diminuiti di circa 3,4 milioni di barili a 445,1 MBG, contro attese per un incremento di 0,7 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato una aumento di 4,9 milioni, arrivando a 124,6 MBG, contro attese per un variazione di -0,3 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un calo di 2 milioni a quota 229,7 MBG (era atteso un decremento di 1,9 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono aumentate di 0,5 milioni a 373,1 MBG. LEGGI TUTTO

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    ICOP punta a raccogliere 30 milioni di euro nell’IPO sull’EGM

    (Teleborsa) – ICOP, società di ingegneria del sottosuolo tra i principali operatori europei in ambito microtunneling e fondazioni speciali, intende attuare il processo di quotazione su Euronext Growth Milan (EGM) mediante l’offerta a investitori terzi di azioni di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale e con un obiettivo di raccolta fino a 30 milioni di euro.L’operazione – si legge in un documento societario – consentirebbe di valorizzare la società, garantendo la possibilità di incrementare il numero dei partner e degli investitori strategici, traendone importanti vantaggi in termini di posizionamento competitivo sul mercato, in un’ottica di crescita continua; inoltre, permetterebbe di rafforzare la posizione patrimoniale e finanziaria della società, oltre che avere accesso più agevole al mercato dei capitali per perseguire i piani di sviluppo della società e del gruppo a cui fa capo.Come emerso ieri, l’ammissione è prevista il 23 luglio 2024, con il debutto a Piazza Affari nei giorni successivi. Alantra è l’Euronext Growth Advisor (EGA); Alantra e Banca Akros (gruppo Banco BPM) sono i Joint Global Coordinators; Banca Akros è lo Specialist.Per il 2024, e per gli esercizi successivi, con un backlog al 31 marzo 2024 pari a circa 885 milioni, ICOP prevede una “significativa” crescita del fatturato. Nei prossimi esercizi sarà possibile incrementare ulteriormente l’efficienza produttiva grazie ad un maggiore utilizzo del parco macchine.Per quanto riguarda le attività di tendering, “l’intenso lavoro svolto nel primo trimestre del 2024 proietta un ulteriore rafforzamento del backlog, con importanti successi sia in progetti legati al PNRR che in iniziative esterne”. La società è inoltre protagonista nello sviluppo del Porto di Trieste, dove, dopo la demolizione e il riconfinamento dell’area di Servola, prosegue l’infrastrutturazione in vista del Molo VIII, per cui ICOP, in collaborazione con HHLA PLT ITALY, ha già presentato una proposta, nell’ambito di un PPP per il quale la parte pubblica ha confermato il finanziamento, per la prima fase del progetto da 260 milioni di euro.Le commesse per il microtunnel avanzano grazie ai contratti acquisiti da Acea per opere infrastrutturali nella capitale, aggiungendosi a quelli in corso per Snam Rete Gas. Nel settore, si prevede “un incremento delle attività grazie a nuove opportunità nei settori chiave come la distribuzione di gas, acqua e nuove applicazioni nel campo della distribuzione di energia elettrica”.Le aspettative a breve termine rimangono ancorate al mercato italiano, dove il PNRR costituisce un rilavante motore di crescita. La collaborazione con i gruppi Caltagirone e Gavio nel Consorzio Eteria continua a dare frutti, e si prevedono “ulteriori risultati significativi”. Allo stesso tempo, l’azienda mira a rafforzare la propria presenza nei mercati del Nord Europa, noti per alti standard tecnologici e qualitativi.Un focus strategico sarà anche la penetrazione del mercato nordamericano, parte essenziale del piano di crescita per il prossimo quinquennio. Crescita e investimenti verranno gestiti con “un’attenta pianificazione della struttura finanziaria, essenziale per sostenere lo sviluppo a lungo termine”. LEGGI TUTTO

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    Energia, fattura in calo del 43% nel 2023 con contrazione gas

    (Teleborsa) – Crolla la fattura energetica italiana grazie alla forte contrazione del gas. E’ quanto conferma l’Unem, in occasione della relazione annuale. Nel 2023, infatti, la fattura energetica si è ridotta a 66,5 miliardi di euro, quasi 48 miliardi in meno (-43%) rispetto ai 114,4 miliardi del del 2022, che rappresentava un picco storico. Un dato che incorpora la decisa flessione della componente gas, passata da 62 miliardi a 28,3 miliardi di euro. Più contenuto il calo della fattura petrolifera, che si attesta a 28,1 miliardi di euro, circa 4,5 miliardi in meno rispetto ai 32,5 miliardi del 2022, per effetto del calo delle quotazioni petrolifere più che di una minore domanda.In tale contesto, il petrolio è tornato ad essere la prima fonte di energia con un peso sul totale di oltre il 37%, scavalcando il gas naturale che ha mostrato un ulteriore calo di oltre il 10%. A sostenere i consumi di petrolio hanno contirebuito la mobilità stradale e quella aerea. Il 2023 è stato caratterizzato da una ulteriore flessione nella domanda di energia, determinata sia da fattori economici, come il calo della produzione industriale (-2,9%), sia da miglioramenti di efficienza e ragioni climatiche. I consumi energetici sono scesi a 145 Mtep, il 4% in meno rispetto al 2022. Per il 2024 si stima una fattura energetica si stima attorno ai 56 miliardi, cioè 10 miliardi in meno del 2023 quasi interamente dovuti alla componente gas.Secondo il Presidente dell’Unem Gianni Murano, si prevede un aumento delle auto elettriche al 2030 fino a 4 milioni di veicoli. “Verrebbe a mancare un milione di tonnellate di carburanti – avverte Murano – e circa 3,8 miliardi in meno di introiti dalle accise. Il governo dovrà far quadrare i conti e la scelta sarà quindi politica”. (Foto: © vchalup / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Barclays ottimista sui servizi energetici europei, downgrade per Maire

    (Teleborsa) – Il panorama dei servizi energetici continua a migliorare. A livello globale, la maggior parte delle regioni continua a vedere miglioramenti nei carichi di lavoro, nei prezzi e nella sostenibilità degli asset. In effetti, l’unico blocco sul panorama sono gli Stati Uniti, dove la domanda rimane più debole delle attese. Di conseguenza, il settore europeo dei servizi energetici, con la sua esposizione prevalentemente non statunitense, ha registrato buone performance durante il trimestre. Lo osservano gli analisti di Barclays, che hanno anche attuato revisioni a giudizi e target price su una serie di titoli.Il settore europeo è cresciuto del 7% nel 2Q24, sovra-performando il settore energetico più ampio del 6% e il prezzo del petrolio del 9%. Il settore globale più ampio, tuttavia, dominato dagli Stati Uniti, è diminuito di circa il 5% nel 2Q24 evidenziando l’esposizione differenziata dei nomi europei. “È importante sottolineare che gli ordini sono aumentati durante il trimestre con circa 18 miliardi di dollari di awards annunciati, più del triplo rispetto al trimestre precedente, e ciò dovrebbe portare a continui commenti sulla forza e la longevità del ciclo”, si legge nella ricerca.Barclays ha colto l’occasione per ribilanciare le raccomandazioni, declassando Aker Solutions, Hunting, Maire e Subsea 7 a Equal weigh da Overweight e Wood a Underweight da Equal weight.Per quanto riguarda Maire, Barclays ha aumentato il prezzo obiettivo a 9,50 euro per azione (dai precedenti 8,30 euro), commentando che la società ha registrato un trimestre robusto, con un totale di ordini acquisiti per circa 2 miliardi di dollari e un book to bil che viene previsto essere superiore a 1x. Con un portafoglio ordini record in mano, l’attenzione sarà focalizzata sull’esecuzione e sul phasing dei contratti. Gli investitori esamineranno i commenti sulla pipeline delle offerte poiché la società prevede che l’attuale backlog sarà sostituito da nuovi premi con book to bill >1x nel FY24. Dal punto di vista degli utili, Barclays prevede ricavi per il 2Q24 di 1.408 milioni di euro, in aumento rispetto al primo trimestre poiché il backlog record del 2023 continua a scorrere.Per quanto riguarda Saipem, Barclays ha aumentato il prezzo obiettivo a 3,20 euro per azione (dai precedenti 2,90 euro), confermando la raccomandazione Overweight. Viene fatto notare che, nel corso del 2Q24, Saipem ha registrato un trimestre forte con aggiudicazioni per un totale di circa 5,7 miliardi di dollari, con un book to bill superiore a 1,5 volte. Con un backlog record già in mano, l’attenzione degli investitori sarà probabilmente focalizzata sull’esecuzione e sul phasing dei progetti. Gli analisti si aspettano domande sul progetto Thai Oil in cui un partner ha avuto ulteriori problemi durante il trimestre. Probabilmente ci saranno anche domande sullo stato della flotta di perforazione e su cosa succede ai tre impianti sospesi, due dei quali probabilmente restituiti ai proprietari. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso maggio +0,6% m/m, vendite +0,4% m/m

    (Teleborsa) – Sono aumentate le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di maggio 2024, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento dello 0,6% a 901,7 miliardi di dollari, in linea con le attese, rispetto al +0,1% del mese precedente. Su base annua si registra un calo dello 0,5%. Nello stesso periodo le vendite sono salite dello 0,4% su base mensile a 666,7 miliardi di dollari dopo il +0,2% registrato ad aprile. Su anno si è registrato un aumento dell’1,9%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,35 contro l’1,39 di un anno prima.(Foto: Photo by Hannes Egler on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    S&P-500 e Nasdaq in rialzo, attesa per inflazione e trimestrali

    (Teleborsa) – Seduta positiva a Wall Street, dove Nasdaq e S&P-500 continuano a essere sui massimi storici. In particolare, ieri l’S&P500 ha registrato la sesta seduta consecutiva in guadagno, la miglior serie positiva dallo scorso gennaio, confermando per la trentaseiesima volta da inizio anno un livello storico. Il mercato statunitense continua a beneficiare delle maggiori probabilità di un primo taglio dei tassi nella riunione di settembre con la Fed, che sembra preparare il terreno per questo scenario senza comunque definire tempistiche precise.Come previsto, ieri nell’audizione al Senato il presidente della Fed Jerome Powell si è astenuto dall’impegnarsi su una tempistica per i tagli dei tassi di interesse. In particolare, ha sottolineato che i recenti dati segnalano ulteriori modesti progressi sul rientro del sentiero d’inflazione ma che saranno necessarie ulteriori nuove conferme in questo senso per alimentare la fiducia della Fed, ponendo particolare attenzione alla pubblicazione del CPI relativo a giugno in agenda per venerdì. Oggi Powell è atteso alla Camera, dove continuerà a rispondere alle domande dei legislatori.Secondo il FedWatch Tool del CME, gli operatori vedono una probabilità del 77% per un taglio di almeno 25 punti base a settembre, in aumento rispetto al 73% di ieri e al 74% di una settimana fa.”La nostra posizione è che la Fed non vuole provocare una recessione se riesce ad evitarla e, se i dati lo consentono, ci aspettiamo che la Federal Reserve inizi a spostare la politica monetaria dal territorio “restrittivo” a quello “leggermente meno restrittivo” a partire da settembre”, hanno scritto gli analisti di ING, suggerendo che il simposio di Jackson Hole di fine agosto verrà utilizzato come sede per dare al mercato l’indicazione più chiara sull’imminente allentamento delle politiche.Gli investitori guardano anche all’avvio delle trimestrali, che partiranno venerdì con i risultati di alcune tra le maggiori banche americane (Citigroup, JPMorgan, Wells Fargo e Bank of New York Mellon).Guardando ai principali indici, il Dow Jones è sostanzialmente stabile e si posiziona su 39.311 punti, mentre, al contrario, piccolo scatto in avanti per l’S&P-500, che arriva a 5.589 punti. Leggermente positivo il Nasdaq 100 (+0,31%); con analoga direzione, in frazionale progresso l’S&P 100 (+0,24%). LEGGI TUTTO

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    Idrogeno, una “carta europea” per lo sviluppo della filiera

    (Teleborsa) – Una carta di cooperazione a livello europeo per promuovere l’uso dell’idrogeno e delle tecnologie connesse. Sprigionare il potenziale dell’idrogeno, fondamentale nel percorso verso la neutralità carbonica. Con questo obiettivo comune 24 associazioni idrogeno europee lo scorso 14 maggio in occasione del World Hydrogen Forum, organizzato da Hydrogen Europe hanno firmato la Cooperation Charter sull’idrogeno. Il documento si inserisce nel solco tracciato dall’UE con il Net-Zero Industry Act, parte del Green Deal e recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che tra i diversi obiettivi vede quello di soddisfare entro il 2030 almeno il 40% del fabbisogno annuale dell’UE di tecnologie a emissioni zero. Oltre a Hydrogen Europe e ad H2IT,Associazione Italiana Idrogeno, il documento è stato siglato anche dagli omologhi di Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, Ungheria e UK.”La Cooperation Charter mette nero su bianco ciò che in Italia perseguiamo da tempo: un’azione sinergica con istituzioni, imprese, professionisti e ricercatori per affermare l’idrogeno quale vettore imprescindibile per la decarbonizzazione – ha dichiarato Alberto Dossi, presidente di H2IT –. La storia di questo comparto dimostra l’importanza della cooperazione a ogni livello, anche a livello internazionale. Ecco perché, con la firma dell’accordo, vogliamo essere tra i ‘padri fondatori’ di un’Europa alimentata anche dall’idrogeno, in cui dialogo e confronto tra le parti sono determinanti per creare innovazione. È solo attraverso la collaborazione e la sensibilizzazione di cittadini e decisori politici che l’idrogeno potrà incidere sul percorso verso la neutralità climatica. La carta rappresenta un tassello fondamentale per assicurare all’UE un futuro da leader della transizione energetica grazie ad una filiera idrogeno matura. L’iniziativa dell’Hydrogen Bank rappresenta certamente un’ottima notizia per la filiera e dimostra che l’UE crede realmente nel potenziale dell’idrogeno. Tuttavia, è essenziale che i criteri per la partecipazione alle aste permettano che i finanziamenti generino valore aggiunto in Europa.”Gli obiettivi del Cooperation Charter e il ruolo di H2IT Le associazioni firmatarie si impegnano a guidare e sostenere l’attuazione dell’agenda del Green Deal europeo, volta al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, promuovendo l’adozione delle tecnologie legate all’idrogeno. A tal fine, stimoleranno il supporto politico a livello nazionale, regionale ed europeo, essenziale per la creazione di un mercato più vasto per l’idrogeno pulito e lo sviluppo delle competenze necessarie. Verrà promossa, inoltre, l’effettiva integrazione della legislazione europea negli ordinamenti nazionali, favorendo così la nascita di un vero e proprio mercato europeo dell’idrogeno. L’impegno delle associazioni si tradurrà anche nell’organizzazione e partecipazione a eventi nazionali e internazionali, inclusa la European Hydrogen Week, l’iniziativa annuale più grande dedicata all’idrogeno. Verranno condivise le best practice allo scopo di agevolare la collaborazione con associazioni e controparti europee per affrontare le sfide comuni. In più, le associazioni punteranno a stabilire alleanze con le camere di commercio e altre organizzazioni sul territorio. Spazio anche alla comunicazione: attraverso social media e newsletter dedicate, le associazioni forniranno aggiornamenti regolari al pubblico e all’industria sullo sviluppo dei settori nazionali dell’idrogeno. La combinazione di azione e informazione sarà centrale per tracciare il percorso verso la transizione energetica e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.Hydrogen Bank: arriva la seconda asta. La lettera delle associazioni alla Commissione EuropeaLa strategia europea sull’idrogeno fa leva, inoltre, sull’Hydrogen Bank un programma di finanziamento e incentivi lanciato per accelerare lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde in Europa. Il recente annuncio della Commissione Europa di una seconda asta per l’Hydrogen Bank è stata apprezzata dalle associazioni nazionali, che però attraverso una lettera hanno ribadito l’importanza di stabilire un criterio di prequalificazione per gli elettrolizzatori utilizzati nei progetti che parteciperanno alla seconda asta da 1,2 miliardi di euro. Nella prima asta attraverso l’Hydrogen Bank sono stati stanziati quasi 720 milioni di euro a 7 progetti vincitori per la produzione di idrogeno rinnovabile. La seconda asta dell’Hydrogen Bank, con un budget di 1,2 miliardi di euro, si svolgerà entro la fine del 2024. A questo proposito, le associazioni nazionali idrogeno hanno inoltrato alla Commissione Europa una lettera per spiegare la loro posizione.Alcune associazioni nazionali, tra cui H2IT, sottolineano la necessità di allineare l’Hydrogen Bank agli obiettivi del Green Deal Industrial Plan e del Net Zero Industry Act, sovvenzionando preferibilmente progetti che utilizzano elettrolizzatori prodotti nell’UE. Esse ritengono cruciale strutturare una catena di valore sostenibile e integrata per le tecnologie dell’idrogeno all’interno dell’UE, con gigafabbriche finanziate strategicamente, in grado di soddisfare la domanda interna entro il 2030 e creare occupazione qualificata e non delocalizzabile. Le associazioni propongono di introdurre un criterio di prequalificazione per partecipare al Hydrogen Bank, richiedendo che i progetti utilizzino elettrolizzatori assemblati nell’UE e nello Spazio economico europeo e con componenti chiave fabbricati in paesi che hanno firmato l’accordo sugli appalti pubblici (AAP). Secondo le associazioni, è essenziale dimostrare che la decarbonizzazione e la reindustrializzazione possono procedere insieme, portando un alto valore sociale all’interno dell’UE, e le regole del Hydrogen Bank sull’origine degli elettrolizzatori rappresentano una prima grande opportunità per raggiungere questo obiettivo. LEGGI TUTTO

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    Intuit taglia 1.800 posti di lavoro ma prevede altrettante assunzioni in altre aree

    (Teleborsa) – Intuit, multinazionale americana di software aziendale, ha annunciato un piano di riorganizzazione incentrato sulla riallocazione delle risorse nelle aree chiave di crescita della società. Nell’ambito del piano, circa 1.800 dipendenti lasceranno la società e la società chiuderà i suoi siti di Boise ed Edmonton. La società prevede di assumere un numero quasi equivalente di dipendenti nell’anno fiscale 2025 per supportare specifiche aree di crescita e prevede che l’organico complessivo cresca nell’anno fiscale 2025 e oltre.La società stima che dovrà sostenere spese da circa 250 milioni a 260 milioni di dollari in relazione al piano, principalmente nel quarto trimestre fiscale che terminerà il 31 luglio 2024. La società prevede che sostanzialmente tutte le azioni associate al piano saranno completate entro il primo trimestre fiscale che terminerà il 31 ottobre 2024.”Non facciamo licenziamenti per tagliare i costi, e questo rimane vero anche in questo caso – ha spiegato il CEO Sasan Goodarzi in una email ai dipendenti – I cambiamenti che stiamo apportando oggi ci consentono di allocare ulteriori investimenti nelle nostre aree più critiche per supportare i nostri clienti e promuovere la crescita. Ciò include il reinvestimento nelle competenze e nelle capacità necessarie per supportare queste aree e, di conseguenza, assumeremo circa 1.800 nuove persone principalmente in ruoli di ingegneria, prodotto e contatto con i clienti come vendite, successo dei clienti e marketing”.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO