9 Luglio 2024

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    Salari, Italia terzultima fra i 38 paesi dell’Ocse: -6,9% dal 2019

    (Teleborsa) – L’occupazione nei Paesi dell’area Ocse è ai massimi storici, ma la crescita degli occupati inizia a rallentare e “i salari reali hanno recuperato i livelli pre-2020 solo su 19 dei 35 Paesi Ocse” nonostante un recupero negli ultimi trimestri. È quanto rileva l’Oecd Employment Outlook 2024, che conferma anche per il primo trimestre 2024 la maglia nera assegnata all’Italia per i salari reali: il Paese, con un -6,9% rispetto al quarto trimestre 2019, è terzultimo fra i 38 paesi dell’Ocse e fanno peggio solo Cechia e Svezia, contro il -2% della Germania e il +0,1% della Francia. Secondo le stime dell’Employment Outlook 2024 l’occupazione nei paesi Ocse ha raggiunto i 662 milioni nel maggio 2024 (+25% dal 2000) e dovrebbe crescere di circa lo 0,7% annuo nel 2024-25. Il tasso di disoccupazione a livello dell’Ocse si è attestato al 4,9% nel maggio 2024 e si prevede che aumenterà leggermente. Era di 0,2 punti percentuali più alto per le donne che per gli uomini. I salari reali – rileva l’Ocse – hanno recuperato il terreno perduto nel 2022 e nella prima parte del 2023. Nel primo trimestre del 2024, la crescita annua dei salari reali è stata positiva in 29 dei 35 Paesi dell’Ocse per i quali sono disponibili dati, con un aumento medio in tutti i Paesi del 3,5%. L’analisi di queste prospettive per l’occupazione indica un’inversione di tendenza rispetto alle recenti tendenze che hanno visto i profitti crescere più rapidamente dei salari. I salari stanno ora recuperando parte del terreno perduto, mentre c’è spazio per i profitti per fornire un ulteriore cuscinetto per la crescita dei salari, data la significativa crescita dei profitti negli ultimi due o tre anni. I salari minimi sono superiori ai livelli del 2019 in termini reali in quasi tutti i paesi dell’Ocse. Nel maggio 2024, il salario minimo reale era superiore dell’8,3% rispetto a cinque anni prima alla mediana dei 30 Paesi dell’Ocse con un salario minimo legale nazionale, grazie ai significativi aumenti nominali dei salari minimi legali per sostenere i salari minimi più bassi durante il periodo di alta inflazione negli ultimi due o tre anni.In Italia il basso costo del lavoro, permette al made in Italy di essere competitivo a livello internazionale. Contemporaneamente i bassi salari contengono la domanda interna, determinando cospicui avanzi di bilancia commerciale. Non a caso per l’Ocse la produttività stagnante da quasi 30 anni è la principale palla al piede dell’economia italiana, perché un Paese che non cresce crea meno lavoro e i posti sono di minore qualità e salari più bassi. Nell’Employment Outlook 2024 l’Ocse bacchetta i Paesi dove i salari reali continuano ad andare all’indietro nonostante una stagione di utili societari più che buoni: “In molti Paesi c’è ancora spazio perché i profitti assorbano ulteriori aumenti dei salari”. Nella sua Economic Survey dedicata all’Italia, a gennaio, l’organizzazione parigina notava la buona performance dell’export italiano rispetto ai partner europei nel periodo post-Covid, ottenuta guadagnando in competitività “principalmente grazie alla bassa crescita dei costi unitari del lavoro”. Ma evidenziava anche la necessità, in un sistema di contrattazione collettiva dove le imprese hanno “significativo potere negoziale”, di far crescere più i salari e la produttività delle imprese, attraverso investimenti e innovazione. Uno degli obiettivi degli aiuti europei col ‘Recovery Plan’, ancora non andato a segno. LEGGI TUTTO

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    Commercialisti, Piccirillo: “Avanti nella costruzione di un professionista moderno e sempre più specializzato”

    (Teleborsa) – “Con l’approvazione del bilancio 2024 il nuovo direttivo ha dato un forte segnale al territorio e a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa professione. Abbiamo lavorato a stretto contatto con l’Ordine con gli enti pubblici e l’Agenzia delle Entrate affinché sia possibile intraprendere percorsi finalizzati a entrare in settori sempre più ampi della nostra professione. Superando la vecchia concezione del commercialista legato alla contabilità e proiettandolo sempre più in chiave moderna come consulente globale delle aziende e delle famiglie, in grado di poter svolgere un ruolo determinante nelle scelte strategiche anche in materia tributaria, della finanza agevolata, dell’internazionalizzazione e nei rapporti con gli enti pubblici”. Queste le parole di Vincenzo Piccirillo, presidente dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, nel corso dell’Assemblea di approvazione del bilancio 2024 dell’Ugdcec partenopeo, che si è svolta all’hotel Mediterraneo di Napoli. Hanno introdotto i lavori Eraldo Turi, presidente dell’Odcec di Napoli e Vincenzo Moretta, presidente della Fondazione dei commercialisti napoletani.”Vogliamo avere un ruolo fondamentale non solo nell’ambito della professione ma soprattutto – ha evidenziato Cristiana Ciabatti, segretaria dell’Ugdcec di Napoli – nelle specializzazioni che sono importanti per costruire la nuova figura del professionista, sempre più preparato e pronto a offrire un contributo determinante nelle scelte dei suoi clienti. Per quanto riguarda il contenzioso tributario, ad esempio, abbiamo organizzato a Napoli uno degli eventi più importanti degli ultimi anni dimostrando che i giovani, con studio, passione e approfondimento, possono fare la differenza”.”È stato un anno molto intenso, caratterizzato da tante attività. L’obiettivo – ha detto Luigi Passante, vicepresidente Ugdcec Napoli – è quello di fare sempre meglio e il primo passo del nuovo direttivo lascia ben sperare. Vogliamo tutelare i giovani facendo in modo che ci siano per loro opportunità e strumenti, dando la possibilità di cooperare per condividere esperienze e conoscenze che sono alla base della crescita professionale”.”La formazione – ha sostenuto Adelaide Rescigno, responsabile delle commissioni di studio Ugdcec Napoli – è fondamentale per noi e cerchiamo sempre di aggiornarci e migliorarci attraverso i tanti eventi formativi che organizziamo per tutti gli iscritti. Abbiamo diverse aree di studio per lavorare costantemente sull’aggiornamento. Uno dei punti di forza è proprio l’organizzazione del corso di preparazione dell’esame di abilitazione alla professione di dottore commercialista. Venti lezioni a distanza per aiutare i candidati di entrambe le sessioni d’esame annuali”. LEGGI TUTTO

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    SYS-DAT, esercitata integralmente l’opzione greenshoe

    (Teleborsa) – SYS-DAT, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel settore ICT, ha comunicato che state integralmente collocate le 987.000 azioni oggetto dell’opzione di over-allotment e, di conseguenza, Intermonte ha esercitato integralmente l’opzione greenshoe concessa dalla società al medesimo prezzo del collocamento istituzionale (3,40 euro per azione).A seguito dell’esercizio dell’opzione greenshoe, l’offerta ha riguardato un totale di 10.857.920 azioni, arrivando ad un flottante di circa il 35,1% del capitale sociale, per un controvalore complessivo pari a circa 37 milioni di euro al prezzo del collocamento. LEGGI TUTTO

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    Magis, cambia il lotto minimo di negoziazione

    (Teleborsa) – Borsa Italiana ha comunicato che, a partire da giovedì 11 luglio 2024, il lotto minimo di negoziazione delle azioni Magis, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di nastri adesivi personalizzati, prodotti per l’imballaggio e sistemi di chiusura per l’incontinenza, sarà pari a 1 azione dalle attuale 125 azioni.Tutti gli ordini sulle azioni Magis non eseguiti al termine della seduta del 10 luglio 2024 verranno cancellati. LEGGI TUTTO

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    Studio Visa: più di 7 PMI su 10 in Italia hanno accettato pagamenti con carta nell’ultimo anno

    (Teleborsa) – In Italia, tre PMI su quattro (il 74%) hanno dichiarato di avere accettato pagamenti con carta nell’ultimo anno. Un dato in linea con quello dello scorso anno per il nostro Paese, dove il grado di accettazione è più alto nei settori del food & beverage, salute e benessere e vendita al dettaglio. Le maggiori opportunità di crescita per i pagamenti con carta si rilevano nell’area dei servizi professionali, dell’agricoltura e del manifatturiero, oltre che nell’education, nei servizi al consumatore e nel travel & transportation. A sostenerne lo sviluppo sono i benefici portati dalle carte ed evidenziati dalle stesse aziende intervistate in termini di semplicità di utilizzo, sicurezza delle transazioni e crescita del fatturato. In questo scenario, la maggior parte delle piccole e medie imprese (il 55%) si affida a più fornitori di soluzioni di pagamento, cui chiede un alto grado di personalizzazione (72%), di innovazione (64%) e soluzioni di digitalizzazione capaci di offrire servizi a valore aggiunto in modalità “one stop shop” – senza aggiungere complessità – a supporto della gestione aziendale (63%). È quanto emerge dallo studio Visa sulle PMI, condotto in 8 Paesi europei, tra cui l’Italia, per meglio comprendere abitudini e aspettative delle piccole e medie imprese nel contesto dei pagamenti.”Le PMI rappresentano in Europa il 99% delle realtà produttive, creano più del 61% dei posti di lavoro e contribuiscono per oltre il 35% del prodotto interno lordo – commenta Bea Larregle, Regional Managing Director Southern Europe, Visa –. Si tratta di una componente fondamentale dell’economia europea che Visa è impegnata a supportare: negli ultimi 3 anni, abbiamo accelerato la digitalizzazione di 13,5 milioni di PMI in Europa e oltre un milione in Italia, offrendo loro accesso a una rete di pagamento globale, veloce e sicura, una vera porta aperta verso l’internazionalizzazione del business”.Lo studio Visa mette in luce come i pagamenti con carta stiano avendo un impatto positivo sul business delle PMI in Italia: a seguito della loro accettazione, circa la metà delle imprese intervistate (49%) ha percepito una crescita nelle vendite e nel fatturato, con un incremento che nel 41% dei casi si è attestato tra il 6 e il 15%. Tra i principali benefici, il 64% ritiene che le carte costituiscano il metodo di accettazione dei pagamenti più semplice da utilizzare, mentre il 68% il più sicuro. Il 67%, inoltre, è concorde che i pagamenti con carta consentano di essere pagati più velocemente e che riducano il rischio di non essere pagati (69%).”La nostra rete – aggiunge Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia – aiuta le piccole imprese a crescere facendo evolvere le loro capacità digitali e collegandole alla nostra rete di pagamenti, così da ricevere pagamenti digitali e attrarre una base di clienti più ampia: tutti componenti importanti per aiutarle a prosperare e crescere. Per le piccole e microimprese è estremamente dispendioso in termini di tempi e costi focalizzarsi sulla scelta e implementazione di soluzioni digitali per la propria attività. Un player come Visa, insieme a una qualificata rete di partner, fornisce tutte le soluzioni con un approccio one stop shop e può fare la differenza, grazie anche all’affidabilità e forza del brand”.Le carte di pagamento in risposta alle attuali sfide Aumento dei costi d’impresa (42%) e difficoltà connesse al ritardo nei pagamenti da parte dei clienti(27%) sono le principali sfide che le PMI stanno affrontando in Italia. In questo scenario, il totale delle piccole e medie realtà intervistate che accettano i pagamenti con carta si è dichiarato propenso a utilizzare servizi collegati alle carte virtuali a sostegno del business. Di rilievo, per il 60% delle imprese, risultano le opzioni finanziarie integrate quali i prestiti e, per il 56%, i servizi di dilazione delle spese. Il 52%, inoltre, ritiene importante disporre di una carta virtuale che offra la possibilità di effettuare transazioni a livello internazionale garantendo un’ottima conversione valutaria.I driver per una maggiore accettazioneTra le caratteristiche che le PMI invece cercano in un’offerta di pagamento e che ne favorirebbero la scelta, la riconciliazione in giornata e gli strumenti di sicurezza contro le frodi sono le principali, insieme alla possibilità di accettare transazioni senza la necessità di installare ulteriore hardware. Una caratteristica, quest’ultima, che rappresenta anche il primo driver (26%) che spingerebbe le piccole e medie imprese italiane che ancora non accettano i pagamenti con carta, a farlo. Altri fattori che potrebbero incentivarne l’adozione sono la possibilità di evitare frodi e ritardi nei pagamenti (21%), oltre che una maggiore propensione dei clienti a non usare i contanti (19%). Nella scelta di soluzioni di pagamento, le piccole e medie imprese in Italia riconoscono nella banca il primo punto di riferimento cui rivolgersi, ma accanto ad essa ricoprono un ruolo importante anche altri canali. Tra questi, le opinioni dei professionisti (18%), l’utilizzo dei motori di ricerca (18%), le informazioni fornite dai provider di servizi online (10%), dalle piattaforme di e-commerce (9%) e dai marketplace (7%), oltre che i consigli di altri utenti di servizi di pagamento che in Italia continuano a essere rilevanti per quasi una PMI su cinque (19%). Le aspettative delle PMILa gestione delle PMI è sempre più digitale, anche oltre l’ambito dei pagamenti: cresce il numero di aziende che decidono di affidarsi a specifici software capaci di supportarle nelle loro attività quotidiane, in un percorso di digitalizzazione che abbraccia differenti strumenti a supporto del business. Tra i più diffusi, sul fronte dei pagamenti, le app bancarie, mobile (32%) e online (31%), mentre per la gestione aziendale ricoprono sempre più un ruolo di primo piano per le imprese i software di contabilità (26%), di inventory management (21%), oltre che i sistemi di monitoraggio delle vendite (21%) e i CRM (20%). Dallo studio Visa, infatti, emerge che il 72% delle imprese si aspetta di poter personalizzare i servizi sulla base dei propri bisogni, il 63% è alla ricerca di soluzioni che forniscano un valore aggiunto alla loro attività, e il 64% vorrebbe servizi realmente innovativi. LEGGI TUTTO

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    MPS colloca covered social bond per 750 milioni di euro. Ordini a 1,2 miliardi

    (Teleborsa) – Banca Monte dei Paschi di Siena ha concluso con successo il collocamento di un’emissione di Social Conditional Pass Through (CPT) European Covered Bond con scadenza 6 anni (16 luglio 2030), destinata ad investitori istituzionali italiani ed esteri, per un ammontare pari a 750 milioni di euro.Si tratta della prima emissione di Social European Covered Bond (Premium) realizzata dalla banca. L’operazione rientra nella strategia delineata dalla banca volta a consolidare l’impegno per la sostenibilità sociale ed ambientale attraverso l’ingaggio di tutte le aree di business del gruppo MPS in ambito ESG.L’emissione ha raccolto un “forte interesse” da parte di investitori italiani ed esteri – si legge in una nota – con ordini che hanno superato la soglia di 1,2 miliardi di euro permettendo di fissare la cedola al livello di 3,3750%, ad un prezzo di re-offer di 99,445% corrispondente ad uno spread di 65 basis points sul tasso mid swap a 6 anni, spread inferiore a quello della precedente emissione di covered bond della banca con scadenza a 5 anni.La distribuzione geografica della domanda evidenzia un diffuso interesse nazionale e internazionale con Italia al 36%, Regno Unito al 29% e altri paesi europei 35%.Banca Monte Dei Paschi di Siena, BNP Paribas, HSBC, LBBW, Mediobanca, NatWest and Santander hanno curato il collocamento in qualità di Joint Bookrunners. La quotazione avverrà presso la Borsa di Lussemburgo. LEGGI TUTTO

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    Italmobiliare, Morgan Stanley ha quota potenziale del 7,358%

    (Teleborsa) – Morgan Stanley ha una quota potenziale pari al 7,358% nel capitale di Italmobiliare, holding di partecipazioni quotata su Euronext STAR Milan e il cui controllo fa capo alla famiglia Pesenti. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 3 luglio 2024.In particolare, il 5,048% sono diritti di voto riferibili ad azioni, mentre il 2,310% è costituito da azioni oggetto di contratti di prestito titoli senza data di scadenza e con possibilità di restituzione in qualsiasi momento a discrezione del prestatore.La partecipazione è detenuta tramite le società controllate Morgan Stanley & Co. International PLC (7.271%), Prime Dealer Services Corp. e Morgan Stanley & CO. LLC.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, emesso bond AT1 per 400 milioni di euro. Ordini per oltre 2,8 miliardi

    (Teleborsa) – Banco BPM ha portato a termine con successo una nuova emissione di uno strumento di capitale Additional Tier 1 con durata perpetua e richiamabile “callable” a partire da gennaio 2031, per un ammontare pari a 400 milioni di euro. Contestualmente, ha annunciato un’offerta di riacquisto di un prestito obbligazionario perpetuo con un importo nominale complessivo in circolazione di 400 milioni di euro (ISIN XS2089968270). L’operazione contribuisce al mantenimento di una struttura di capitale completamente ottimizzata, si legge in una nota.Il titolo, destinato a investitori istituzionali, è stato emesso alla pari con cedola fissa al 7,25% fino al 16 luglio 2031, pagabile semestralmente; qualora l’emittente decidesse di non esercitare l’opzione di rimborso anticipato, la cedola verrebbe rideterminata sulla base del tasso swap in euro a 5 anni al momento della data di ricalcolo, aumentato di uno spread pari a 455,3 bps e resterà fissa per i successivi 5 anni (fino alla successiva data di ricalcolo). Il pagamento della cedola è totalmente discrezionale e soggetto a talune limitazioni.Il titolo prevede inoltre la riduzione a titolo temporaneo del valore nominale qualora il coefficiente CET1 del gruppo scendesse al di sotto del 5,125%.Gli investitori che hanno partecipato all’operazione sono principalmente fund managers (80%) e banche (16%), mentre la distribuzione geografica vede la presenza prevalente di investitori esteri (tra cui Regno Unito e Irlanda con il 49%, Francia con il 15%) e dell’Italia (18%).Morgan Stanley e Barclays hanno agito in qualità di Global Coordinators; Banca Akros (parte correlata dell’emittente), Barclays, BNP Paribas, Deutsche Bank, Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Bookrunners. LEGGI TUTTO