Giugno 2024

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    UE, Scope: da elezioni europee nuove sfide per colmare il divario di investimenti

    (Teleborsa) – Le emissioni di debito in circolazione dell’UE aumenteranno di dieci volte fino a quasi 1 trilione di euro entro la fine del 2026, rispetto a meno di 100 miliardi di euro nel 2019 riflettendo il sostegno finanziario a livello dell’UE fornito in risposta alle recenti crisi che hanno portato alla creazione di un nuovo e robusto quadro di finanziamento. Lo afferma Scope Ratings in un report sul tema.Tuttavia, sono necessari ulteriori fondi pubblici per ridurre l’ampio divario di investimenti dell’UE pari a circa 500 miliardi di euro all’anno. “Colmare il divario richiederà investimenti sia pubblici che privati, compresi partenariati pubblico-privati ??su larga scala, la futura emissione di debito comune dell’UE e la mobilitazione diretta di capitali privati”, viene sottolineato.Secondo Scope, la crescente influenza dei partiti di estrema destra nel Parlamento europeo e nei parlamenti nazionali degli Stati membri rappresenterà una sfida per l’adempimento del compito di investimento che la Commissione europea dovrà affrontare nei prossimi cinque anni. Un progresso più rapido dell’Unione dei mercati dei capitali (CMU) sarà quindi una priorità fondamentale per mobilitare i finanziamenti del settore privato.Viene fatto notare che diversi Stati membri si trovano ad affrontare oneri fiscali elevati, con un rapporto debito/PIL destinato a superare il 100% entro la fine del 2024 in Grecia (155%), Italia (140%), Francia (112%), Belgio (106%) e Spagna (105%), limitando gli investimenti strategicamente importanti nell’UE. Il consolidamento fiscale rimane quindi fondamentale, ma potrebbe comportare una riduzione degli investimenti pubblici.Nell’ambito del quadro fiscale rivisto dell’UE, le procedure per disavanzo eccessivo potrebbero essere annunciate per circa 11 paesi tra cui Italia, Francia, Belgio e Spagna. L’attuazione della successiva riforma fiscale sarà fondamentale poiché il mancato rispetto degli obiettivi a medio termine potrebbe escludere i paesi da altri meccanismi di sostegno alla crisi come il Transmission Protection Instrument della BCE.Inoltre, le imprese dell’UE continuano a fare molto affidamento sui finanziamenti bancari e, negli ultimi tre anni, hanno raccolto solo il 10,7% del loro fabbisogno totale di nuovi finanziamenti dai mercati dei capitali. Sebbene esistano chiare differenze tra gli Stati membri, con una quota maggiore in Francia (17%) che in Germania (9%), l’UE nel complesso è in ritardo rispetto ai paesi che beneficiano di mercati dei capitali più profondi, come il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove più di un quarto del finanziamento aziendale proviene da emissioni obbligazionarie o azionarie.Anche le famiglie nell’UE investono una piccola parte dei loro risparmi nei mercati dei capitali, pari a circa il 90% del PIL, anche se ci sono eccezioni come Danimarca (187%) e Paesi Bassi (174%). Questo dato è significativamente inferiore a quello del Regno Unito (182%), dove le famiglie investono molto in prodotti assicurativi e pensionistici, e molto indietro rispetto agli Stati Uniti (311%), dove le famiglie tendono ad avere minori disponibilità di liquidità e una quota elevata delle loro attività finanziarie detenute in titoli quotati. fondi azionari e di investimento. LEGGI TUTTO

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    Dazi auto Cina, Urso: bene l’annuncio della Commissione per tutelare produzione europea

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del made in Italy, AdolfoUrso, ha dichiarato di aver accolto “con soddisfazione l’annuncio della Commissione europea che mette dei dazi sull’ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare in Italia l’industria automobilistica come uno dei poli trainanti dello sviluppo industriale del Paese a cui non vogliamo assolutamente rinunciare”. “È assolutamente necessario che l’Europa, così come fanno gli Stati Uniti, investa nel sistema produttivo, nel lavoro e nell’impresa europea – ha aggiunto Urso in una dichiarazione a margine dell’assemblea di Confcommercio – con risorse comuni significative”. Per risorse “comuni”, ha puntualizzato il ministro “intendo risorse federali dell’Unione, anche per evitare che si ampli il divario interno tra chi può e chi non può”.L’Ue, ha aggiunto il ministro, deve mettere in atto “politiche commerciali che tutelino da forme di concorrenza sleale. Questa è la strada che noi indicheremo alle istituzioni europee, nel parlamento europeo con i nostri gruppi politici, nella Commissione europea e nel Consiglio d’Europa”. LEGGI TUTTO

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    ISTAT: “Cittadini più preoccupati per il clima. Attenzione al risparmio energetico”

    (Teleborsa) – Sei persone su dieci in Italia sono preoccupate per i cambiamenti climatici. Nel 2023 cresce la preoccupazione per i cambiamenti climatici espressa dal 58,8% della popolazione di 14 anni e più; 56,7% nel 2022. Le preoccupazioni per lo smaltimento dei rifiuti e l’inquinamento dell’acqua riguardano circa il 40%. Nel 2023 la metà dei cittadini esprime, inoltre, preoccupazione per la qualità dell’aria, quota pressoché stabile dal 1998 (primo anno di rilevazione). Il dissesto idrogeologico preoccupa il 26,5% delle persone di 14 anni e più, contro il 22,4% del 2022. Solo una persona su 10 sopra i 14 anni considera l’inquinamento acustico, quello elettromagnetico e il deterioramento del paesaggio tra le prime cinque preoccupazioni per l’ambiente. I cittadini sono sempre più attenti alla conservazione delle risorse naturali. Nel 2023, la quota di quanti fanno abitualmente attenzione a non sprecare energia arriva al 72,8%. In crescita anche quanti sono attenti a non sprecare acqua: il 69,8% contro il 67,6% del 2022. Nel Mezzogiorno si è più propensi ad acquistare prodotti a chilometro zero (28,8%). Al Nord si evita soprattutto la guida rumorosa per mitigare l’inquinamento acustico (52,5%) e si usano di più i mezzi di trasporto alternativi (20,3%). È quanto emerge dall’indagine multiscopodell’Istat “Aspetti della vita quotidiana” che rileva la percezione dei cittadini sulle tematiche ambientali e quesiti relativi ai comportamenti ecocompatibili.Forte sensibilità per i problemi ambientaliNel 2023 i cambiamenti climatici sono al primo posto tra le preoccupazioni ambientali espresse dai cittadini, confermando un primato ormai decennale: esprimono questa attenzione sei persone su 10 di 14 anni e più (58,8%) in aumento di 2,2 punti percentuali sul 2022. Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria,avvertiti dal 49,9% della popolazione, dato stabile rispetto al 2022. Più distaccate, ma rilevanti, ci sono la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (38,9%, in calo di un punto percentuale rispetto al 2022) e quella per l’inquinamento delle acque (38,0%, dato stabile). Effetto serra e buco nell’ozono (33,1%) sono percepiti come ulteriori fattori di rischio ambientale a livello globale; tuttavia, si registra una diminuzione di oltre 4 punti percentuali tra quanti lamentano questi come tra i primi cinque problemi ambientali. Altri problemi ambientali preoccupano meno di tre persone su 10; in fondo alla graduatoria vi sono le preoccupazioni per l’inquinamento elettromagnetico, per le conseguenze del rumore sulla salute e per la rovina del paesaggio.Le preoccupazioni legate al clima sono da tempo al centro dell’interesse delle persone di 14 anni e più. Tra queste, tuttavia, la preoccupazione per l’effetto serra, che nel 1998 coinvolgeva quasi sei persone su 10, cala rispetto al primo anno di rilevazione di circa 25 punti percentuali. In senso inverso, il timore per i cambiamenti climatici, indicato nel 1998 dal 36,0% delle persone, sale al 58,8% nell’ultimo anno (+22,8 punti percentuali). Valutando insieme i due problemi – effetto serra e cambiamenti climatici – emerge che l’attenzione della popolazione per la crisi ambientale aumenta in misura decisa dal 2019 (70% di cittadini preoccupati), ossia nell’anno caratterizzato dal diffondersi in tutto il mondo dei movimenti di protesta studenteschi ispirati ai “Fridays For Future”. L’indicatore si mantiene stabile negli anni successivi, salvo nel 2021, anno in cui la discesa a un livello del 66,5% è determinata da fattori più che altro legati alla pandemia e alla polarizzazione dei cittadini su un altro tipo di preoccupazioni ad essa connessi (70,8% nel 2020, 66,5% nel 2021, 71% nel 2022 e 70,8% nel 2023).L’inquinamento dell’aria rappresenta, invece, una preoccupazione costante per un cittadino su due da oltre 20anni. L’attenzione al dissesto idrogeologico, sebbene sia scesa molto nell’arco temporale in esame (dal 34,3% nel 1998 al 26,5% della popolazione di 14 anni e più nel 2023), registra un aumento di oltre 4 punti percentuali sul 2022. Le conseguenze delle alluvioni nelle Marche e in Toscana del maggio 2023 potrebbero aver innescato un aumento del livello di preoccupazione espresso dai cittadini nei confronti del dissesto idrogeologico; a conferma di ciò nelle Marche si riscontra un aumento sul 2022 pari a 11 punti percentuali mentre in Toscana, Umbria ed Emilia Romagna la crescita è di circa 6 punti. Rispetto all’inquinamento del suolo, dell’acqua e alla distruzione delle foreste, il problema più sentito è, negli anni in esame, l’inquinamento delle acque che interessa in maniera costante circa il 40% delle persone. La distruzione delle foreste, che preoccupava nel 1998 il 25,2% della popolazione, scende al 20,3% nel 2023. Si mantiene abbastanza costante la percentuale di coloro che ritengono l’inquinamento del suolo tra le cinque preoccupazioni prioritarie in tema di ambiente (da 20,3% a 21,5%). Tra le altre preoccupazioni emerge quella legata alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti. Nell’arco di 20anni ha sempre espresso valori importanti, oscillando tra il 39% e il 47%, tuttavia negli ultimi due anni si assiste a una lieve riduzione dell’indicatore, al punto che il dato 2023 (38,9%) rappresenta il minimo storico tra quelli sin qui rilevati.Preoccupazioni ambientali legate al territorioSi conferma, nel 2023, la polarizzazione tra Nord e Mezzogiorno del Paese rispetto alle preoccupazioni per le tematiche ambientali. Ad esempio, si rileva una differenza di circa 10 punti percentuali rispetto al tema dei cambiamenti climatici che preoccupa il 61,2% degli abitanti del Nord rispetto al 51,9% di quelli del Mezzogiorno. Anche l’inquinamento delle acque rientra tra i temi particolarmente sentiti dagli abitanti delle regioni settentrionali (40,9%) e molto meno da quelli delle regioni meridionali (34,0%).All’opposto, richiamano l’attenzione soprattutto dei residenti del Centro e del Mezzogiorno le tematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (41,3% nel Mezzogiorno, 43,5% nel Centro e 35,2% nel Nord) e all’inquinamento del suolo (22,8% nel Mezzogiorno, 22,4% al Centro e 20,1% nel Nord). Nel corso degli ultimi anni i cittadini del Lazio hanno manifestato maggiore preoccupazione rispetto alle altre aree del Paese per la produzione e lo smaltimento di rifiuti. Anche nel 2023 questa Regione presenta lapercentuale più elevata, pari al 47,1%, seguita dalla Calabria con il 44,8%, contro una media nazionale del 38,9%. Le persone di 14 anni e più che vivono in centri dell’area metropolitana esprimono una preoccupazione maggiore rispetto a chi abita nei Comuni di piccole dimensioni rispetto a produzione e smaltimento dei rifiuti, inquinamento dell’aria e inquinamento acustico. Nei Comuni centro dell’area metropolitana il 46,4% delle persone esprime timore per la produzione e lo smaltimento dei rifiuti mentre la quota scende al 39,0% neiComuni medio grandi (dai 10mila ai 50mila abitanti) e al 33,3% nei Comuni piccoli (sotto i 2mila abitanti). Inoltre, nei Comuni metropolitani è più elevata la percentuale di quanti si preoccupano dell’inquinamento dell’aria (53,9% rispetto al 49,9% dei Comuni medio grandi e al 41,0% dei piccoli Comuni), così come quella tra chi lamenta problemi legati all’inquinamento acustico (15,6% rispetto al 10,4% dei Comuni medio grandi e all’8,2% dei Comuni piccoli). Livelli di traffico elevati, quantità notevoli di rifiuti prodotti, maggiori difficoltà di organizzare adeguati sistemi di raccolta e smaltimento, sembrano condizionare la percezione di vita tra gli abitanti delle grandi città. Risiedere nei piccoli Comuni, aumenta, invece, la sensibilità rispetto al dissesto idrogeologico (25,9%, mentre nei Comuni dell’area metropolitana e in quelli medio grandi questa percentuale è del 23,9%). Preoccupazioni ambientali condizionate da età, genere e istruzioneL’età rappresenta un’importante determinante della variabilità delle preoccupazioni ambientali. I giovani fino a 24 anni sono più sensibili delle persone più adulte per quanto riguarda la perdita della biodiversità (il 31,9% tra i 14 e i 24 anni contro il 18,5% degli over55enni), la distruzione delle foreste (24,6% contro 18,4%) e l’esaurimento delle risorse naturali (29,2% contro 21,3%). Anche nel 2023, gli ultracinquantacinquenni si confermano più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (29,8% contro 21,5% degli under25) e l’inquinamento del suolo (21,9% contro 18,3%). Le relazioni tra genere e ambiente sono importanti, sia perché i problemi ambientali possono avere effetti differenziati su uomini e donne, sia perché i diversi stili di vita di uomini e donne possono dare luogo a un diverso impatto ambientale. Da questo punto di vista risulta interessante l’analisi per genere tra i giovani, da cui emerge quanto risultino più preoccupate in percentuale le donne. Tra i giovani sotto i 24 anni, ad esempio, le ragazze sono preoccupate più spesso dei loro coetanei per i cambiamenti climatici (+5,8 punti percentuali), la perdita di biodiversità (+8,8 punti) e la distruzione delle foreste (+3,8 punti). La quota di cittadini che esprime preoccupazione per lo stato dell’ambiente cresce all’aumentare del titolo di studio. Nei confronti dei cambiamenti climatici si dichiara preoccupato il 63,9% dei laureati contro il 52,2% tra chi ha al massimo la licenza media. Analoghe differenze si presentano sia nei riguardi della produzione e dello smaltimento dei rifiuti (48,8% contro 35,2%) sia rispetto all’inquinamento delle acque (41,7% contro 35,1%).La difesa delle risorse naturali obiettivo dei comportamenti ecocompatibiliNel 2023 sale al 72,8% la quota di quanti fanno abitualmente attenzione a non sprecare energia (rispetto al 69,8% del 2022) mentre il 69,8% prestaattenzione a non sprecare l’acqua e il 50,0% a non adottare mai comportamenti di guida rumorosa al fine di limitare l’inquinamento acustico. Mostrano attenzione ai temi della sostenibilità ambientale anche il 35,8% della popolazione che legge le etichette degli ingredienti e il 23,5% che acquista prodotti a chilometro zero. Nel Nord si rileva una percentuale più elevata rispetto alla media nazionale di persone che hanno abitudini virtuose legate alla mobilità: il 52,5% fa attenzione a non adottare comportamenti di guida rumorosi (45,8% nel Mezzogiorno) e circa il 20,3% sceglie mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati (16,0% nel Mezzogiorno). Nel Centro si nota una maggiore attenzione nel leggere le etichette dei prodotti (37,3% contro il 35% circa di Nord e Mezzogiorno). I residenti nel Mezzogiorno si distinguono invece per l’elevata frequenza di acquisto di alimenti e prodotti locali (28,8% contro 20,0% del Nord). Donne più virtuose nell’adottare comportamenti ecocompatibiliL’attenzione verso comportamenti ecocompatibili parrebbe, nei fatti, non essere caratteristica precipua dei giovani, per quanto essi si dichiarino almeno in teoria i più attenti su temi quali, ad esempio, la tutela della biodiversità, la distruzione delle foreste e l’esaurimento delle risorse naturali. Solo dopo i 25 anni di età iniziano a manifestarsi comportamenti decisamente più virtuosi. Oltre 20 punti percentuali si registrano tra gli over 55enni e i giovani sotto i 24 anni nel non sprecare l’acqua (il 53,0% delle persone tra i 14 e i 24 anni rispetto al 79,0% degli over 55), così come nel non sprecare energia (il 53,1% degli under 24 rispetto al 76,1% di coloro che hanno più di 55 anni). In compenso, i giovani sotto ai 24 anni sono sempre più propensi all’uso di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati, li sceglie abitualmente il 29,5% contro il 17,3% degli over55.Le donne sono mediamente più attente a mantenere comportamenti ecocompatibili. Le differenze più evidenti si colgono soprattutto sui comportamenti di acquisto: sussistono oltre 11 punti percentuali di differenza nelleggere abitualmente le etichette degli ingredienti (41,4% delle donne rispetto al 29,9% degli uomini); più bassa ma rilevante la differenza tra chi acquista come prassi alimenti o prodotti biologici (16,0% delle donne rispettoall’11,7% degli uomini) e prodotti a chilometri zero (25,6% rispetto a 21,4%). Le donne sono inoltre in media più accorte a non sprecare acqua (72,3% rispetto al 67,2%) ed energia (74,9% rispetto al 70,5%).Il titolo di studio posseduto si rivela una condizione determinante anche per l’analisi dei comportamenti ecocompatibili dei cittadini. Al crescere del livello di istruzione aumentano le quote di coloro che abitualmente li adottano. Tra i laureati e chi al massimo ha ottenuto la licenza media vi sono circa 20 punti percentuali di differenza nell’abitudine a leggere le etichette dei prodotti, 14 nell’acquistare prodotti biologici e quasi 8 nel preferire prodotti a chilometro zero. Una maggiore propensione delle persone con titolo di studio più elevato si rileva anche nell’attenzione a non sprecare acqua ed energia (circa 5 punti percentuali di differenza per entrambi gli indicatori). LEGGI TUTTO

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    UE, Morningstar DBRS: prossimo bilancio segnalerà cambiamenti nelle priorità politiche

    (Teleborsa) – Il blocco centrista ha dominato ancora una volta le elezioni per eleggere il Parlamento europeo, superando comodamente la soglia della maggioranza. Tuttavia, l’elettorato ha riordinato le sue preferenze al di fuori del centro. In particolare, i raggruppamenti partitici più a destra hanno sovra-performato rispetto al voto del 2019, così come i partiti non affiliati, mentre i partiti di centrosinistra e dei Verdi hanno perso seggi. Lo fa notare Morningstar DBRS in un report sul tema.Il risultato è una composizione del Parlamento UE che non è radicalmente diversa, anche se le priorità politiche potrebbero spostarsi poiché l’elettorato si sposta verso il centro-destra. Se il risultato elettorale si tradurrà in uno spostamento delle priorità dipenderà in gran parte dai soldi stanziati nel prossimo bilancio dell’UE.Secondo Morningstar DBRS, un rallentamento della spesa per la transizione energetica o la mitigazione del clima potrebbe nel lungo termine rivelarsi più costoso, mentre ulteriori impegni di spesa per la difesa e la sicurezza sono in linea con l’espansione delle minacce geopolitiche. Il modo in cui il prossimo Parlamento europeo gestirà la tensione tra ambizioni politiche e vincoli di risorse è una “sfida ampia e sempre presente”.”Tutte le questioni che sono state al centro delle elezioni europee richiedono attenzione e finanziamenti, e l’Europa avrà inevitabilmente bisogno di maggiori risorse per affrontare adeguatamente le sue numerose sfide – ha affermato Jason Graffam, Senior Vice President del Global Sovereign Ratings and Financial Institutions Group dell’agenza di rating – Allora dove troverà i soldi il continente? Le preferenze politiche del nuovo parlamento saranno alla fine rivelate dalle modifiche al prossimo bilancio annuale o al prossimo piano di spesa settennale dell’UE”. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza l’acquisizione di Monbake da parte di CVC Capital Partners

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo della spagnola Monbake Investment da parte di CVC Capital Partners, colosso europeo del private equity quotato ad Amsterdam.L’operazione riguarda principalmente il settore degli impasti surgelati e dei prodotti da forno, quali pane, pasticceria e prodotti da forno, principalmente in Spagna.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, UE autorizza l’acquisizione di Alpha Bank Romania

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo di Alpha Bank Romania da parte di UniCredit. La transazione riguarda principalmente servizi bancari e finanziari in Romania, come servizi bancari al dettaglio e aziendali, servizi del mercato finanziario e altri servizi finanziari.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, date le limitate posizioni di mercato delle società derivanti dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    Matador Resources, acquisizione da 1,91 miliardi di dollari nel bacino del Delaware

    (Teleborsa) – Matador Resources, società energetica statunitense, ha stipulato un accordo definitivo per acquisire una consociata di Ameredev, comprese alcune proprietà di produzione di petrolio e gas naturale e superfici non edificate situate nella contea di Lea, nel Nuovo Messico e nelle contee di Loving e Winkler, in Texas. L’acquisizione di Ameredev comprende anche una partecipazione di circa il 19% in Pinon Midstream, che possiede attività midstream nella contea meridionale di Lea, nel New Mexico. Il corrispettivo per l’acquisizione di Ameredev consisterà in un pagamento in contanti di 1,905 miliardi di dollari, soggetto ai consueti aggiustamenti di chiusura. Ameredev è una società in portafoglio di EnCap Investments.L’acquisizione di Ameredev è soggetta alle consuete condizioni di chiusura e si prevede che si concluderà alla fine del terzo trimestre del 2024.”Matador è molto entusiasta di lavorare nuovamente con EnCap su questa opportunità strategica – ha commentato Joseph Foran , CEO di Matador – Come per l’accordo di successo con Advance Energy che abbiamo completato nell’aprile del 2023, consideriamo la transazione con Ameredev come un’altra opportunità unica per lavorare con EnCap e un’altra opportunità di creazione di valore per Matador e i suoi azionisti”. LEGGI TUTTO

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    Bianco (Bankitalia): educazione economico/finanziaria più importante che in passato

    (Teleborsa) – “L’educazione economico/finanziaria è oggi per i ragazzi sempre più una chiave di lettura della realtà. Possedere competenze economiche e finanziarie è importante nell’immediato, perché i giovani già compiono scelte finanziarie, ma lo è anche e soprattutto per il loro benessere futuro”. Lo ha affermato Magda Bianco, Capo Dipartimento Tutela della Clientela e Educazione finanziaria della Banca d’Italia, durante un convegno all’Università La Sapienza.”Questo vale oggi molto più che in passato: l’aspettativa di vita è aumentata e con sistemi pensionistici meno generosi i giovani si troveranno ad avere una responsabilità maggiore nella formazione del risparmio per l’età anziana – ha spiegato – Li aspetta una vita lavorativa frammentata. La digitalizzazione crescente della finanza pone tutti noi di fronte a scelte complicate ma anche a maggiori opportunità. Oggi è molto facile accedere a strumenti finanziari online che offrono grandi benefici ma pongono anche rischi: le truffe sempre più sofisticate sui pagamenti digitali, la possibilità di investimento in strumenti rischiosi come le criptoattività, l’accesso a strumenti di debito o dilazioni di pagamento come il Buy Now Pay Later senza adeguata consapevolezza”.Secondo Bianco, “la Legge Capitali offre una grande opportunità per un salto di qualità nell’educazione finanziaria a scuola” e “la sfida va raccolta sostenendo gli insegnanti nell’acquisire le competenze necessarie”. LEGGI TUTTO