Giugno 2024

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    AMD incassa un downgrade, analisti più cauti

    (Teleborsa) – Pressione su Advanced Micro Devices, che tratta con una perdita del 2,47%, dopo che gli analisti di Morgan Stanley hanno peggiorato la raccomandazione sul produttore di chip. La valutazione è passata a “equal-weight” dalla precedente “overweight”. Il target price è 176 dollari. Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice S&P 100, evidenzia un rallentamento del trend della multinazionale statunitense produttrice di semiconduttori rispetto all’S&P 100, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.Lo status tecnico di breve periodo di Advanced Micro Devices mette in risalto un ampliamento della performance positiva della curva con prima area di resistenza individuata a quota 165 USD. Rischio di eventuale correzione fino al target 161,3. Le attese sono per un aumento della trendline rialzista verso l’area di resistenza 168,8. LEGGI TUTTO

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    In rally Piquadro dopo i risultati trimestrali

    (Teleborsa) – Corre Piquadro con un rialzo del 3,15%, nel giorno in cui ha alzato il velo sui risultati trimestrali ed annunciato la distribuzione di un dividendo di 7 milioni di euro.”I buoni risultati reddituali dell’esercizio 2023-2024 riflettono gli importanti investimenti in creatività e tecnologia che stiamo facendo su tutti e tre i brand. Si unisce a ciò una solida resilienza alle dinamiche avverse dei mercati che evidenzia la nostra flessibilità e capacità di adeguarsi in tempi brevi – afferma l’AD Marco Palmieri – La situazione macroeconomica rende l’anno particolarmente incerto e difficile da prevedere. Pur non sentendoci di fare previsioni nell’anno in corso i primi due mesi dell’esercizio 2024-2025 hanno mostrato una crescita”.Comparando l’andamento del titolo con il FTSE Italia All-Share, su base settimanale, si nota che il produttore italiano di pelletteria mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +5,05%, rispetto a -0,22% dell’indice azionario italiano).Le implicazioni tecniche di medio periodo sono sempre lette in chiave rialzista, mentre sul breve periodo stiamo assistendo ad un indebolimento della spinta rialzista per l’evidente difficoltà a procedere oltre quota 2,433 Euro. Sempre valido il livello di supporto più immediato a controllo della fase attuale visto in area 2,103. Le attese più coerenti propendono per un’estensione del movimento correttivo verso quota 1,917 da manifestarsi in tempi ragionevolmente brevi. LEGGI TUTTO

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    Wall Street debole guarda a Fed e prezzi

    (Teleborsa) – Prevale la cautela a Wall Street, in giornata in cui non sono attesi dati macroeconomici di rilievo e, con gli occhi degli investitori rivolti alle decisioni della Federal Reserve e al dato sull’inflazione americana, in agenda mercoledì. Dopo il verdetto della Fed seguirà la consueta conferenza stampa del presidente, Jerome Powell. Restando in tema di politica monetaria, venerdì chiuderà la settimana la riunione della Bank of Jaoan, da cui i mercati non attendono scossoni all’attuale politica della banca centrale giapponese. Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones mostra un leggero calo dello 0,21%; sulla stessa linea, si posiziona sotto la parità l’S&P-500, che retrocede a 5.336 punti. Consolida i livelli della vigilia il Nasdaq 100 (-0,08%); sulla stessa linea, sulla parità l’S&P 100 (-0,17%). LEGGI TUTTO

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    BNL, Fabi: “Accordo su smart working anche in filiale”

    (Teleborsa) – “È stata estesa la possibilità di accedere allo smart working anche per le colleghe e i colleghi delle filiali del gruppo Bnl Bnp Paribas”. È quanto fa sapere la Fabi in una nota spiegando che tale estensione, definita con un accordo sottoscritto pochi giorni fa dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali con l’azienda, riguarda oltre il 70% del personale di rete e consentirà di ricorrere al lavoro agile fino a un giorno a settimana. “È passata la linea della Fabi e delle altre organizzazioni sindacali di Bnl. Siamo consapevoli – commenta il coordinamento Fabi nel gruppo Bnl Bnp Paribas – che molto resta ancora da fare e auspichiamo nel tempo di poter allargare le previsioni alle filiali più piccole e alle figure professionali per adesso escluse, ma quanto ottenuto è certamente innovativo e rilevante. Va incontro a una richiesta che la Fabi in Bnl riceveva da tempo dalle lavoratrici e dai lavoratori. Riteniamo che la misura sia utile alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e crediamo che il riferimento esplicito alla formazione sia prezioso: essa deve svolgersi in luoghi protetti”. LEGGI TUTTO

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    DEA avvia roadshow per quotazione a Piazza Affari

    (Teleborsa) – DEA, società attiva nella distribuzione di energia elettrica e gestione della pubblica illuminazione in Abruzzo, Marche e Liguria, ha avviato il roadshow di incontri con investitori istituzionali, family office e investitori professionali italiani ed esteri per la quotazione su Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita.La società è nata nel 2015 in forma di S.r.l. a seguito del conferimento del ramo d’azienda della multiutility Astea, comprensivo delle attività di distribuzione e misura dell’energia elettrica, entrambe oggetto di concessione rilasciata dal Ministero Industria Commercio e Artigianato in data 2 maggio 2001 e con scadenza il 31 dicembre 2030, e il servizio di illuminazione pubblica. Dal 2016 la società si è trasformata in S.p.A. in occasione del conferimento delle attività di distribuzione elettrica in capo ad ASP Polverigi, che è entrata nella compagine societaria. Nel 2023 DEA si è aggiudicata la procedura a evidenza pubblica per la cessione delle reti di distribuzione e misura dell’energia elettrica nel Comune di Magliano di Tenna (FM); inoltre, a seguito delle sottoscrizioni di aumento di capitale mediante conferimento in natura dei rami di distribuzione e misura dell’energia elettrica, sono entrate nel gruppo anche Odoardo Zecca, Energie Offida, Comune di Offida e Amaie.Oggi la società gestisce attualmente oltre 2.800 chilometri di rete di distribuzione elettrica, nonché più di 84.000 Points of Delivery (PoD). Nel corso del 2023, DEA ha conseguito ricavi totali pro forma superiori a 29 milioni di euro (+112% rispetto al 2022), con un EBITDA pari a 10,2 milioni di euro (+136% rispetto al 2022) e un EBITDA margin pari a circa il 35%.DEA ha scelto la strada dell’IPO per proseguire la strategia di crescita ed entrare a far parte dell’élite dei primi dieci operatori infrastrutturali attivi nella distribuzione di energia elettrica. La società detiene l’opzione di acquistare ulteriori 24.000 PoD circa da E-Distribuzione (Gruppo ENEL) nel territorio di Sanremo. Tale acquisto comporterà il superamento della soglia di 100.000 PoD e, secondo quanto previsto dal Decreto Bersani, permetterà a DEA di partecipare alle gare per la concessione della distribuzione elettrica nel 2030.”DEA è nata nel 2015 e già nel 2016 completava la prima acquisizione – ha commentato il Direttore Generale Massimiliano Riderelli Belli – Oggi possiamo dire che la strategia di M&A che abbiamo attuato ha dato i propri frutti e i risultati ottenuti nell’esercizio 2023 confermano la nostra visione. Attualmente la transizione energetica rappresenta una grande opportunità e un fattore di riorganizzazione del settore; pertanto, puntiamo a ritagliarci un ruolo da protagonisti su tutto il territorio nazionale. Aprire il nostro capitale al mercato attraverso l’ammissione su Euronext Growth Milan ci consentirà di proseguire su questa linea, potenziando la nostra capacità finanziaria con l’obiettivo di proseguire e accelerare il nostro ruolo attivo nel consolidamento del settore della distribuzione energetica”. LEGGI TUTTO

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    Energia, nel primo trimestre calano le importazioni di petrolio in Italia (-3,3%)

    (Teleborsa) – Nei primi tre mesi 2024, in base ai primi dati disponibili, l’Italia ha importato 14,5 milioni di tonnellate di petrolio con un decremento del 3,3% rispetto allo stesso periodo 2023. È quanto segnala Unem nel suo aggiornamento mensile dei numeri dell’energia. La Libia dopo molto tempo è tornata ad essere il primo fornitore dell’Italia seguito da Kazakhstan, Azerbaijan e Stati Uniti. In forte calo gli arrivi dal Medio Oriente. Stando ai dati provvisori, ad aprile 2024 i consumipetroliferi sono cresciuti del 3,9% rispetto ad aprile 2023. Da segnalare soprattutto la performance della benzina (+7,6%) e del jet-fuel (+17%). Nel primo quadrimestre 2024 il totale dei consumi petroliferi è in positivo dello 0,8% rispetto allo stesso periodo 2023.Stando ai dati provvisori, nel primo quadrimestre 2024 le vendite di carburante (benzina + gasolio + gpl), sono risultate in forte crescita (+4,2%) rispetto allo stesso periodo del 2023, stavolta grazie non solo al traino della benzina ma anche a quello del gasolio e del gpl. Le vendite sono positive anche se confrontate con quelle pre-covid (+1,6% vs. primo quadrimestre 2019).Nei primi tre mesi le lavorazioni delle raffinerie risultano in aumento del 6,3% rispetto al trimestre 2023 con un percentuale di utilizzo degli impianti che sale al 78,1%. LEGGI TUTTO

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    IEEFA, fondi ESG continuano a sovra-performare fondi tradizionali

    (Teleborsa) – Gli investimenti ESG (ambientali, sociali e di governance) sono cresciuti rapidamente nella coscienza sia degli investitori che del pubblico tra il 2017 e il 2022, ma recentemente hanno dovuto affrontare reazioni negative da parte di alcuni ambienti. Nonostante questo contraccolpo, i fondi ESG continuano a far crescere i propri asset e questi investimenti, nonostante le sfide di percezione e le differenze regionali, hanno sovra-performato i fondi tradizionali e gli Exchange Traded Funds (ETF). Lo sostiene l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), un think tank che si occupa di energia.”I fondi sostenibili hanno generato rendimenti migliori rispetto ai fondi tradizionali nel 2023, con un rendimento medio del 12,6% contro l’8,6% dei fondi tradizionali – afferma Ramnath Iyer, Sustainable Finance Lead, Asia, presso IEEFA – Questa sovra-performance è stata estesa sia alle asset class dei fondi azionari che a reddito fisso”.Nonostante il ridotto flusso di fondi verso l’asset class sostenibile negli ultimi mesi, esistono chiare differenze regionali tra gli Stati Uniti e l’Europa. Il primo trimestre del 2024 ha visto un piccolo deflusso di 900 milioni di dollari. Tuttavia, ciò è stato in gran parte determinato da un grande deflusso di 8,8 miliardi di dollari dagli Stati Uniti da questi fondi. Al contrario, l’Europa, la regione più avanzata a livello regionale in termini di adozione di fondi sostenibili, ha registrato un afflusso di quasi 11 miliardi di dollari in questa classe di asset.”L’Europa è stata fin dall’inizio il portabandiera dell’ESG. Con l’84% degli asset sostenibili in gestione, la regione ospita alcuni dei più grandi e significativi investitori ESG”, afferma Iyer.Anche l’Asia ha registrato un afflusso di 622 milioni di dollari nel primo trimestre del 2024, dopo un deflusso nel trimestre precedente. Nel 2023, il Sud-Est asiatico ha attirato 324 milioni di dollari, con un aumento dell’11% rispetto ai 291 milioni di dollari di afflussi nel 2022. Cina, Taiwan e Singapore sono stati leader tra i mercati asiatici escluso il Giappone lo scorso anno con 4,8 miliardi di dollari di nuovi afflussi.L’IEEFA spiega che le autorità di regolamentazione stanno aumentando la loro attenzione sul rischio climatico, spingendo per maggiore trasparenza, regole più chiare e una solida rendicontazione sulle questioni climatiche ed ESG. Ci sono chiari segnali di un maggiore sostegno normativo in Europa e in molti paesi asiatici, che dovrebbero vedere le politiche in materia di clima, sostenibilità ed ESG maggiormente adottate dal mainstream. Anche negli Stati Uniti, i requisiti di informativa sul clima imposti dalla Securities and Exchange Commission, sebbene non stringenti, possono essere visti come un primo passo.(Foto: toppercussion | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Imprenditoria femminile: in Italia meno di un’azienda su cinque è guidata da donne

    (Teleborsa) – Le imprese a gestione femminile in Italia sono solo 950mila, corrispondenti al 18% del totale del campione analizzato (la totalità del campione è circa 5,2 milioni di imprese attive sul territorio nazionale), una cifra particolarmente bassa che evidenzia il persistente gender gap nel mondo delle imprese. È quanto emerge dal report sull’imprenditoria femminile in Italia pubblicato oggi Cribis, società del gruppo CRIF leader nel settore della business information.Il rapporto rivela che, delle 950 mila imprese femminili, la stragrande maggioranza sono microimprese, il 95,8% del totale. Sono considerate “femminili” le società che soddisfano uno dei seguenti criteri: le società di capitali in cui la maggioranza ( >50%) dei componenti dell’organo di amministrazione sia costituita da donne o la maggioranza delle quote di capitale sia detenuta da donne; le società di persona in cui la maggioranza ( >50%) degli esponenti sia donna; oppure le ditte individuali il cui titolare sia donna. Inoltre, solo lo 0,2% delle imprese femminili raggiunge un alto score di internazionalizzazione, mentre l’87,7% si attesta su un livello basso, a evidenziare una significativa mancanza di presenza sul mercato globale. Stesso andamento si registra in merito alla digital attitude: alta solo nell’1,6% delle aziende femminili e bassa nell’88,2%.Le Regioni con la più alta percentuale di aziende al femminile sul territorio nazionale sono: Lombardia (14,9%), Lazio (10,4%) e Campania (10,1%). Altrove non si raggiunge il 10%. Mentre Basilicata (19,5%), Lazio (19,4%) e Abruzzo (19,3%) sono le regioni con la maggiore incidenza di imprese femminili sul totale delle aziende femminili della regione.I risultati sono molto differenti se si va ad analizzare la presenza provinciale di imprese femminili rispetto al totale delle aziende della provincia presa in esame. In questo caso il podio delle province con una maggiore incidenza di imprese femminili vede in vetta Prato (22,8%), seguita da La Spezia (21,3%) e Frosinone (21,1%). In fondo alla classifica, con una percentuale sotto al 15%, si trovano invece le province di Bolzano (14,4%), Ferrara (14,6%) e Trento (14,9%).Per quanto riguarda i settori, la maggior concentrazione delle imprese femminili si ha nei servizi sociali (43% sul totale delle imprese), nelle industrie tessili (37%) e nel commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori (35,7%). LEGGI TUTTO